La Polonia volta pagina, si è rotto un tabù

  

Varsavia, 11 giugno 2005 – Il Pride di Varsavia si ‘ concluso pacificamente questo pomeriggio alle 16.00. La polizia ha arrestato alcuni militanti di destra tra i pi’ violenti (stile teste rasate), mentre altri meno maneschi continuavano a gridare i loro slogan pieni di odio, isolati in un angolo dalla polizia, e altrove i pi’ tranquilli continuavano a mostrare i loro striscioni con scritte come "Contro la propaganda degli omosessuali" e "difendiamo i nostri valori". Fortunatamente non si ‘ verificato alcun incidente serio, nonostante nel corso del pomeriggio vi siano stati ripetuti attacchi sul corteo gaylesbico con uova e, in alcuni casi, bottiglie. A ciascuna di queste incursioni i partecipanti del corteo rispondevano con slogan come "’omofobia si pu’ guarire" o anche "Fascisti!" (per quanto strano possa sembrare…).

‘ stato un pride molto politico: nessun carro, niente lustrini, nessuna tenuta leather, niente tacchi vertiginosi, ma molto uso di megafoni, striscioni e cartelli artigianali, slogan cadenzati. Il corteo era composto da un migliaio di persone: gay e lesbiche, ma anche molti simpatizzanti eterosessuali. ‘elemento festaiolo ‘ venuto fuori solo alla fine, quando dopo gli interventi dal palco, la tensione di tutti si ‘ sciolta in un frenetico ballo del qua-qua (il cognome del sindaco Kaczynski ‘ infatti u’aggettivo costruito sulla parola "anatra").

Considerati i timori della vigilia, le piccole meschinerie messe in atto dalla stampa pi’ vicina al sindaco, ‘odio espresso senza tante remore dagli oppositori, il corteo del’eguaglianza (come ‘ stato chiamato in polacco questo pride) ‘ stato un grande successo. ‘ davvero il caso di dire che la Polonia ha voltato pagina e che la Polonia ‘ entrata a pieno titolo in Europa, anche se ” da pensare che ‘ora in poi pure qui cresceranno coloro che si opporranno al’Europa, individuando in questa entit’ una portatrice di valori estranei a quelli di una "cara vecchia Polonia" (probabilmente mai esistita…).

La Polonia ha voltato pagina, si ‘ rotto un tab’. Ma i gay e le lesbiche polacchi non vanno lasciati soli ad affrontare i prossimi pride: gli oppositori al pride al’apparenza erano pochi, ma molto aggressivi e forse esprimono ancora una maggioranza silenziosa nel paese: secondo un sondaggio del giornale Gazeta il 55% dei polacchi è contrario al pride, mentre solo a Varsavia i favorevoli al pride superano i contrari, 47% contro 34%. Sulla maggioranza silenziosa del paese punta evidentemente il sindaco Kaczynski, ma il governo, nella persona della vice-primo ministro Isabella Jaruga-Nowacka, deve aver preso pi’ seriamente le pressioni internazionali dei giorni scorsi, ed ha di fatto scavalcato ‘autorit’ del sindaco, autorizzando il corteo. Non a caso Claudia Roth ha ricordato durante la conferenza stampa di questa mattina che il diritto di gay e lesbiche polacchi a manifestare per le vie di Varsavia non ‘ affatto una questione di politica interna, e men che meno di amministrazione comunale, bens’ una questione interna europea, considerato che la carta dei diritti fondamentali ‘ stata sottoscritta da tutti i 25 Stati membri, Polonia compresa.

La destinazione finale del corteo, il piazzale davanti al palazzo della scienza e della cultura (il famigerato grattacielo di stile staliniano di Varsavia), è ormai quasi vuoto. Restano solo ancora alcuni gay e alcune lesbiche che scambiano alcune frasi con alcuni oppositori al pride, pi’ "tranquilli" o "per bene" degli altri. I toni sono pacati. Riusciranno a far capire ad almeno uno di loro che oggi stavano dalla parte sbagliata?


Da "il manifesto" del 13/06/05
Varsavia, assalto nazi al gay pride
Il sindaco di destra non aveva autorizzato la sfilata. Interviene la polizia

Il Gay Pride è arrivato in Polonia. Ieri per la prima volta gli omosessuali hanno orgogliosamente sfilato per le strade di Varsavia, sfidando il divieto del sindaco Lech Kaczynski e gli attacchi dei neofascisti. Nonostante divieti e provocazioni la manifestazione si è svolta in maniera sostanzialmente pacifica. Gli incidenti, del resto non gravissimi, sono arrivati al termine del comizio finale, quando i neofascisti, molti dei quali skins, hanno attaccato alcuni gruppi di manifestanti al grido di «Pedofili pervertiti». I feriti sono stati tre, tra i quali un poliziotto colpito nel corso della sassaiola e del lancio di oggetti vari tra i due opposti schieramenti. La polizia è intervenuta fermando soprattutto gli aggressori di destra.

Il sindaco di Varsavia, un ex attivista di Solidarnosc che è oggi leader del partito di destra «Diritto e Giustizia» e che in autunno sarà certamente candidato alle prossime elezioni presidenziali, non fa mistero delle sue scarsissime simpatie per i Gay. Aveva vietato il corteo nel centro della capitale adducendo «errori procedurali» da parte degli organizzatori. Una scusa, e neppure cercata con particolare cura.

Lo stesso sindaco, del resto, aveva già vietato lo svolgersi del Gay Pride a Varsavia ‘anno scorso, e per questo era stato bersagliato, pochi giorni dopo la data in cui avrebbe dovuto svolgersi la manifestazione, da una torta alla crema tirata da uno studente. Per non smentirsi, ques’anno, il sindaco e leader della destra ha messo il veto anche alla manifestazione di ieri, organizzata per celebrare ‘anniversario della rivolta dei gay, dei neri e dei latini di New York nel 1969 il 27 giugno 1969. Kaczinsky aveva autorizzato tuttavia il concentramento finale di fronte al parlamento.

I gay hanno però deciso di sfidare il divieto. Al corteo hanno partecipato 2500 persone, tra le quali la vicepremier Izabela Jaruga-Nowacka, che intendeva con il suo gesto protestare contro la pioggia di divieti che diluviano sugli omosessuali polacchi ogni volta che cerano di manifestare. Presenti anche la presidente dei Verdi tedeschi e deputata al Bundestag Claudia Roth e il deputato verde tedesco Volker Beck.

Claudia Roth ha preso la parola nel comizio finale, di fronte al parlamento. Parlando sotto un enorme striscione arcobaleno ha gridato che «La persecuzione contro i gay e le lesbiche viola i valori democratici del’Europa». ‘Arcigay italiano era rappresentato dal responsabile per gli esteri Renato Sabbadini, che ha commentato entusiasta: «Oggi la Polonia è entrata a pieno titolo in Europa. Per il movimento gay è un grande giorno. Ques’anno si è rotto il circolo del divieto. Di qui in avanti avremo i Gay Pride anche in Polonia. ‘ una rivoluzione».

Per i gay polacchi si tratta davvero di una data storica, una vittoria non turbata dalla manifestazione dei neofascisti, entrati in azione nel corso del comizio di fronte alla sede del parlamento. Mentre la presidente dei verdi tedeschi parlava, i neofascisti hanno iniziato a gridare «Assassini e perversi», poi a scagliare sassi e oggetti. I manifestanti hanno reagito sia agli slogan che al’attacco, e solo quando la manifestazione era di fatto già sciolta i neofascisti hanno dato vita a una sorta di «caccia al manifestante», bloccata finalmente anche dalla polizia.


  •