CAMAIORE. Il primo matrimonio gay sul territorio italiano si celebrerà a Milano l’8 febbraio, protagonisti due stilisti versiliesi e officiante una star della tv come Maria Teresa Ruta e testimone la cantante Giovanna.
L’invito di nozze di Valerio e Giovanni
Giovanni Balduini da Viareggio e Valerio Da Castagnori da Camaiore pronunceranno il sì che conta (non per la legge ovviamente) nel loro atelier di abiti da sposa in via Paolo da Cannobio. IDiVi, questo il loro marchio di fabbrica, hanno deciso di dare una impromta pubblica alla loro unione di lavoro e di amore. Non una scelta facile, certamente meditata a lungo.
Un matrimonio che segue il Rito Umanista, visto che in Italia non è ancora possibile dare ufficialità legale alle unioni omosessuali ma che per Giovanni e Valerio ha grande importanza. E vuol percorrere la strada che altri due noti personaggi versiliesi come gli imprenditori Alessio De Giorgi e Christian Panicucci hanno intrapreso nell’ottobre del 2002 quando si sposarono al consolato francese di Roma. Al consolato, in terra francese dunque: ora Giovanni e Valerio ci provano in terra italica. «Sappiamo che in Italia il matrimonio gay non è riconosciuto. E’ una posizione che non condividiamo e che ci addolora. Siamo entrambi cristiani, paghiamo regolarmente le tasse eppure nè lo Stato nè la Chiesa ci riconoscono. Da oggi però il tempo dei rimpianti è finito: noi andiamo avanti per la nostra strada».
Ed anche la «funzione» è stata pensata come dichiarazione pubblica.
«Il matrimonio è un cambiamento importante nello stato delle persone e in tutte le nazioni questo fatto esige certe formalità legali – dirà l’officiante – Ciò significa che la relazione coniugale pone i consorti in una nuova situazione rispetto alla comunità e allo Stato. Ma quando una coppia stabilisce vincoli coniugali lo fa pensando ad un nuovo stile di vita, lo fa con sentimento profondo e non con spirito formale. C’è quindi, in questa cerimonia di cambiamento di stato, l’intenzione di stabilire un vincolo nuovo e possibilmente duraturo con un’altra persona. C’è il desiderio di ricevere dall’altro il meglio e di dare all’altro il meglio. C’è l’intenzione di approfondire il vincolo, mettendo al mondo o adottando figli. Vedendo così il matrimonio, ammettiamo l’importanza della legalità del vincolo, ma in quanto al senso spirituale ed emozionale diciamo che sono unicamente i coniugi a dare significato a questa cerimonia».
Che cosa significa per i due questo matrimoni. Spiega Giovanni: «E’ per me un punto di arrivo che coincide con un punto di partenza nella spirale della vita, una dichiarazione alla comunità di uno stato personale, spirituale, sentimentale ed artistico che condivido da anni con Valerio. E’ bello alzarsi al mattino e condividere con un’altra persona piaceri, forti emozioni, dolori, sensazioni, debolezze, ricordi, progetti futuri».
Aggiunge Valerio: «Sono molto contento che siamo riusciti a rendere pubblica la nostra unione, sia dal punto sentimentale, che professionale, ero molto scettico sulla fattibilità dell’evento, ma quando due persone vogliono intensamente una cosa, prima o poi la ottengono. E’ sempre stato cosi per me e Giovanni che abbiamo sempre lottato, all’inizio da soli poi insieme, per i nostri ideali e per quello che siamo e rappresentiamo».