Il coordinatore regionale di An: la concessione del patrocinio non è un gesto sbagliato Tatarella apre al Gay Pride "Le minacce sono segno di stupidità e intolleranza" «Un errore politicizzare il Gay Pride». Salvatore Tatarella si tiene lontano dalle polemiche sulla manifestazione che si svolgerà a Bari nel prossimo mese di giugno. «La contrarietà ai principi che ispirano l´iniziativa – dice – non possono essere confusi con l´avversione al patrocinio, che Regione, Provincia e Comune hanno fatto bene a concedere perché patrocinare una manifestazione non significa condividerla: è solo un modo per non escludere una parte della società». Secondo il segretario regionale di An i partiti devono tenersi alla larga dalle polemiche. Sulle minacce e al presidente dell´Arcigay di Puglia, Michele Bellomo, e sulle scritte intimidatorie apparse sui muri della città, poi, Salvatore Tatarella è
categorico: «Non so chi siano gli autori, ma sono episodi di stupidità e di intolleranza, che vanno condannati a prescindere dalla parte da cui provengono».
La politica rimanga fuori dal Gay Pride. «È una manifestazione come tante», dice Salvatore Tatarella. Dopo settimane di polemiche, anche roventi, il segretario regionale di Alleanza nazionale rompe il silenzio che si è imposto fin dall´inizio di questa vicenda e accetta di dire la sua. Non senza andare controcorrente. Anche rispetto ad alcuni esponenti del suo partito, nemici giurati della prima ora della manifestazione promossa dall´Arci Gay, ma anche senza polemizzare con nessuno. «La contrarietà al Gay Pride e anche la manifesta avversità ai principi che professa – spiega Salvatore Tatarella – non può diventare contrarietà al patrocinio da parte degli enti pubblici». Vuol dire che Regione, Provincia e Comune di Bari non hanno sbagliato a patrocinare la manifestazione? «Il punto non è questo – ribatte Tatarella – Ritengo che il patrocinio non possa diventare una discriminante per il semplice motivo che si concede a tutti. Certo, nessun ente pubblico apporrà il proprio marchio su una manifestazione apertamente contraria al diritto naturale, ma si tratta di casi limite. Patrocinare non vuol dire condividere, ma più semplicemente riconoscere l´esistenza di un´espressione della società. Quindi, va visto come una volontà di non escludere. Se la Federcaccia chiede al Comune o alla Regione il patrocinio per una mostra è naturale che venga concesso, anche se, ovviamente, gli ambientalisti non saranno d´accordo. Nella società ci sono espressioni che non sono universalmente condivise, ma che hanno comunque il diritto di esprimersi». Anche per questa ragione, An al Comune non ha assunto la posizione di chiusura netta assunta alla Regione. Di fronte alla concessione del patrocinio, non ha battuto ciglio. «Non è un fatto politico e non deve diventarlo», insiste Salvatore Tatarella, lasciando intendere di non avere alcuna intenzione di innalzare le barricate. «Indubbiamente – spiega il segretario regionale di Alleanza nazionale – rispetto la posizione di chi, come Alfredo Mantovano, si è schierato fin dal primo momento contro il Gay Pride. Ne abbiamo parlato: la sua posizione nasce da profonde convinzioni religiose, che tutti abbiamo il dovere di tenere in considerazione». Ciò che Salvatore Tatarella non ammette di sicuro sono gli episodi di intolleranza verificatisi nei giorni scorsi. Il segretario regionale di An rimanda al mittente le minacce al portavoce del Gay Pride, Michele Bellomo, e le scritte sui muri, attribuite a Forza Nuova. «Non so se sia stata Forza Nuova o qualcun altro – rileva Tatarella – In ogni caso, la sostanza non cambia: si tratta di episodi di intolleranza e di stupidità. E stupidità ed intolleranza vanno sempre condannate. A prescindere dalla parte da cui provengono».