"Alla luce degli ultimi gravi atti di violenza esercitati da esponenti dell'associazione neonazista Forza Nuova, come l'attentato alla redazione del quotidiano Il Manifesto, non possiamo non unirci alla richiesta di quanti dalla società civile e democratica del paese chiedono lo scioglimento di questo gruppo di estrema destra. Desideriamo ricordare che nei mesi passati fummo fra coloro che denunciarono la pericolosità delle campagne razziste e xenofobe lanciate da Forza Nuova, di cui sono state oggetto le nostre associazioni, militanti del movimento e circoli politici di diverse città italiane, in particolare a Verona e a Roma, in occasione del World Gay Pride. In particolare sconcerta, l'appoggio che esponenti istituzionali, come il presidente della Regione Lazio Storace, il sindaco di Treviso, esponenti di spicco della Giunta veronese e padovana, hanno da sempre accordato agli esponenti di Forza Nuova e allo loro manifestazioni pubbliche di chiara matrice neonazista.
Oggi come allora, siamo convinti che Forza Nuova si ponga al di fuori di una dialettica democratica, ma che sia espressione di una ricomposizione drammatica di estremisti culturali intrisi e collusi con l'integralismo religioso e l'odio razziale. Oggi come allora, siamo convinti che offendere, usare violenza o istigare alla violenza verso omosessuali, lesbiche e transessuali sia un fatto grave che offende la natura civile del nostro paese, quanto l'offende l'odio verso etnie differenti. Se la legge non autorizza le associazioni a costituirsi parte civile quando un gruppo di persone lanciano messaggi di odio nei confronti di omosessuali, lesbiche e transessuali, vuol dire che la legge va cambiata. E per questo abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere al Parlamento di riformare la legge Mancino, comprendendo fra le cause di reato anche gli atti di violenza o di razzismo verso gay, lesbiche e transessuali.
Siamo consapevoli che lo scioglimento di Forza Nuova, non significherà arrestare processi di riorganizzazione e di riaffermazione di una cultura neofascista e razzista nel paese, ma a partire da questo atto che riteniamo dovuto, sarà quanto mai necessario lavorare a partire dalla sinistra del paese, affinché nella società si sviluppi quell'antidoto culturale verso processi antidemocratici e repressivi di cui lesbiche, gay e transessuali sono spesso primo bersaglio, "il nemico interno" che la destra utilizza a fini elettoralistici per scaricare le ansie della popolazione, eccitando le insicurezze sociali.
La libertà, la diversità, il pluralismo sono il sale della democrazia di ogni paese civile e la partecipazione alla vita politica è un anticorpo indispensabile per frenare questi processi di imbarbarimento. Da qui è necessario ripartire.
Titti De Simone
presidente nazionale ArciLesbica Marcella Di Folco
presidente nazionale ArciGay Sergio Lo Giudice
presidente MIT