“Siamo felici di apprendere della sconfitta elettorale della destra veronese — commenta il presidente nazionale Arcigay, Sergio Lo Giudice — . Per anni la destra di questa bella città ha rappresentato in Italia un raro esempio di omofobìa, disprezzo e razzismo nei confronti delle persone omosessuali, sfoggiando un integralismo religioso che non aveva nulla da invidiare a quello dei talebani e dell’islam più fanatico.
“Siamo felici della vittoria di quella parte di società politica e civile di Verona — continua Lo Giudice – che in questi anni difficili per i cittadini omosessuali della città è stata al nostro fianco, nelle manifestazioni, nelle iniziative politiche e culturali, come nella vita di tutti i giorni”.
L’ostilità della maggioranza del centro-dentra veronese verso le persone omosessuali conserva un esempio clamoroso nell’approvazione nel ’95 di un ordine del giorno in cui si rigettava con sdegno una risoluzione del Parlamento Europeo per la parità dei diritti dei cittadini omosessuali nell’Unione. Nel dibattito in Consiglio Comunale che accompagnò quel voto alcuni consiglieri, quali Romano Bertozzo, Lega Nord, e Elmo Padovani, Patto Segni e in seguito Forza Italia, usarono parole di disprezzo verso le persone omosessuali e le donne. “Noi accetteremo di riconoscere i diritti degli omosessuali — disse Bertozzo – a patto che loro cedano alla nostra chirurgia i loro attributi”. La maggioranza di centro-destra, anche dopo il cambio di legislatura, si è sempre rifiutata di prendere le distanze da quel voto anacronistico e contrario ai principi di laicità, pluralismo e libertà su cui si fonda l’occidente moderno e democratico.