I gay, la nuova trincea civile

  

NEW YORK – Mercoledì delle Ceneri. I passanti lungo la Quinta Avenue, cielo azzurro e tiepido sole di primavera, portano sulla fronte la croce con il segno di cenere, polvere sei e polvere ritornerai. In 73 cinema cittadini debutta la Passione di Cristo di Gibson, polemiche e picchetti: 20 milioni di click sul sito del film. Nel primo giorno di Quaresima infuria il dibattito sul matrimonio degli omosessuali. Il presidente George W. Bush vuole un emendamento alla Costituzione per proteggere le «sacre nozze» e la battaglia culturale americana passa dalla religione, a Hollywood, alla campagna presidenziale 2004.

San Francisco gay

San Francisco gay

La scelta di Bush arriva dopo una discussione violenta alla Casa Bianca. I numeri non sono buoni, né sul’economia, né sull’Iraq. Lo sfidante più papabile, John Kerry, ha un passato da eroe in Vietnam che lo rende tetragono alle calunnie di essere imbelle, e il suo rivale John Edwards ha allestito una campagna populista contro il libero mercato, che è demagogica, ma preoccupa Bush al Sud. Il consigliere machiavellico Karl Rove deve decidere il da farsi: lanciare o no una nuova Kulturkampf , battaglia culturale contro i valori e gli ideali avversari? Davanti a Bush due dossier con due nomi e date, «Lee Atwater 1988» e «Pat Buchanan 1992».
Nel 1988 il candidato George Bush padre fu persuaso dal suo aggressivo consigliere Lee Atwater, un chitarrista blues, ad attaccare il candidato democratico Michael Dukakis sui valori. Dukakis, malgrado due anni di servizio militare in Corea, fu ritratto come un progressista contrario alla pena di morte «anche se gli stuprano la moglie». Atwater ebbe successo e Bush padre fu eletto. Quattro anni più tardi, però, Bush padre fu incalzato a destra da Pat Buchanan, protezionista e reazionario. Alla Convenzione di Houston, Buchanan denunciò le «femminaziste», con toni razzisti e foschi. Bush padre restò impalato ad ascoltare la requisitoria maccartista. Si levò allora a parlare, nel suo ultimo magico discorso, ‘ex presidente Ronald Reagan che, con parole profetiche, ammonì: io mi sono sempre appellato agli ideali migliori del popolo americano, non ai suoi peggiori istinti, attenti o ci dividiamo. Bush padre fu sconfitto da Bill Clinton e per otto anni i repubblicani esiliati dalla Casa Bianca.

Nel 2000 Rove boccia la Kulturkampf e fa correre Bush da moderato, adesso teme i sondaggi divaricati, il diesel dei consensi Kerry e il sexy Edwards e, a malincuore, recluta anche il figlio alla crociata dei valori.
Funzionerà? I numeri che Rove ha messo nei dossier per Bush sono affilati come rasoi. Il 39% degli americani vuole le nozze omosessuali, il 55% è contrario, con un 6% incerto. Ma già il 45% vuole, e il 7% non si oppone, unioni civili che assicurino diritti legali ai gay conviventi, pur privandoli dei fiori ‘arancio.
Contrario il 48%. E se il 46% dei cittadini si dice favorevole a un emendamento per proibire le nozze gay, il 45% preferisce lasciare la scelta agli Stati, con il 9% di incerti. Bush vuole mobilitare la propria base più che attrarre nuovi elettori, perché sa che ‘America è, e resta, divisa.

Emendare la Costituzione, il testo sacro del paese, prevede un percorso lungo e difficile con maggioranze di due terzi, da Washington agli Stati. Difficile che ci si arrivi in un anno elettorale, con i democratici sul piede di guerra. Bush e Rove vogliono piantare un cuneo nel cuore della coalizione democratica, costringendo Kerry (contrario alle nozze gay, favorevole alle unioni) a scandalizzare gli elettori moderati. Pensate a un votante cristiano, preoccupato per i morti in Iraq, ansioso per i figli che non trovano lavoro e i genitori senza mutua: è tentato dai democratici, ma Rove spera di marchiarlo a destra con il ferro rovente delle nozze gay.
Niente è più iconico nella politica americana della Costituzione. ‘ la discussione sulla schiavitù a dare base teorica alla Guerra civile, dove muoiono più americani che in tutti gli altri conflitti. I neri diventano cittadini quando la Corte Suprema ribadisce che la Costituzione non copre la segregazione razziale. ‘ la Costituzione a garantire la libertà di stampa, i diritti civili e a frustrare la campagna antiabortista, ma spesso i tentativi di strumentalizzarla falliscono, nel 1982 con le femministe e un emendamento di parità, nel 1989 con la destra e ‘oltraggio alla bandiera e nel 1998 con la preghiera obbligatoria nelle scuole.

Ieri il Wall Street Journal ha pubblicato un curioso editoriale, spiegando che le nozze gay moltiplicheranno i benefici assistenziali riservati agli eterosessuali conducendo alla bancarotta. Parole che coincidono con ‘appello del governatore della Federal Reserve Alan Greenspan, «tagliate la spesa sociale per ridurre il deficit». Nel totem della destra le nozze gay minacciano rovina morale e fiscale.

In Massachusetts la Corte Suprema dello Stato insiste, nozze legali in primavera. In New Mexico le contee continuano a rilasciare licenze e il sindaco di San Francisco, Gavin Newsom si dichiara pronto ad andare in galera sfidando il governatore Arnold Schwarzenegger. Lo scontro aperto nel Mercoledì delle Ceneri sarà feroce. Il presidente Bush ‘è detto ostile alle nozze ma non alle unioni civili dei gay e la destra estrema lo ricatterà alla Convenzione di New York chiedendogli ‘abiura totale, mentre fuori dal’aula i cortei omosessuali assedieranno la città.

Rove ha mobilitato la Kulturkampf , vincente nel 1988, battuta nel 1992. Nessun colpo verrà ora escluso: scrivendo al sito www.dearmary.com ci si appella alla figlia lesbica del vicepresidente Cheney, una consigliera della Casa Bianca pagata 100 mila dollari ‘anno, «Mary convivi con una lesbica, vi siete scambiate le fedi ‘oro al dito, e stai zitta? I soldi ti rendono ipocrita?».


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