NO ai cantanti omofobi in Italia!

  

Da "La Repubblica" del 16.06.05 di CLAUDIA RICONDA
Arcigay la spunta su Capleton
"Non scriverò più canzoni omofobiche", via libera all´esibizione. La sua performance alla rassegna Metarockdi Pisa ha rischiato di saltare per l´opposizione dell´associazione – In passato aveva scritto testi del tipo "bruciate i finocchi"

Capleton

Capleton

Stavolta ha rischiato lui di bruciare. L´uomo che si vanta di dire «le mie parole sono fuoco», che qualche anno fa incitava le folle cantando «bruciate il finocchio», «tutti i gay a morte» e «non vi vanno le ragazze? La vostra testa rotolerà sulla strada», ecco, uno così, ha rischiato di non cantare in Toscana. Fino alle sei di ieri sera non c´era spazio per Clifton Bailey, alias Capleton, artista di punta del reggae contemporaneo, in questa regione che ha fatto della lotta alle discriminazioni sessuali molto più di una bandiera: ne ha fatto una legge. Se il suo concerto di stasera a Pisa, nell´ambito della rassegna Metarock, alla fine si farà, è perché Alessio De Giorgi, presidente di Arcigay Toscana, l´ha spuntata. E´ riuscito a far firmare a Capleton una piattaforma di intenti in cui in sostanza l´artista promette che: non produrrà e non scriverà più testi in cui si disprezzano le minoranze sessuali o di genere, non canterà più canzoni omofobiche in nessun paese del mondo, non istigherà più pubblicamente alla violenza omofobica, né incoraggerà la vendita di album con contenuti ed esortazioni alla violenza contro gli omosessuali. Non proprio un´abiura del passato, cioè in sostanza le scuse per quel «bruciate il gay», ma comunque una presa di distacco dal passato ben più articolata di quella che lo stesso Capleton aveva fatto a febbraio: non canterò più quelle canzoni, aveva dichiarato, e mi dispiace se qualcuno si possa essere sentito offeso o le abbia mal interpretate.

Il concerto dunque si farà, ma i nervi sono rimasti scoperti per molte ore: la Toscana è una delle poche regioni che si è impegnata, istituzionalmente, nella tutela delle minoranze omosessuali, ha una legge contro le discriminazioni, ha inserito principi molto avanzati nel suo statuto in materia di rispetto dei diritti civili e delle forme di convivenza. Scoprire, come è successo ieri, di aver dato il proprio patrocinio, come Regione, a una manifestazione, Metarock, che ha tra gli ospiti un cantante con un passato dichiaratamente omofobico, quale Capleton, ha messo molto in agitazione.

Mariella Zoppi, assessore regionale alla cultura, era incredula: «Come è stato possibile? I contenuti di certi brani di quest´artista contrastano pesantemente con i principi espressi dal nostro statuto. Sono anni che diamo il patrocinio a Metarock, che col tempo si è ritagliato spazio e interesse, però forse questo concerto era inopportuno». Esterrefatto anche Paolo Fontanelli, sindaco del Comune di Pisa che insieme alla Provincia finanzia, in parte, la rassegna: «Fosse per me l´avrei annullato. Un brutto scivolone». Una richiesta in quella direzione era partita ieri anche dal presidente di Metarock, società a capitale prevalentemente pubblico, Aurelio Pellegrini: «Il direttore artistico ha la sua autonomia, ma conoscendo il curriculum di Capleton era meglio non invitarlo». Il direttore artistico, Nicola Zaccardi, è stato a lungo incerto se annullare o meno il concerto: «Cancellarlo sarebbe stato un pericoloso precedente e un grave pregiudizio. Se domani si esibisce un cantante gay e da altre parti se ne chiede la cancellazione? L´arte deve essere libera». Zaccardi era ben consapevole della fama di omofobia che accompagna Capleton. «Lo sapevo così bene che mi ero fatto firmare dall´artista una dichiarazione in cui si impegnava a non cantare testi con contenuti contro i gay. Cosa che Capleton ha fatto. Quindi questo rischio non ci sarebbe stato. Io l´ho invitato a Metarock perché è uno dei nomi più importanti della musica reggae. Martedì ha suonato a Milano, e nessuno s´è scandalizzato». Ma qui siamo in Toscana.


COMUNICATO STAMPA ARCIGAY – 16 giugno 2005

CANTANTE INCITA AD UCCIDERE I GAY: ANNULLATO CONCERTO A BOLOGNA
ARCIGAY: SIAMO SOLLEVATI. NESSUNO OSPITEREBBE UN CANTANTE CHE INVITA A BRUCIARE GLI EBREI
Annullato il concerto bolognese del cantante giamaicano Sizzla che incita a “Sparare ai finocchi”. Arcigay: “Il concerto è saltato per le proteste delle associazioni gay e per i diritti umani. Vigileremo affinché non se ne organizzino altri”

Sizzla

Sizzla

“Sparate ai finocchi” e “I finocchi devono essere uccisi” canta la star della musica giamaicana Sizzla Kalonji il cui concerto bolognese, in programma per giovedì 23 giugno al Palanord, è stato annullato in seguito alla cancellazione del suo tour in Francia per le proteste delle associazioni gay e per i diritti umani.

“Siamo sollevati dalla notizia della cancellazione, che ha anticipato una nostra ferma presa di posizione contro lo spettacolo previsto a Bologna — commenta il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo GiudiceIncitare ad uccidere o a sparare alle persone omosessuali è un’istigazione a delinquere che non può essere tollerata. Nessuno si sognerebbe di dare un palco a chi inneggia all’uccisione degli ebrei, delle persone di colore o di altre minoranze. Vigileremo affinché questi concerti non trovino ospitalità in Italia”.

Sizzla Kalonji (vero nome Miguel Orlando Collins) è infatti uno dei cantanti reggae giamaicani che incitano nelle loro canzoni all’odio e all’uccisione delle persone omosessuali, fomentando l’ondata di omicidi, pestaggi, stupri, furti e violenze di ogni genere contro gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (glbt) in corso in Giamaica. Nel solo 2004, anche a seguito di queste continue incitazioni alla violenza, in Giamaica sono stati assassinati tre dirigenti del locale movimento omosessuale. La situazione sull’isola è così grave e la caccia alle streghe contro le persone glbt così pervasiva che Amnesty International ha lanciato una campagna contro il fenomeno.

Allo stesso Sizzla, alcuni mesi fa, è stato negato il visto di ingresso in Gran Bretagna dove doveva tenere alcuni concerti, per via dell’istigazione all’omicidio e alla violenza razzista anti-gay di cui sono farciti i suoi pezzi.

“Date fuoco agli uomini che fanno sesso con altri uomini” si legge in Pump up, una delle sue canzoni, “Bum Bum, i finocchi devono essere uccisi” in Boom Boom, e ancora “Sodomiti e finocchi, dico morte su di loro” e “vado e sparo ai finocchi con un’arma” in un altro brano intitolato Get to da point.

Sizzla è stato inoltre il primo dei cantanti giamaicani a sfornare il brano “No apology” (Niente scuse) in seguito alle proteste internazionali e all’accordo sottoscritto nel febbraio di quest’anno dalle principali case discografiche di musica giamaicana per bandire la diffusione di canzoni che incitano alla violenza anti-gay.

“In una società libera Sizzla ha il diritto di criticare l’omosessualità ma non di istigare agli omicidi contro gay e lesbiche — commenta Sandro Mattioli, vicepresidente del circolo Arcigay il Cassero di BolognaDeve capire che essere una star della musica gli dà un potere speciale, e che questo deve essere usato con responsabilità. Siamo grati ai ragazzi del centro sociale eXMercato24 che per primi ci hanno segnalato il concerto in programma”.

Il principale festival italiano di musica giamaicana, il Rototom sunspalsh festival, in programma dal 1 al 9 luglio a Osoppo (Udine) adotta una politica rigorosa, accettando solo quegli artisti che sottoscrivono un documento di scuse (Apology) con cui si impegnano a non propagandare ulteriormente la violenza anti-gay, e vigilando successivamente che alle parole seguano i fatti. Nei giorni scorsi un’altro artista giamaicano, Beenieman, si è visto cancellare il suo concerto al festival perché ha violato l’accordo. No Apology? No Sunsplash!.

“Invitiamo tutti gli organizzatori a seguire nei rapporti con i cantanti giamaicani l’esempio e la condotta del Rototom sunsplash” è l’invito di Lo Giudice.


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