Bologna. Casa, passano le coppie di fatto

  

L’attività del consiglio comunale di Bologna è ripresa ieri dopo la pausa estiva, con l’approvazione della delibera che regolamenta l’ampliamento del nucleo famigliare e l’ospitalità temporanea negli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Il provvedimento, dall’immediata esecutività, aveva scatenato le proteste dell’opposizione in particolare riguardo all’articolo che considera tra le cause di ampliamento anche la stabile convivenza.

Eppure era stata proprio la giunta Guazzaloca a inserire nelle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari anche le coppie di fatto, approvando una mozione proposta dal gruppo dei Ds; la delibera approvata ieri è stata invece duramente contestata dal consigliere de La tua Bologna Alecs Bianchi: «Con questo regolamento non saremo in grado di controllare i requisiti – ha accusato Bianchi – semplicemente perché non sarà possibile verificare nulla».

La risposta del diessino Sergio Lo Giudice ha sottolineato però come «non si tratti di nulla di nuovo, dato che la legge nazionale da cui prende spunto il provvedimento risale addirittura al 1989. Forse il timore non rivelato è che a trarne vantaggio siano le coppie omosessuali – ha aggiunto il consigliere – ma la realtà è che stiamo cercando di dare una risposta ai tanti anziani che scelgono di affrontare insieme le difficoltà».

Il provvedimento riguarderà quindi soprattutto coppie di vedovi che scelgono di non sposarsi per non perdere la pensione di reversibilità, o donne anziane che vivono insieme non potendo permettersi di mantenere da sole un alloggio. Una volta passati quattro anni dalla comunicazione al Comune dell’inizio della convivenza potranno essere considerati come nucleo famigliare, e subentrare di conseguenza al compagno come titolari dell’affitto dell’appartamento.

«Le discussioni dell’ultimo mese hanno raggiunto vette metafisiche – il commento di Antonio Amorosi, assessore comunale alle Politiche abitative – rimanendo ben lontane dal semplice scopo del provvedimento. Abbiamo finalmente dato applicazione a una legge regionale, distinguendo con chiarezza l’assistente temporaneo dal famigliare che avrà diritto al subentro».


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