Come Arcigay è in grado di documentare in esclusiva con una schermata del programma in uso dai medici dell’INPS per redigere i certificati di invalidità, l’ICD9 è il sistema diagnostico delle malattie adottato in Italia e annovera l’omosessualità ego distonica e il transessualismo tra i “disturbi psichici” alla categoria “disturbi nevrotici della personalità e altri disturbi psichici non psicotici” affiancata ignobilmente alla pedofilia.
Mentre il resto del mondo civile ha adotto l’ICD10, approvato nel 1990, che non elenca l’omosessualità tra le malattie, è il caso della Francia nel 2005, della Germania, con alcune modifiche, della Svezia nel 1997 e così via, l’Italia resta avvinghiata ai suoi pregiudizi.
“Francamente che un omosessuale o un transessuale possa chiedere un certificato di invalidità – spiega Paolo Patanè, presidente di Arcigay – è l’ultimo tra i problemi che vivono le persone lgbt in Italia, prive di qualsiasi diritto e tutela da omofobia e discriminazione. La mancanza di aggiornamento scientifico è comunque la sintesi perfetta dello stallo nel quale si trova il nostro Paese. E’ ora che il ministero intervenga con un doveroso aggiornamento della diagnostica dei medici. Nel caso non dovesse accadere, in massa, chiederemo invalidità e relativa pensione”.
“L’aggiornamento”, continua Patanè, “evidentemente non è abbastanza. Chiediamo al Governo di riallinearsi agli altri paesi dell’Unione in cui l’unico tema reale è il concreto riconoscimento della parità dei diritti delle coppie dello stesso sesso e la tutela e prevenzione da omofobia e transfobia”.