BOLZANO. Il nome ufficiale è «Registro comunale delle Unioni civili»: in sostanza un registro anagrafico per le coppie di fatto – etero e omosessuali. Una novità per Bolzano, anche se non per ‘Italia, con poche ripercussioni concrete (forse solo nel’ambito del’edilizia sociale) ma un forte valore simbolico. Il primo passo in questa direzione è stato compiuto dalla giunta comunale, che ha dato il nulla osta affinché del’argomento discuta il Consiglio. Il sindaco Salghetti: un segnale al legislatore nazionale.
Bolzano
‘iniziativa è partita dal’Arcigay «Centaurus», ‘associazione omosessuale altoatesina, ed è approdata in giunta grazie al’interessamento di Verdi e Ds. La giunta non ha fatto altro che rimandare la palla al Consiglio, che sarà chiamato a decidere sulla questione. Ma anche questo nulla osta è un passo avanti. Di cosa si tratta, in concreto? Di un registro anagrafico comunale che certifichi ‘esistenza delle coppie di fatto, etero e omosessuali. Un atto più simbolico che concreto: la competenza in materia anagrafica è esclusivamente statale e il Comune non ha voce in capitolo. Ma poiché a livello nazionale non esiste ancora una legge organica in questa materia, quello di Bolzano potrebbe essere – nelle parole del sindaco Salghetti – «un segnale per il legislatore nazionale».
Un segnale tut’altro che isolato, dato che sono già ventotto le città italiane che si sono dotate del «Registro comunale delle Unioni civili». Spiega Ingrid Facchinelli, presidentessa di Centaurus: «Per noi è già un passo avanti che anche a Bolzano si decida di parlare di questo tema. Perché è vero che finché non esiste una legge nazionale i singoli Comuni non possono fare nulla, ma è anche vero che un registro delle coppie di fatto – aperto a coppie etero e omosessuali – può servire per tutte le delibere comunali che riguardano in qualche maniera le coppie. Ad esempio ‘assegnazione delle case».
Se infatti lo stesso sindaco afferma che tale registro giuridicamente non avrebbe alcun valore, ‘assessore Mauro Bertoldi suggerisce un possibile ambito di impiego: «Prendiamo il caso – spiega – del’edilizia sociale. Nel’eventualità della morte di un intestatario di un alloggio comunale o del’Ipes, qui potrebbe subentrarvi il suo partner (o la sua compagna mai sposata) se il loro rapporto fosse "ufficializzato" da un registro comunale. ‘ solo u’ipotesi, ovviamente, ma può rendere ‘idea del possibile uso di un registro delle coppie di fatto».
I Comuni che in Italia hanno già attivato il registro considerano come coppia di fatto, o meglio «unione civile», una coppia che abbia convissuto per almeno un anno. «Lo si verifica attraverso i certificati di residenza – spiega ancora Ingrid Facchinelli – e ovviamente ‘autocertificazione. Il registro sarebbe importante anche perché potrebbe essere usato pure dalla Provincia. Per altro ci sono già diverse regioni, prima di tutte la Toscana, che hanno approvato una legge contro la discriminazione per orientamento sessuale, così come consigliato anche dal’Ue. E in tutte queste leggi si prevede ‘istituzione dei registri delle coppie di fatto. Il tutto, ripeto, in attesa della legge nazionale».
Riassumendo: il Consiglio comunale dovrà decidere se attivare o meno un registro comunale «interno», senza valenza giuridica e con iscrizione volontaria, che potrebbe dare una patente di ufficialità alle coppie di fatto. In questa decisione Bolzano non farebbe altro che seguire decine di altri Comuni italiani che negli ultimi anni si sono mossi in questa direzione, spinti dalle richieste sempre più pressanti delle associazioni omosessuali. La votazione in Consiglio potrebbe aver luogo a febbraio e il sindaco Salghetti sembra possibilista: «’ un atto poco più che simbolico, ma non sono contrario. La mia idea di famiglia è u’altra, ma non per questo voglio discriminare le coppie di fatto».
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