Si è concluso a Glasgow il festival Glasgay! due settimane dedicate a spettacoli teatrali, musica, film, istallazioni e arti visive, dedicate al mondo gay e lesbico e alla cultura queer.
Glasgay! Festival
Il festival, che presenta ogni anno più di 50 artisti e un pubblico di circa 7,000 persone (per la maggior parte provenienti dalla Gran Bretagna, ma anche dell’America, dal Canada e dall’Europa) ha raccolto anche quest’anno, alla sua undicesima edizione, consensi dalla stampa e dalla critica britannica. Il programma di quest’anno comprendeva spettacoli di aristi scozzesi, ma anche americani ed europei, tra gli altri anche il nuovo show del ciclone Penny Arcade, ex-teenager prodigio della Factory di Andy Warhol e regina indiscussa della cultura queer.
“Glasgay! celebra la diversità ed attira un pubblico gay e non,” il produttore Steven Thomson racconta. “La cultura gay è di nuovo di moda, anche grazie a programmi televisivi come l’americano Queer as Folk, che presenta al pubblico figure gay diverse dai soliti stereotipi. I gay di oggi sono figure interessanti con carriere brillanti come l’attore scozzese Alan Cumming divenuto ormai una celebrità a Hollywood. Persone come lui dimostrano che essere omosessuali significa soprattutto avere dei ruoli positivi all’interno della società.”
Thomson sta già pensando agli artisti per l’edizione 2005 di Glasgay! “Il festival ha un sapore europeo dal momento che vi partecipano artisti internazionali e per il prossimo anno stiamo cercando artisti o compagnie gay che abbiano da offrire spettacoli originali,” Thomson dice, “sono particolarmente interessato ad opere gay italiane, ad artisti gay o a compagnie di danza.
È un po’ una sfida per noi, ma sono sicuro l’Italia ha artisti validi da proporci. Glasgay! è in contatto con le sedi del British Council in tutto il mondo ed è attraverso tale ente internazionale che seleziona la opere che vengono in seguito rappresentate durante il festival.
Consiglierei quindi agli artisti gay italiani eventualmente interessati di entrare in contatto con il British Council delle loro città e di fare in modo che un rappresentante dell’ente britannico possa visionare il loro spettacolo.”