Una storia ambientata in Sicilia, ma che potrebbe accadere in qualunque parte del pianeta, qualora il pregiudizio e gli stereotipi sociali influenzino la società. Purtroppo è una realtà che si vive nel silenzio. Di ogni tematica sessuale si può parlare in qualsiasi ambiente, persino nelle scuole, ma per quanto riguarda l’omosessualità è ancor oggi un tabù, un fantasma da cui stare lontani, una vergogna soprattutto.
Complimenti vivissimi a Riccardo e Antonio che hanno saputo cogliere con i giusti toni, questo modello di vita in cui siamo immersi. Una società fatta di omologazione, dove il sentimento più vero, più profondo che si dovrebbe vivere in famiglia, viene seppellito da una mentalità che non riesce non solo ad accettare , ma vedere l’individuo come altro da sé.
Un giallo molto ben strutturato, nonostante i suoi accenti forti per alcune situazioni. Ma a parer mio, necessari allorché il lettore possa conoscere determinate realtà con il coinvolgimento emotivo, conducendolo alla comprensione di quel sentimento che Michele cerca nella vita. Inesperienza, ricerca del senso della propria esistenza, senza alcun aiuto di chi avrebbe dovuto guidarlo, senso di solitudine, disperazione per l’amore tradito, per l’amore negato dalla famiglia, sono i valori che emergono nella storia.
Il mondo omosessuale avrebbe ben altri risvolti se le agenzie preposte educassero all’informazione ed al rispetto delle diversità, dando così dignità a tutti quei giovani che siedono clandestini nei banchi di scuola, vittime di mortificante bullismo. Questo è il mio personale giudizio, vivendo ed ascoltando, storie di ragazzi e di famiglie che, dell’omosessualità hanno sollevato muri invalicabili di silenzio nel nucleo familiare.
Come Michele ed Alfio, ci saranno tanti altri Michele ed Alfio che, alla ricerca di un senso di sé, deboli ed incapaci di affrontare il pregiudizio e lo stigma, si toglieranno la vita, come è successo a Giarre e succede ancora in altri posti.
Un libro che dovrebbe essere letto dai genitori, con gli occhi dell’amore, guardando la vita come dono nelle diversità culturali, sociali e sessuali, accettandone il valore come arricchimento. La sicilianità delle espressioni dialettali, sono ben appropriate, in quanto, quale catanese, posso confermare che alcune nostre frasi, solo nella forma dialettale evincono il senso che in questo racconto gli autori vogliono esprimere. Il sentimento di questi due giovani amanti respinti da una famiglia vittima a sua volta di un ambiente retrogrado, chiuso alla novità della vita, respinti da una società bigotta, nella morte suggellano per sempre il loro sentimento. Il personaggio di zio Nino — Antonio — in cui Michele in tutto lo squallore e solitudine della sua breve esistenza ha trovato accoglienza ed ascolto, ha un significato pedagogico sottinteso. La gratuità dell’affetto, dell’incontro vero nel bisogno dell’altro in una chiave di lettura attenta, non si può fare a meno di prenderlo a modello. Se Nino non avesse messo in discussione, il costume di vita assegnatogli, non avrebbe avuto la possibilità di riempire la sua esistenza con quella luce che l’amore dei due amanti gli hanno regalato.
Come rappresentante dell’AGEDO di Catania, ringrazio vivamente l’On. Grillini, il Pesgas’s Club di Catania, Arcigay nazionale, l’amico Riccardo Di Salvo e Antonio Eredia, PER NON DIMENTICARE MAI, per non renderci complici di quelle situazioni che non vogliamo affrontare, ogni qualvolta la diversità dell’altro c’interroga a riflettere come uomini e come cattolici.
Le parole, l’indifferenza, ed il pubblico disprezzo uccidono più delle armi e, questo non è degno di una società odierna i cui comportamenti richiamano purtroppo alla memoria l’epoca del triangolo rosa.
FRANCESCA AMALIA GIARDINA
presidente AGEDO di Catania
PER NON DIMENTICARE MAI
di Riccardo Di Salvo e Antonio Eredia
Aletti editore, Roma, Febbraio 2005
pp. 93, € 13
www.Riccardodisalvo.it
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