Nella bella sala di via Speciano a Cremona ‘Arcigay "La Rocca" ha organizzato la serata – dibattito: "Conoscere il passato, capire il presente, immaginare il futuro: Arcigay vs. Arcilesbica". Moderati egregiamente dal caporedattore del quotidiano "La Provincia", Paolo Gualandris, si sono confrontati, sui principali temi del movimento GLBT, il segretario nazionale di Arcigay, Aurelio Mancuso, e la presidente di Arcilesbica, Cristina Gramolini.
Prima fra tutte, la domanda di rito: si tratta di una scissione o una gemmazione?
‘ toccato perciò alla Gramolini ripercorrere la storia della creazione nel 1990 di Arcigay Donna, poi dello sdoppiamento del nome in "Arcigay-Arcilesbica" nel 1994 ed infine della divisione del 1996. Per poi sottolineare come la prima differenza tra le due associazioni è quella sessuale: "’è una soggettività lesbica che necessita di uno spazio di autonomia".
Aurelio Mancuso ha sottolineato come la scelta del’autonomia sia stata condivisa da Arcigay, che, con un lungimirante senso della realtà, non ha mai ostacolato il processo di creazione di Arcilesbica. Da qualche anno le due associazioni, ancora oggi in linea di principio federate, si sono allontanate a livello nazionale, mentre continuano a lavorare insieme in molte situazioni locali.
Gualandris ha fatto poi notare come negli statuti delle due associazioni ci sia una differenza di vedute sul piano del’azione politica: "Mentre Arcigay si pone come referente istituzionale, indipendentemente dai partiti che governano, Arcilesbica fa una distinzione più netta e si rivolge costruttivamente solo alla sinistra".
"Le destre italiane sono retrograde e illiberali" – ha precisato la Gramolini – "e interloquire con loro vorrebbe dire legittimarle nelle loro posizioni. Poi ‘è sempre qualcuno che nella destra si dimostra aperto verso le tematiche GLBT, ma è solo una trappola per disorientare il movimento, queste stesse persone non hanno mai fatto nulla di concreto per cambiare le posizioni dei loro partiti".
Da Aurelio Mancuso viene però ‘appunto che, nonostante la pericolosità delle destre italiane, se u’istituzione, in quanto rappresentante di tutti i cittadini, concede dei benefici al movimento (il patrocinio al Gay Pride di Bari, per esempio), questi non possono essere rifiutati: "Noi badiamo alla sostanza, ad aumentare le possibilità che oggi le persone omosessuali vivano meglio".
Il modello è quello di Nilde Iotti, presidente della Camera e comunista, che nel momento in cui è diventata rappresentante di una istituzione, si è posta al di sopra delle parti. Non rapportarsi alle istituzioni vorrebbe dire svalorizzarle, e fare il gioco delle destre, che hanno interesse a farne delle succursali dei partiti che governano, e non enti che rappresentano tutti i cittadini e che si pongono sopra i partiti.
La Gramolini tuttavia rimane "diffidente" quando vengono fatte delle concessioni al movimento GLBT: "Non vorrei essere strumentalizzata: se lo fanno vuol dire che hanno un loro tornaconto, non che hanno cambiato le posizioni dei loro partiti". Forse, ha osservato la presidente di Arcilesbica, il movimento GLBT oggi ha paura della sua "radicalità".
Le posizioni tra i due interlocutori si invertono quando ‘argomento si sposta sul movimento "new global" o "no global", che combatte la globalizzazione neoliberista.
Mentre Aurelio Mancuso insiste sulla centralità della questione sessuale, che spesso non è riconosciuta da quel movimento ("io devo lottare prima di tutto per i miei diritti, non voglio vederli scolorire dietro altre questioni, seppur importanti, ma non più della mia"), la Gramolini risponde con la piena adesione di Arcilesbica al "movimento dei movimenti", che "unisce diverse realtà in lotta contro diverse ingiustizie". Al Social Forum Europeo di Firenze, Arcilesbica ha portato le sue istanze ed a cercato di far dare loro ‘importanza che meritano.
Ciò è accaduto anche per i circoli Arcigay che a Firenze hanno portato le loro istanze per il riconoscimento dei diritti civili.
Proseguendo nei numerosi temi affrontati durante il dibattito, si è discusso dei problemi della quotidianità delle persone omosessuali (il coming-out, la discriminazione, ecc.) e dei servizi concreti che le due associazioni offrono ai loro soci.
Se ‘Arcigay, potendo contare su una disponibilità logistica e strutturale più ampia, propone ai suoi soci diversi servizi (locali ricreativi, informazioni, tutela legale, prevenzione MTS, ecc.), ‘Arcilesbica, con una potenzialità più ristretta, offre comunque una "linea lesbica amica", che ancora oggi molte donne usano per uscire da situazioni di invisibilità o di discriminazione. Inoltre, offre un esercizio di visibilità delle lesbiche, sia al’interno del movimento GLBT, che al’esterno, nel’opinione pubblica.
I due interlocutori di questo lungo dibattito si trovano poi entrambi pienamente in accordo sulla condanna del’episodio di discriminazione avvenuto in un oratorio cremonese, ricordato dal presidente del’Arcigay "La Rocca", e che ha fatto molto discutere la piccola città lombarda. Paolo Gualandris, giornalista del quotidiano su cui è esploso il caso, racconta che tutte le lettere giunte in redazione sono state assolutamente solidali con le persone omosessuali; solo una, pubblicata dal quotidiano, era macchiata da una palese omofobia.
Lo stesso moderatore, nella speranza di dar vita ad una piccola "svolta di Cremona", ha quindi sollecitato le due associazioni a riprendere il dialogo riaperto in occasione della serata ed a organizzare iniziative comuni.
"Io proporrei degli appuntamenti fissi, per esempio ogni mese, che siano di pressione per ottenere delle leggi che tutelino i diritti di tutti: credo che il movimento sia pronto" – propone la Gramolini.
"’ utile che Arcigay e Arcilesbica si parlino" – risponde Mancuso – "tenendo conto che in molte realtà locali già operano assieme: cerchiamo di far ripartire il nostro dialogo".
E con le promesse e i buoni propositi che sempre vengono fuori da un dibattito e da un dialogo, si è chiusa la serata "Arcigay vs. Arcilesbica": né vincitori, né vinti, quindi, solo una grande voglia ‘impegno e di collaborazione. Alle promesse sapranno seguire i fatti?
Un buon successo, nel’organizzazione della serata, ‘ha ottenuto il circolo Arcigay "La Rocca" di Cremona, che ha portato, in una città di provincia, circa cinquanta persone ad assistere ad un dibattito vivace e ricco di spunti.
Instancabili, gli attivisti cremonesi proseguono nelle loro attività: il primo dicembre, in occasione della giornata mondiale della lotta al’AIDS, saranno presenti per tutta la giornata in via Campi per distribuire materiale informativo e preservativi gratis.