“I pari diritti delle persone omosessuali sono una questione di diritti umani, come la lotta contro il razzismo” il messaggio del riconfermato presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, in chiusura dell’undicesimo congresso nazionale dell’associazione. Nascono i comitati provinciali Arcigay, con la promessa “una nostra sede in ogni provincia italiana”. Riconfermati oltre al presidente, il segretario nazionale Aurelio Mancuso e il presidente onorario Franco Grillini. Raddoppiato il numero dei componenti del consiglio nazionale che passano da 35 a 59. Appassionato e applaudito l’intervento di Cecchi Paone che accetta la tessera dell’associazione.
Applausi alla conclusione dell’XI Congresso Arcigay
“La questione della parità di diritti e della pari dignità sociale delle persone omosessuali — è il messaggio del riconfermato presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, in chiusura dell’undicesimo congresso nazionale dell’associazione – non può più essere considerata, nell’Europa del 2005, un’opinabile questione di confronto tra opzioni etiche contrapposte, ma una questione di diritti umani, concettualmente identica alla lotta contro il razzismo”.
Arcigay rinnova la sua organizzazione territoriale, trasformando i circoli cittadini in comitati provinciali, e promette “una sede Arcigay in ogni provincia italiana”. Le modifiche organizzative, funzionali ad una strategia politica di rafforzamento dell’azione unitaria dell’associazione, sono state approvate dal congresso nazionale conclusosi oggi a Bologna.
Riconfermati, oltre al presidente nazionale dell’associazione, Sergio Lo Giudice, il segretario nazionale Aurelio Mancuso e il presidente onorario Franco Grillini, deputato Ds. Quasi raddoppiato il numero dei componenti del consiglio nazionale, il “parlamentino” dell’associazione, che passano dai 35 tradizionali, a 59.
Tra gli ospiti intervenuti stamattina, il giornalista Alessandro Cecchi Paone, che si è iscritto ad Arcigay, il presidente nazionale della Sinistra giovanile, Stefano Fancelli e il presidente del consiglio comunale di Bologna Gianni Sofri.
Sergio Lo Giudice, Presidente nazionale Arcigay per la 3° volta
“Arcigay ha manifestato in questo congresso una maturità e, soprattutto, una vitalità, di idee, progetti e partecipazione, come mai era accaduto prima” ha detto Lo Giudice, nella sua relazione conclusiva. “L’incremento dei membri del consiglio nazionale, il principale organismo decisionale dell’associazione tra un congresso e il successivo — spiega Lo Giudice – riflette questa ricchezza di progetti e passioni. Siamo riusciti a trasformare l’isolamento e l’invisibilità delle nostre vite in un una associazione forte e ramificata in tutto il paese”.
“La creazione dei comitati provinciali di Arcigay — ha commentato Aurelio Mancuso – oltre a consentire una migliore interazione tra l’associazione e le amministrazioni locali, darà una rappresentanza più unitaria dell’associazione e nuovo slancio alla nostra iniziativa politica sul territorio. Nei prossimi tre anni apriremo sedi di Arcigay in tutte le province italiane”.
Applauditissimo l’appassionato intervento di Alessandro Cecchi Paone che si è iscritto all’associazione. Dopo aver lanciato nei giorni scorsi la proposta di fondare un partito gay, si è detto stamattina disponibile a considerare Arcigay come il principale strumento per l’affermazione della parità di diritti delle persone omosessuali in Italia.
“Il partito c’è già e si chiama Arcigay” era stata infatti la risposta che aveva ricevuto dai vertici dell’associazione. Cecchi Paone ha inoltre ringraziato Arcigay per l’amicizia politica e umana che ha ricevuto dall’associazione nel momento del suo coming-out. “Se anche per un adulto, consapevole e pienamente risolto come me, è stata importante la vostra amicizia — ha detto Cecchi Paone — capisco quanto sia stata importante, in questi vent’anni, per ogni ragazza lesbica e ogni ragazzo gay”. Il giornalista si è messo a completa disposizione delle battaglie di Arcigay soprattutto per un confronto con le forze politiche del centro-destra, affinché recuperino il ritardo sui temi della libertà e dell’uguaglianza delle persone omosessuali.