Per la maggior parte delle persone le istituzioni europee risultano piuttosto complesse. Questa guida è pensata per dare una breve e semplice descrizione dei principali organismi europei per evitare ogni confusione.
1. L’Unione Europea vs. il Consiglio d’Europa
L’Unione Europea è formata da 15 Stati Membri (ad oggi tutti in Europa Occidentale), ed è nata come un’organizzazione economica, anche se in anni recenti ha assunto sempre più un ruolo anche politico, occupandosi anche di altre tematiche, compresi i diritti umani. I federalisti europei, le cui iniziative politiche sono state uno degli elementi che hanno spinto alla sua costituzione, vorrebbero che la sua struttura fosse democratizzata e che si trasformasse in una vera e propria federazione europea (Stati Uniti d’Europa). La sua sede è a Bruxelles, ma il suo Parlamento si riunisce anche a Strasburgo.
Il Consiglio d’Europa ha 43 stati membri, quindi comprende quasi tutta l’Europa. E’ sostanzialmente un’organizzazione per i diritti umani. Lo strumento più importante di cui dispone è la Convenzione Europea dei Diritti Umani, che viene fatta rispettare principalmente attraverso la Corte Europea dei Diritti Umani, in pratica una corte suprema sui diritti umani per l’Europa. La sede è a Strasburgo.
2. L’Unione Europea
2.1 Storia
L’integrazione economica europea è iniziata nel 1952, con la costituzione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), ed è stata poi ampliata nel 1958 con i Trattati di Roma che sancivano la costituzione della Comunità Economica Europea (CEE) (il cosiddetto mercato comune) e della Comunità Europea per l’Energia Atomica. I trattati successivi [L’Atto Unico Europeo – (1987), il Trattato dell’Unione Europea (Maastricht – 1993) ed il Trattato di Amsterdam (1999)] hanno ampliato ulteriormente la portata dell’integrazione europea, tanto che abbiamo ora un’Unione Europea costituita da tre "pilastri", che riguardano le seguenti aree di attività:
Primo Pilastro – La Comunità Europea, basata sul Trattato di Roma e sui suoi emendamenti successivi: comporta un mercato comune basato sulla libera circolazione di beni, persone, capitali e servizi, un’unione monetaria ed economica e politiche ed attività comuni. Dalla firma del Trattato di Amsterdam comprende anche l’asilo e immigrazione.
Secondo pilastro – Politiche Estera e di Difesa Comuni, basate sul Trattato dell’Unione Europea.
Terzo Pilastro – Co-operazioni Giudiziarie e di Polizia in Materia di Criminalità, basate sul Trattato dell’Unione Europea.
2.2 Le principali istituzioni dell’Unione Europea
Il Consiglio dell’Unione Europea (conosciuto anche come il Consiglio dei Ministri) è il principale organismo decisionale dell’Unione. E’ composto dai Ministri dei 15 stati membri responsabili volta per volta delle tematiche all’ordine del giorno (ad esempio affari esteri, agricoltura, industria, ecc.). Ogni nazione nell’Unione a turno ha la Presidenza del Consiglio per 6 mesi.
La Commissione della Comunità Europea avvia la legislazione comunitaria, e attua, amministra e controlla le politiche, i programmi e le iniziative della Comunità. Vi sono 20 Commissari, che si impegnano ad agire nell’esclusivo interesse della Comunità, considerata nel suo complesso. La Commissione resta in carica per 5 anni e viene nominata di comune accordo dagli Stati Membri; la nomina è soggetti al voto di conferma dal Parlamento. I Commissari sono assistiti nel loro lavoro da un’amministrazione divisa in direttorati-generali (DG) e dipartimenti specializzati con responsabilità per specifiche aree di politica comunitaria.
Il Parlamento Europeo è l’assemblea dei rappresentanti eletti dai 370 milioni di cittadini dell’Unione. Ci sono 626 Membri del Parlamento Europeo (MEP) ripartiti tra gli Stati Membri in relazione alla loro popolazione. Le principali funzioni del Parlamento sono:
- Esamina le proposte della Commissione ed è associata al Consiglio nel processo legislativo tramite varie procedure (co-decisione, co-operazione, consultazione, ecc. – a seguire maggiori dettagli);
- Ha il potere di supervisione delle attività dell’Unione tramite la conferma della nomina della Commissione ed attraverso le interrogazioni scritte ed orali che può presentare alla Commissione e al Consiglio;
- Condividere il potere di gestione finanziaria con il Consiglio tramite il voto sul bilancio annuale e tramite la supervisione della sua attuazione.
Molto del lavoro del Parlamento è fatto nelle commissioni, che preparano le relazioni sulle proposte legislative della Commissione e le presentano poi in Parlamento dove vengono dibattute in sessione plenaria.
Il Consiglio Europeo è il termine usato per descrivere i periodici incontri dei Capi di Governo degli Stati Membri. Si riunisce almeno due volte l’anno.
La Corte di Giustizia è composta da 15 giudici nominati di comune accordo dagli Stati Membri. Ha due funzioni principali: controllare la conformità ai Trattati degli atti delle istituzioni europee e dei governi, e, su richiesta di una corte nazionale, pronunciarsi sull’interpretazione o la fondatezza di provvedimenti contenuti nella legislazione comunitaria.
Per la maggior parte delle persone le istituzioni europee risultano piuttosto complesse. Questa guida è pensata per dare una breve e semplice descrizione dei principali organismi europei per evitare ogni confusione.
1. L’Unione Europea vs. il Consiglio d’Europa
L’Unione Europea è formata da 15 Stati Membri (ad oggi tutti in Europa Occidentale), ed è nata come un’organizzazione economica, anche se in anni recenti ha assunto sempre più un ruolo anche politico, occupandosi anche di altre tematiche, compresi i diritti umani. I federalisti europei, le cui iniziative politiche sono state uno degli elementi che hanno spinto alla sua costituzione, vorrebbero che la sua struttura fosse democratizzata e che si trasformasse in una vera e propria federazione europea (Stati Uniti d’Europa). La sua sede è a Bruxelles, ma il suo Parlamento si riunisce anche a Strasburgo.
Il Consiglio d’Europa ha 43 stati membri, quindi comprende quasi tutta l’Europa. E’ sostanzialmente un’organizzazione per i diritti umani. Lo strumento più importante di cui dispone è la Convenzione Europea dei Diritti Umani, che viene fatta rispettare principalmente attraverso la Corte Europea dei Diritti Umani, in pratica una corte suprema sui diritti umani per l’Europa. La sede è a Strasburgo.
2. L’Unione Europea
2.1 Storia
L’integrazione economica europea è iniziata nel 1952, con la costituzione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), ed è stata poi ampliata nel 1958 con i Trattati di Roma che sancivano la costituzione della Comunità Economica Europea (CEE) (il cosiddetto mercato comune) e della Comunità Europea per l’Energia Atomica. I trattati successivi [L’Atto Unico Europeo – (1987), il Trattato dell’Unione Europea (Maastricht – 1993) ed il Trattato di Amsterdam (1999)] hanno ampliato ulteriormente la portata dell’integrazione europea, tanto che abbiamo ora un’Unione Europea costituita da tre "pilastri", che riguardano le seguenti aree di attività:
Primo Pilastro – La Comunità Europea, basata sul Trattato di Roma e sui suoi emendamenti successivi: comporta un mercato comune basato sulla libera circolazione di beni, persone, capitali e servizi, un’unione monetaria ed economica e politiche ed attività comuni. Dalla firma del Trattato di Amsterdam comprende anche l’asilo e immigrazione.
Secondo pilastro – Politiche Estera e di Difesa Comuni, basate sul Trattato dell’Unione Europea.
Terzo Pilastro – Co-operazioni Giudiziarie e di Polizia in Materia di Criminalità, basate sul Trattato dell’Unione Europea.
2.2 Le principali istituzioni dell’Unione Europea
Il Consiglio dell’Unione Europea (conosciuto anche come il Consiglio dei Ministri) è il principale organismo decisionale dell’Unione. E’ composto dai Ministri dei 15 stati membri responsabili volta per volta delle tematiche all’ordine del giorno (ad esempio affari esteri, agricoltura, industria, ecc.). Ogni nazione nell’Unione a turno ha la Presidenza del Consiglio per 6 mesi.
La Commissione della Comunità Europea avvia la legislazione comunitaria, e attua, amministra e controlla le politiche, i programmi e le iniziative della Comunità. Vi sono 20 Commissari, che si impegnano ad agire nell’esclusivo interesse della Comunità, considerata nel suo complesso. La Commissione resta in carica per 5 anni e viene nominata di comune accordo dagli Stati Membri; la nomina è soggetti al voto di conferma dal Parlamento. I Commissari sono assistiti nel loro lavoro da un’amministrazione divisa in direttorati-generali (DG) e dipartimenti specializzati con responsabilità per specifiche aree di politica comunitaria.
Il Parlamento Europeo è l’assemblea dei rappresentanti eletti dai 370 milioni di cittadini dell’Unione. Ci sono 626 Membri del Parlamento Europeo (MEP) ripartiti tra gli Stati Membri in relazione alla loro popolazione. Le principali funzioni del Parlamento sono:
- Esamina le proposte della Commissione ed è associata al Consiglio nel processo legislativo tramite varie procedure (co-decisione, co-operazione, consultazione, ecc. – a seguire maggiori dettagli);
- Ha il potere di supervisione delle attività dell’Unione tramite la conferma della nomina della Commissione ed attraverso le interrogazioni scritte ed orali che può presentare alla Commissione e al Consiglio;
- Condividere il potere di gestione finanziaria con il Consiglio tramite il voto sul bilancio annuale e tramite la supervisione della sua attuazione.
Molto del lavoro del Parlamento è fatto nelle commissioni, che preparano le relazioni sulle proposte legislative della Commissione e le presentano poi in Parlamento dove vengono dibattute in sessione plenaria.
Il Consiglio Europeo è il termine usato per descrivere i periodici incontri dei Capi di Governo degli Stati Membri. Si riunisce almeno due volte l’anno.
La Corte di Giustizia è composta da 15 giudici nominati di comune accordo dagli Stati Membri. Ha due funzioni principali: controllare la conformità ai Trattati degli atti delle istituzioni europee e dei governi, e, su richiesta di una corte nazionale, pronunciarsi sull’interpretazione o la fondatezza di provvedimenti contenuti nella legislazione comunitaria.
2.3 Altri aspetti dell’Unione Europea
Tipi di legislazione della Comunità Europea
La Comunità può adottare tre tipi di legislazione vincolante: Regolamenti, Direttive e Decisioni (Regulations, Directives and Decisions).
I Regolamenti hanno un effetto diretto e si applicano in tutti gli Stati Membri senza il bisogno di una legislazione nazionale.
Va precisato che i Regolamenti europei non vanno assolutamente confusi con i regolamenti nazionali: questi ultimi sono atti di rango inferiore rispetto alla legge ordinaria, con cui non possono essere in contrasto e che, qualora questo avvenga, devono essere disapplicati da qualunque giudice; viceversa i regolamenti europei, a dispetto del nome, sono sovraordinati rispetto alla legge ordinaria.
Le Direttive sono vincolanti per gli Stati Membri per quanto attiene ai risultati che si intende raggiungere, ma lasciano alla discrezione degli Stati Membri la forma ed i modi per ottenerli. Esse devono essere attuate nella legislazione nazionale per generare effetti legali.
Le Decisioni sono legalmente vincolanti per coloro ai quali esse sono indirizzate.
Il Parlamento, il Consiglio e la Commissione possono anche adottare raccomandazioni e risoluzioni, ma esse non sono vincolanti.
Procedure di Co-decisione e Consultazione
La procedura di co-decisione dà al Parlamento il potere di adottare documenti congiuntamente al Consiglio in determinati settori.
Sotto la procedura di Consultazione il Consiglio deve consultare il Parlamento e prendere in considerazione il suo punto di vista. Comunque, il Consiglio non è vincolato dalla posizione del Parlamento ma solo dall’obbligo di consultarlo. Questa è la procedura che si applica alle misure basate sull’Articolo 13 (maggiori dettagli nel seguito).
Conferenze intergovernative
Questo è il termine utilizzato per descrivere negoziazioni fra i governi degli Stati Membri atte ad emendare i Trattati.
Le Parti Sociali
Le parti sociali sono i sindacati ed i datori di lavoro. Le organizzazioni riconosciute dalla Commissione per consultazioni nell’ambito del processo di dialogo sociale sono per i sindacati l’ETUC (European Trade Union Confederation, a cui aderiscono CGIL, CISL e UIL) e l’UNICE e la CEEP per i datori di lavoro del settore pubblico e privato, rispettivamente.
Piattaforma delle Organizzazioni Non-Governative (NGO) europee del Sociale
La Piattaforma delle Organizzazioni Non-Governative (NGO) del Sociale riunisce circa 40 NGO europee, federazioni e network, compresa ILGA-Europe. La Piattaforma cerca di sviluppare e rafforzare il dialogo civile tra le NGO europee e le istituzioni dell’Unione Europea.
2.4 Allargamento dell’Unione Europea
13 stati – Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Turchia – sono attualmente impegnati nel processo di adesione all’Unione Europea.
Per diventarne membri, questi stati devono soddisfare certi criteri (noti come Criteri di Copenhagen), inerenti ai seguenti campi:
- La dimensione politica – democrazia, diritti umani, stato di diritto e la protezione delle minoranze
- La dimensione economica – un’economia di mercato funzionante e la capacità di resistere alla pressione della concorrenza sul mercato interno
- La piena adozione della legislazione e delle norme della Comunità in vari campi di competenza della comunità.
I negoziati per l’adesione sono iniziate nel caso di Cipro, della Repubblica Ceca, dell’Estonia, dell’Ungheria, della Polonia e della Slovenia nel marzo del 1998, e nel caso della Romania, della Slovacchia, della Lettonia, della Lituania, della Bulgaria e di Malta nel febbraio del 2000. La Turchia non risponde ancora ai requisiti per l’inizio dei negoziati, ma è coinvolta in altre attività preparatorie all’adesione.
Da un punto di vista LGBT, l’importanza dell’allargamento dell’UE risiede nel fatto che gli stati in via di adesione dovranno adottare e rendere efficaci sia gli standard di diritti umani dell’Unione sia tutta la legislazione inerente, inclusa quelle favorevole alle persone LGBT.
2.3 Altri aspetti dell’Unione Europea
Tipi di legislazione della Comunità Europea
La Comunità può adottare tre tipi di legislazione vincolante: Regolamenti, Direttive e Decisioni (Regulations, Directives and Decisions).
I Regolamenti hanno un effetto diretto e si applicano in tutti gli Stati Membri senza il bisogno di una legislazione nazionale.
Va precisato che i Regolamenti europei non vanno assolutamente confusi con i regolamenti nazionali: questi ultimi sono atti di rango inferiore rispetto alla legge ordinaria, con cui non possono essere in contrasto e che, qualora questo avvenga, devono essere disapplicati da qualunque giudice; viceversa i regolamenti europei, a dispetto del nome, sono sovraordinati rispetto alla legge ordinaria.
Le Direttive sono vincolanti per gli Stati Membri per quanto attiene ai risultati che si intende raggiungere, ma lasciano alla discrezione degli Stati Membri la forma ed i modi per ottenerli. Esse devono essere attuate nella legislazione nazionale per generare effetti legali.
Le Decisioni sono legalmente vincolanti per coloro ai quali esse sono indirizzate.
Il Parlamento, il Consiglio e la Commissione possono anche adottare raccomandazioni e risoluzioni, ma esse non sono vincolanti.
Procedure di Co-decisione e Consultazione
La procedura di co-decisione dà al Parlamento il potere di adottare documenti congiuntamente al Consiglio in determinati settori.
Sotto la procedura di Consultazione il Consiglio deve consultare il Parlamento e prendere in considerazione il suo punto di vista. Comunque, il Consiglio non è vincolato dalla posizione del Parlamento ma solo dall’obbligo di consultarlo. Questa è la procedura che si applica alle misure basate sull’Articolo 13 (maggiori dettagli nel seguito).
Conferenze intergovernative
Questo è il termine utilizzato per descrivere negoziazioni fra i governi degli Stati Membri atte ad emendare i Trattati.
Le Parti Sociali
Le parti sociali sono i sindacati ed i datori di lavoro. Le organizzazioni riconosciute dalla Commissione per consultazioni nell’ambito del processo di dialogo sociale sono per i sindacati l’ETUC (European Trade Union Confederation, a cui aderiscono CGIL, CISL e UIL) e l’UNICE e la CEEP per i datori di lavoro del settore pubblico e privato, rispettivamente.
Piattaforma delle Organizzazioni Non-Governative (NGO) europee del Sociale
La Piattaforma delle Organizzazioni Non-Governative (NGO) del Sociale riunisce circa 40 NGO europee, federazioni e network, compresa ILGA-Europe. La Piattaforma cerca di sviluppare e rafforzare il dialogo civile tra le NGO europee e le istituzioni dell’Unione Europea.
2.4 Allargamento dell’Unione Europea
13 stati – Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Turchia – sono attualmente impegnati nel processo di adesione all’Unione Europea.
Per diventarne membri, questi stati devono soddisfare certi criteri (noti come Criteri di Copenhagen), inerenti ai seguenti campi:
- La dimensione politica – democrazia, diritti umani, stato di diritto e la protezione delle minoranze
- La dimensione economica – un’economia di mercato funzionante e la capacità di resistere alla pressione della concorrenza sul mercato interno
- La piena adozione della legislazione e delle norme della Comunità in vari campi di competenza della comunità.
I negoziati per l’adesione sono iniziate nel caso di Cipro, della Repubblica Ceca, dell’Estonia, dell’Ungheria, della Polonia e della Slovenia nel marzo del 1998, e nel caso della Romania, della Slovacchia, della Lettonia, della Lituania, della Bulgaria e di Malta nel febbraio del 2000. La Turchia non risponde ancora ai requisiti per l’inizio dei negoziati, ma è coinvolta in altre attività preparatorie all’adesione.
Da un punto di vista LGBT, l’importanza dell’allargamento dell’UE risiede nel fatto che gli stati in via di adesione dovranno adottare e rendere efficaci sia gli standard di diritti umani dell’Unione sia tutta la legislazione inerente, inclusa quelle favorevole alle persone LGBT.
2.5 L’attinenza dell’Unione Europea ai diritti delle persone LGBT
Negli ultimi due decenni l’Unione Europea è diventata sempre più impegnata nella promozione attiva dei diritti umani. Un indice significativo di quest’impegno si è avuto nel 1997 con l’inclusione nel Trattato di Amsterdam dell’Articolo 13 che metteva in grado la Comunità di "intraprendere azioni appropriate al fine di combattere la discriminazione basata sul genere, sull’origine etnica o razziale, sulla religione o credo, sull’età o sulle tendenze sessuali" (bizzarra traduzione italiana della locuzione "orientamento sessuale", che compare in tutte le altre versioni del trattato). Questo ha portato nel 2000 a:
- L’adozione da parte dell’Unione Europea della Direttiva sul Lavoro, che obbliga gli Stati Membri a introdurre entro tre anni legislazioni che proibiscano discriminazioni nel lavoro in base a determinati motivi, ivi comprese le tendenze sessuali. I paesi che desiderano entrare nell’Unione Europea saranno obbligati a introdurre anch’essi detta legislazione. Dato il numero di paesi interessato, la Direttiva sul Lavoro è sicuramente la più importante iniziativa legislativa individuale nella storia dei diritti di lesbiche, gay e bisessuali.
- Un Programma di Azione Comunitaria per Combattere la Discriminazione, che impegna per la spesa di 100 milioni di euro tra il 2001 ed il 2006 per lottare contro la discriminazione per determinati motivi, tra cui le tendenze sessuali.
L’Unione Europea ha anche adottato la Carta Europea dei Diritti Fondamentali. Essa include le tendenze sessuali tra gli ambiti in cui viene proibita la discriminazione nella sua clausola di non-discriminazione, ed è la prima carta internazionale dei diritti a fare ciò.
Questi sviluppi, insieme ad una serie di risoluzioni del Parlamento Europeo, stanno sempre più stabilendo la regola che la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale è – per quanto riguarda l’Unione Europea – inaccettabile. Questo apre la possibilità di fare progressi nell’eliminazione della discriminazione in tutti gli ambiti che rientrano nelle competenze della Comunità Europea, e particolarmente nel lavoro, nell’accesso a beni e servizi, nelle politiche di asilo ed immigrazione.
3. Il Consiglio d’Europa
Il Consiglio d’Europa è stato fondato nel 1949, come conseguenza della seconda guerra mondiale. Il suo ruolo principale è di rafforzare la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto negli suoi stati membri. Oggi, ha 43 stati membri, con una popolazione totale di 800 milioni di persone, e si estende da Vladivostock a Lisbona, e da Instanbul a Helsinki.
Il suo strumento più importante è la Convenzione Europea dei Diritti Umani, sottoscritta dai 41 stati membri. Essa stabilisce i diritti umani fondamentali che sono applicabili in tutta Europa. Ogni individuo può intentare una causa contro il proprio governo per quanto concerne possibili violazioni della Convenzione.
Le sue principali istituzioni sono:
La Commissione dei Ministri, un corpo decisionale composto dai ministri degli affari esteri dei 43 stati membri. Il suo Presidenza cambia ogni 6 mesi a rotazione, seguendo l’ordine alfabetico degli stati membri. I delegati dei Ministri si riuniscono almeno una volta al mese. Redigono il programma di attività del Consiglio d’Europa e il suo budget. Decidono anche quale seguito debba essere dato alle proposte dell’Assemblea Parlamentare e stabiliscono le conferenze ministeriali specialistiche che il Consiglio dell’Europa organizza regolarmente.
L’Assemblea Parlamentare, un corpo deliberativo composto da 290 rappresentanti, e dallo stesso numero di delegati supplenti, dei parlamenti degli stati membri. La composizione di ogni delegazione riflette quella del suo parlamento di origine. L’assemblea parlamentare tieni 4 sessioni di una settimana ogni anno. I suoi dibattiti riguardo un’ampia gamma di problematiche sociali e le sue raccomandazioni alla Commissione dei Ministri sono state alla radice di molti dei risultati del Consiglio d’Europa.
L’Assemblea gioca un ruolo chiave nel processo di adesione dei nuovi membri e nel vigilare a che gli impegni presi nel processo di adesione vengano adempiuti.
La Corte Europea dei Diritti Umani, formata da un giudice per ciascuno dei 43 stati membri. Esprime giudizi relativi a possibili violazioni della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Quando la Corte ritiene che un particolare governo stia violando la Convenzione, quel governo sarà obbligato ad intraprendere provvedimenti correttivi. I giudizi della Corte che stabiliscono un principio generale relativo ad un paese dovrebbero, in teoria, provocare un’azione conforme anche dagli altri paesi che stanno commettendo una simile violazione della Convenzione. Comunque, in tali casi, il governo in questione potrebbe trascurare di prendere i necessari provvedimenti.
Fino a tempi recenti i casi basati sulla Convenzione Europea erano preventivamente esaminati da un corpo separato, la Commissione Europea sui Diritti Umani. Verso la fine del 1998 le funzioni della Commissione furono assunte dalla Corte, nell’ambito della riorganizzazione della stessa.
Il Consiglio d’Europa e i diritti delle persone LGBT
La Convenzione Europea sui Diritti Umani è stata di grande importanza per la promozione dei diritti di gay e lesbiche negli ultimi 20 anni. Il primo caso coronato da successo, Dudgeon vs. Regno Unito, è del 1981. La Corte giudicò che la proibizione totale di atti sessuali fra persone dello stesso sesso nell’Irlanda del Nord era una violazione della Convenzione. Casi simili seguirono in Irlanda (Norris, 1988), e Cipro (Modinos, 1993). Più di recente, la Commissione Europea sui Diritti Umani ha giudicato che l’età del consenso vigente nel Regno Unito fosse discriminatoria e violasse quindi la Convenzione (1997, Sutherland). A seguire si hanno i giudizi della Corte, nel 1999, che stabiliscono come l’interdizione a gay e lesbiche nelle forze armate del Regno Unito (Lusting-Prean & Beckett vs. Regno Unito, e Smith & Grady vs. Regno Unito) e il trattamento discriminatorio della Corte Suprema di Lisbona nei confronti di un padre gay in un caso di custodia (Salgueiro Da Silva Mouta vs. Portogallo) violassero la Convenzione. Ultimamente, nel caso ADT vs. Regno Unito, la Corte ha stabilito che le discriminatorie leggi sulla privacy erano una violazione della Convenzione.
L’Assemblea Parlamentare ha approvato varie Raccomandazioni a sostegno dei diritti LGBT, la prima risalente al 1981, fino alle 2 ulteriori di questo anno. Queste Raccomandazioni non sono vincolanti per gli stati membri, ma hanno comunque un importante valore di principio.
Contatti:
ILGA-Europe
Avenue de Tervueren 94
B-1040 Brussels, Belgium
Tel +32-2 732 54 88
Fax +32-2 732 51 64
[email protected]
www.ilga-europe.orgRiccardo Gottardi
Tel. +39-347 822 33 26
[email protected]
2.5 L’attinenza dell’Unione Europea ai diritti delle persone LGBT
Negli ultimi due decenni l’Unione Europea è diventata sempre più impegnata nella promozione attiva dei diritti umani. Un indice significativo di quest’impegno si è avuto nel 1997 con l’inclusione nel Trattato di Amsterdam dell’Articolo 13 che metteva in grado la Comunità di "intraprendere azioni appropriate al fine di combattere la discriminazione basata sul genere, sull’origine etnica o razziale, sulla religione o credo, sull’età o sulle tendenze sessuali" (bizzarra traduzione italiana della locuzione "orientamento sessuale", che compare in tutte le altre versioni del trattato). Questo ha portato nel 2000 a:
- L’adozione da parte dell’Unione Europea della Direttiva sul Lavoro, che obbliga gli Stati Membri a introdurre entro tre anni legislazioni che proibiscano discriminazioni nel lavoro in base a determinati motivi, ivi comprese le tendenze sessuali. I paesi che desiderano entrare nell’Unione Europea saranno obbligati a introdurre anch’essi detta legislazione. Dato il numero di paesi interessato, la Direttiva sul Lavoro è sicuramente la più importante iniziativa legislativa individuale nella storia dei diritti di lesbiche, gay e bisessuali.
- Un Programma di Azione Comunitaria per Combattere la Discriminazione, che impegna per la spesa di 100 milioni di euro tra il 2001 ed il 2006 per lottare contro la discriminazione per determinati motivi, tra cui le tendenze sessuali.
L’Unione Europea ha anche adottato la Carta Europea dei Diritti Fondamentali. Essa include le tendenze sessuali tra gli ambiti in cui viene proibita la discriminazione nella sua clausola di non-discriminazione, ed è la prima carta internazionale dei diritti a fare ciò.
Questi sviluppi, insieme ad una serie di risoluzioni del Parlamento Europeo, stanno sempre più stabilendo la regola che la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale è – per quanto riguarda l’Unione Europea – inaccettabile. Questo apre la possibilità di fare progressi nell’eliminazione della discriminazione in tutti gli ambiti che rientrano nelle competenze della Comunità Europea, e particolarmente nel lavoro, nell’accesso a beni e servizi, nelle politiche di asilo ed immigrazione.
3. Il Consiglio d’Europa
Il Consiglio d’Europa è stato fondato nel 1949, come conseguenza della seconda guerra mondiale. Il suo ruolo principale è di rafforzare la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto negli suoi stati membri. Oggi, ha 43 stati membri, con una popolazione totale di 800 milioni di persone, e si estende da Vladivostock a Lisbona, e da Instanbul a Helsinki.
Il suo strumento più importante è la Convenzione Europea dei Diritti Umani, sottoscritta dai 41 stati membri. Essa stabilisce i diritti umani fondamentali che sono applicabili in tutta Europa. Ogni individuo può intentare una causa contro il proprio governo per quanto concerne possibili violazioni della Convenzione.
Le sue principali istituzioni sono:
La Commissione dei Ministri, un corpo decisionale composto dai ministri degli affari esteri dei 43 stati membri. Il suo Presidenza cambia ogni 6 mesi a rotazione, seguendo l’ordine alfabetico degli stati membri. I delegati dei Ministri si riuniscono almeno una volta al mese. Redigono il programma di attività del Consiglio d’Europa e il suo budget. Decidono anche quale seguito debba essere dato alle proposte dell’Assemblea Parlamentare e stabiliscono le conferenze ministeriali specialistiche che il Consiglio dell’Europa organizza regolarmente.
L’Assemblea Parlamentare, un corpo deliberativo composto da 290 rappresentanti, e dallo stesso numero di delegati supplenti, dei parlamenti degli stati membri. La composizione di ogni delegazione riflette quella del suo parlamento di origine. L’assemblea parlamentare tieni 4 sessioni di una settimana ogni anno. I suoi dibattiti riguardo un’ampia gamma di problematiche sociali e le sue raccomandazioni alla Commissione dei Ministri sono state alla radice di molti dei risultati del Consiglio d’Europa.
L’Assemblea gioca un ruolo chiave nel processo di adesione dei nuovi membri e nel vigilare a che gli impegni presi nel processo di adesione vengano adempiuti.
La Corte Europea dei Diritti Umani, formata da un giudice per ciascuno dei 43 stati membri. Esprime giudizi relativi a possibili violazioni della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Quando la Corte ritiene che un particolare governo stia violando la Convenzione, quel governo sarà obbligato ad intraprendere provvedimenti correttivi. I giudizi della Corte che stabiliscono un principio generale relativo ad un paese dovrebbero, in teoria, provocare un’azione conforme anche dagli altri paesi che stanno commettendo una simile violazione della Convenzione. Comunque, in tali casi, il governo in questione potrebbe trascurare di prendere i necessari provvedimenti.
Fino a tempi recenti i casi basati sulla Convenzione Europea erano preventivamente esaminati da un corpo separato, la Commissione Europea sui Diritti Umani. Verso la fine del 1998 le funzioni della Commissione furono assunte dalla Corte, nell’ambito della riorganizzazione della stessa.
Il Consiglio d’Europa e i diritti delle persone LGBT
La Convenzione Europea sui Diritti Umani è stata di grande importanza per la promozione dei diritti di gay e lesbiche negli ultimi 20 anni. Il primo caso coronato da successo, Dudgeon vs. Regno Unito, è del 1981. La Corte giudicò che la proibizione totale di atti sessuali fra persone dello stesso sesso nell’Irlanda del Nord era una violazione della Convenzione. Casi simili seguirono in Irlanda (Norris, 1988), e Cipro (Modinos, 1993). Più di recente, la Commissione Europea sui Diritti Umani ha giudicato che l’età del consenso vigente nel Regno Unito fosse discriminatoria e violasse quindi la Convenzione (1997, Sutherland). A seguire si hanno i giudizi della Corte, nel 1999, che stabiliscono come l’interdizione a gay e lesbiche nelle forze armate del Regno Unito (Lusting-Prean & Beckett vs. Regno Unito, e Smith & Grady vs. Regno Unito) e il trattamento discriminatorio della Corte Suprema di Lisbona nei confronti di un padre gay in un caso di custodia (Salgueiro Da Silva Mouta vs. Portogallo) violassero la Convenzione. Ultimamente, nel caso ADT vs. Regno Unito, la Corte ha stabilito che le discriminatorie leggi sulla privacy erano una violazione della Convenzione.
L’Assemblea Parlamentare ha approvato varie Raccomandazioni a sostegno dei diritti LGBT, la prima risalente al 1981, fino alle 2 ulteriori di questo anno. Queste Raccomandazioni non sono vincolanti per gli stati membri, ma hanno comunque un importante valore di principio.
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