GROSSETO — “Sarà un evento che trasformerà la nostra città, rendendola migliore”. Davide Buzzetti, presidente del Circolo Arcigay Leonardo da Vinci di Grosseto non nasconde il suo entusiasmo nel presentare, stamattina in conferenza stampa, la manifestazione che concluderà il Toscana Pride 2004. Un evento al quale sono previsti almeno 50.000 partecipanti. “Coinvolgeremo le strutture turistiche e commerciali, oltre naturalmente agli enti locali. Trasformeremo Grosseto da paese in città”.
Alla conferenza stampa sono presenti anche Mirco Zanaboni, del centro Ireos di Firenze, e Regina Satariano, transessuale viareggina eletta presidente del Comitato Toscana Pride 2004 che organizzerà la serie di iniziative previste nella prossima primavera su tutto il territorio regionale. “La città di Grosseto potrà vedere che non ci sono marziani tra i partecipanti al Pride — ha detto Regina — Siamo certi che la città accoglierà la notizia di questa manifestazione con gioia, esattamente come la diamo noi. Non dimentichiamo che il Pride porta anche molti soldi: turismo, commercio, accoglienza”.
Zanaboni ha evidenziato alcuni elementi del programma del Toscana Pride che si svolgerà nei mesi di aprile, maggio e giugno 2004 e che si vanta di essere una manifestazione decentrata con eventi sparsi su tutta la regione: tra questi, il Priscilla Bus, un bus colorato, pieno di contenuti, che porterà piccoli spettacoli di piazza, mostre, materiale informativo, esperti, dibattiti nei paesi della provincia, dove anche in assenza di organismi legati alla comunità glbt, potranno nascere momenti di confronto e di riflessione sulle diversità sessuali.
La manifestazione finale si svolgerà nel centro di Grosseto alla fine di giugno 2004, preceduta da una settimana fitta di iniziative culturali preparatorie.
Da "Il Tirreno" del 04.12.03 di Elisabetta Giorgi
La Maremma capitale dell’orgoglio gay
A metà giugno potrebbero sfilare in città 50mila persone. Il percorso è già fatto, ma subito esplode la polemica. Gli organizzatori confermano: megaraduno nazionale a Grosseto
GROSSETO. Presto Grosseto ospiterà la giornata conclusiva, l’evento clou del Gay Pride («orgoglio omosessuale») 2004. Accadrà un sabato di giugno, forse il 19 o il 26. E per quel giorno è prevista in città l’affluenza di un’enorme massa di persone, circa cinquantamila e tutte appartenenti alla vasta e formidabile comunità nazionale dei Glbt, sigla che sta per gay, lesbiche, bisessuali e transessuali d’Italia. Per questa gigantesca manifestazione il Comitato promotore toscano sta per attivarsi concretamente ed è pronto a definire accordi con gli enti locali, affinché il tutto sia sostenuto anche a livello istituzionale.
L’eccezionale notizia era trapelata da un paio di giorni, ma ieri mattina una conferenza stampa nel palazzo municipale le ha conferito i crismi dell’ufficialità, sempre ovviamente che la candidatura grossetana sia confermata, essendo per ora nient’altro che una proposta. Così hanno reso noto ieri Regina Satariano (presidentessa Comitato toscana Pride 2004), Alessio De Giorgi (presidente Arcigay Toscana), e Davide Buzzetti (presidente circolo Leonardo da Vinci di Grosseto), dopo aver precisato come quello che i profani chiamano Gay Pride sia in realtà un enorme contenitore a più voci. Non una manifestazione unica, ma una serie di manifestazioni in più luoghi del Belpaese, in una sorta di strordinario collettore che culminerà nella giornata nazionale grossetana.
L’idea di ospitare in Toscana e a Grosseto l’orgoglio gay e lesbico nacque a maggio ancor prima che si svolgesse il Bari Pride. Poiché da sempre si percepiva in questa regione l’esistenza di una comunità sessuale variegata ma bisognosa di integrazione, da lì nacque l’ipotesi di far diventare il Gay Pride 2004 come un forte momento di amalgama tra le varie esperienze regionali, e che fosse guidato da un fondamentale spirito di «decentramento». Un Pride multiforme, insomma, che diffondesse ovunque il verbo dell’integrazione sessuale: da Grosseto a Lucca, da Pisa a Viareggio per finire alle altre realtà più periferiche. Il tutto all’insegna di corpose iniziative culturali, mostre fotografiche, film festival o concorsi video. Per questo e altro Grosseto è stata scelta come capofila delle città toscane, ma anche come destinazione finale a livello nazionale. E se la cosa suonasse strana, fatti alcuni confronti con realtà metropolitane più corpose, è proprio sulla dimensione provinciale del capoluogo che si è basata la scelta. «Lontana dai grandi centri – come denuncia Buzzetti – Grosseto è perennemente a rischio di isolamento culturale e politico, o di emarginazione sessuale. Per l’omosessuale grossetano l’unica via di fuga è spesso l’emigrazione in altre città più grandi.
Ma noi vogliamo che anche le città più piccole possano svoltare. E da quest’enorme manifestazione la nostra città potrebbe uscir fuori rinnovata e più moderna». A dimostrazione dell’enorme importanza simbolica che Grosseto riveste per la comunità Gay, il comitato toscano ha anche stilato un pamphlet e una mappa dettagliata dei percorsi del corteo – partenza da piazza Barzanti, poi piazza Volturno e Rosselli, stazione e centro cittadino – con tanto di megamanifestazione finale a Rispescia, nella sede di Legambiente. Una sette giorni di concerti, dibattiti e mostre «dai quali – continua Regina Satariano, icona viareggina dei trans – potrebbero persino trarre beneficio turismo e attività commerciali o ricettive». Ma se invece Grosseto non fosse in grado di competere con il movimento omosex di tutt’Italia, abituato com’è alle grandi metropoli? «L’accoglienza non è un problema», minimizza il sindaco Antichi, che pure spiega di non aver ancora ricevuto richieste ufficiali dal movimento. «Cinquantamila persone per noi non sono un dramma, e Grosseto è preparata per i grandi eventi. Ma io ancora non so niente di preciso. Presumo che i gruppi mi manderanno un promemoria, e allora si tratterà di mettere tutti in sinergia, prefettura e polizia, e decidere insieme».
Agresti è su tutte le furie «La impedirò a ogni costo»
An annuncia battaglia, il sindaco Antichi è possibilista
GROSSETO. La notizia che il Gay Pride possa essere organizzato a Grosseto sembra aver colto di sorpresa almeno una parte della giunta comunale, che se da una parte si dice disponibile a ospitare la manifestazione (Antichi), dall’altra respinge con durezza e parole di fuoco l’apertura della città all’orgoglio omosessuale (Agresti). Già lo scorso anno aspre posizioni spaccarono minoranza e maggioranza comunali su un documento regionale che riguardava i diritti degli omosessuali. La bufera è di nuovo in agguato, sugli stessi temi.
Alessandro Antichi, che per ironia della sorte è stato raggiunto telefonicamente mentre stava andando ad un convegno a Bari (ultima sede del Pride), è per il momento vago, ma si dichiara possibilista sull’eventuale patrocinio che a gennaio il Comitato promotore chiederà agli enti locali, Comune compreso. «Il patrocinio non sarà un problema – risponde lui – solo che si tratterà di muoversi e organizzarsi per tempo, e prima di tutto capire bene cosa vogliono queste persone e di cosa si tratta. Vedremo, insomma». E se possibilista è la sua posizione, contrarissima è quella del vicesindaco Andrea Agresti. «Farò il possibile perché Grosseto non ospiti il Gay Pride – risponde categorico – E cercherò di fare quanto mi sarà possibile perché Grosseto non sia sede del Gay Pride. Lo farò a tutela della dignità della città». Che Alleanza nazionale ce l’abbia per caso con gli omosessuali? «Assolutamente no –
spiega lui – non è questione di rispetto della diversità: noi rispettiamo tutti. Solo che certe forme di esibizionismo in cui degenerano queste manifestazioni non rispettano la dignità della città». E se non riuscisse a impedire che il Gay Pride 2004 si svolga a Grosseto? «Eventualmente – conclude Agresti – organizzerò una contromanifestazione e porteremo per le strade migliaia di grossetani normali a occupare gli spazi che dovrebbero occupare i partecipanti al Gay Pride».
Da "Il Tirreno del 05.12.03
«Chi ci accusa di esibizionismo ignora la verità dei fatti»
GROSSETO. «Chi ci accusa di esibizionismo è un ignorante». Davide Buzzetti, del comitato del Gay Pride, esprime apprezzamento per la posizione espressa dal sindaco Antichi e dice che la reazione di Agresti «rende chiaro a tutti il ritardo politico e culturale di alcune parti della maggioranza, sicuramente minoritarie, eppure aggressive, quanto lontane dal sentire della gente. Sarei curioso – dice – di vedere di chi può partecipare alla manifestazione dei normali; vorrei anche capire, poi, chi vuole definirsi normale, omologato, appiattito sui modelli».
«Noi rivendichiamo l’importanza della diversità – continua Buzzetti che è anche presidente del circolo Arcigay di Grosseto -, ognuno di noi ha proprie peculiarità di cui è auspicabile che sia orgoglioso, per questo saremo in piazza a giugno, per affermare questo diritto, nel pieno rispetto dell’altro. Il Gay Pride è l’occasione per far emergere le ingiustizie, le discriminazioni, e sconfiggerle». Ma perché proprio a Grosseto?. «Un atto d’amore verso la nistra città – dice Buzzetti -; una formidabile occasione per uscire dall’isolamento culturale, sociale, mediatico ed economico».