L’Arcigay insegna l’educazione ai prof

  

Bandiere colorate, non della pace questa volta, ma dell’Arcigay. E, dietro alle bandiere, i sorrisi convinti di chi è sereno, di chi non ha paura di essere omosessuale. Ma loro, quelli dietro alle bandiere e dietro il tavolo dei relatori dell’incontro organizzato l’altra sera a Palazzo Moroni, sono sei; mentre di qua dilagano ancora scetticismo, pregiudizi e inconsapevolezza.

Un'immagine tratta dalla brochure informativa Be Yourself

Un’immagine tratta dalla brochure informativa Be Yourself

«Educare al rispetto» è l’iniziativa proposta dall’Arcigay per gli insegnanti delle scuole, e si tratta di un «percorso di educazione socio affettiva e di prevenzione del bullismo sulle tematiche dell’orientamento sessuale», come recita il sottotitolo. Che significa? Lo spiegano il presidente dell’Arcigay e i ragazzi dell’associazione «Tralaltro» di Padova, che (tra l’altro) hanno presentato un libretto guida sull’orientamento sessuale scritto da giovani gay e lesbiche, che verrà distribuito in 10.000 copie.

«E’ fondamentale informare i ragazzi e gli insegnanti» spiega Fabio Saccà di Tralaltro, «i discorsi che si fanno nelle scuole sulla sessualità sono imprecisi, confusi, e lacunosi. Un esempio? Il manuale per docenti «Insegnando educazione sessuale» non parla di prevenzione, e l’omosessualità è citata solo come causa di malattie sessualmente trasmissibili – riportando percentuali obsolete -. Un altro? Il famoso opuscolo Sirchia-Moratti. Dice che il preservativo non serve per curare le sofferenze dell’anima, e che il miglior modo di non contrarre malattie è l’astinenza». Il corso di formazione vorrebbe anche risolvere i problemi che un’indagine, appena presentata, ha rilevato.

Durante gli incontri con le scuole è stato sottoposto ai ragazzi (632 per la precisione) un questionario. Risultato: il 70,3% dei ragazzi (maschi e femmine) ha sentito usare il concetto di omosessuale come un’offesa, e, tra i «colpevoli», sono segnalati al 70,2% gli studenti e – questo stupisce – al 20,8% gli stessi insegnanti. Per il 70.8% dei ragazzi, poi, un omosessuale a scuola non si può sentire sicuro, e l’80% dice di non conoscere gay o lesbiche.

Ma c’è un altro dato: riguarda la reazione degli studenti di fronte alla foto di due maschi che si baciano. Il 40% dei ragazzi sono schifati o inorriditi, qualcuno ha addirittura siglato la casella «vomito»; le ragazze sono più tolleranti (sono schifate «solo» al 20%) ma più imbarazzate. Facile, quindi, immaginare quanto sia difficile anche oggi per un omosessuale accettarsi e farsi accettare.


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