Contro l’orrore in Iran

  

Si mobilita il movimento gay ma non solo per protestare contro la barbara esecuzione di due giovani gay, uccisi il 19 luglio, perché omosessuali.

In Iran, secondo fonti internazionali, sono già state migliaia, dal’avvento del regime islamico, le condanne a morte di uomini e donne, di cui ‘unica colpa era quella di essere omosessuali.

La protesta davanti al Consolato iraniano a Milano

La protesta davanti al Consolato iraniano a Milano

Un minuto di silenzio nel cuore di Milano contro ‘assassinio dei giovani omosessuali iraniani spezza ‘afa stagnante di questo pomeriggio di fine luglio. Ad invocarlo a piazza Diaz sotto la sede del consolato iraniano è stato Aurelio Mancuso, segretario nazionale Arcigay. La manifestazione che si ‘ tenuta in contemporanea anche a Roma – in via Nomentana di fronte al’Ambasciata, organizzata da Arcigay Ora, Gayleft, GayRoma.it, Mario Mieli e DìGayProject – è stata promossa a Milano anche da Gayleft, Nessuno tocchi Caino e Arci, con le adesioni dei Ds, Radicali, Partito Umanista, Pdci, Amnesty International, Prc, Verdi, Crisalide Azione Trans, Sdi e Uds (Unione degli studenti).

"Abbiamo organizzato – ha affermato Mancuso- la manifestazione per denunciare questo assassinio". La protesta ‘ relativa alla pubblica esecuzione avvenuta il 19 luglio a Mashad di due giovani accusati di aver usato violenza su un 13enne.’La verit’ – ha continuato il segretario del’Arcigay – ‘ che questi due ragazzi sono stati ammazzati solo perch’ omosessuali. In Iran dal 1979 sono stati giustiziati circa 4.000 omosessuali. Siamo qui per chiedere un pronunciamento del governo italiano contro ‘Iran e siamo ‘accordo con ‘interrogazione depositata da Marco Pannella, leader storico dei Radicali, con cui ha chiesto ‘interruzione dei rapporti diplomatici con il paese mdiorientale. Manifestiamo qui sotto affinch’ ‘Iran dia conto del’accaduto e si impegni a fare in modo che ci’ non avvenga più".


Londra – 21 Luglio 2005
Da Outrage.org.uk – Traduzione a cura di Carmine

Iran, 21 luglio 2005

Iran, 21 luglio 2005

Due ragazzi gay sono stati giustiziati pubblicamente in Iran lo scorso 19 luglio per il "reato" di omosessualità.
I giovani sono stati impiccati in Piazza Edalat (della Giustizia) nella città di Mashad, a nord est del’Iran. La loro condanna a morte è arrivata dalla corte n. 19.
In Iran è vigente la legge islamica della Sharia, che commina la pena di morte in caso di sesso gay.

Un giovane aveva 18 anni, ‘altro meno di 18 anni.
Sono stati identificati solo attraverso le loro iniziali, M.A. e A.M.
Hanno ammesso (probabilmente sotto tortura) di aver praticato sesso ma hanno assunto in loro difesa che la maggior parte dei giovani ragazzi ha rapporti sessuali tra di loro e che non erano consapevoli che ‘omosessualità venisse punita con la morte.

Prima della loro esecuzione, i giovani sono stati tenuti in prigione per 14 mesi e severamente colpiti con 228 frustate.

La lunghezza della loro detenzione lascia presupporre che essi commisero le cosiddette infrazioni più di un anno prima, quando erano probabilmente attorno al’età di 16 anni.
Ruhollah Rezazadeh, ‘avvocato del ragazzo più piccolo (sotto i 18 anni), si era appellato al fatto che egli fosse troppo giovane per essere giustiziato e che la corte avrebbe dovuto prendere in considerazione la sua tenera età (presumibilmente 16 o 17 anni). Ma la Corte Suprema di Teheran lo ha condannato lo stesso al’impiccagione.
Secondo il codice penale iraniano, le bambine di nove anni e i ragazzi di 15 possono essere impiccati.

Tre altri giovani ragazzi gay Iraniani sono ricercati dalla polizia, ma sono riusciti a nascondersi e non si riesce a trovarli. Se catturati, anche loro dovranno subire ‘esecuzione.
Notizie delle due esecuzioni sono riportate da ISNA (‘Agenzia giornalistica studentesca Iraniana), il 19 luglio.
Una notizia più recente da "Iran In focus", presumibilmente basata sul servizio originale ISNA, ha dichiarato che i ragazzi sono stati giustiziati per avere assalito sessualmente un 13enne. Ma il servizio della ISNA non menziona alcuna violenza sessuale.
Anche un servizio delle esecusioni sul sito del rispettato movimento democratico di opposizione, Il Consiglio Nazionale della Resistenza in Iran, non fa riferimento ad un atto di violenza sessuale.
La notizia della violenza sessuale potrebbe essere una copertura per minare la compassione pubblica nei confronti dei ragazzi (una tattica frequente del regime Islamico in Iran).
O potrebbe anche essere che il 13enne fosse un partecipante consenziente ma che la legge iraniana (come la legge del Regno Unito) ritiene che nessuna persona di quella età sia capace di consenso sessuale a che quindi qualsiasi contatto di tipo sessuale sia automaticamente considerato per la legge una violenza carnale.
Se il 13enne fosse stato violentato, perchè non è stato identificato e processato (per la legge iraniana sia le vittime che i colpevoli di reati sessuali devono essere puniti) ?

Il racconto completo in lingua Farsi dal’ISNA, con le tre foto al collegamento seguente:
http://isna.ir/Main/NewsView.aspx?ID=News-556874

"Questa è solo ‘ultima barbarie degli Islamo-fascisti in Iran", ha detto Peter Tatchell del gruppo di diritti umani OutRage di Londra!
"’intero paese è una gigantesca prigione, con le regole islamiche sostenute da detenzioni senza processo, torture e omicidi sovvenzionatidallo stato".
"Secondo gli attivisti dei diritti umani in Iran, oltre 4.000 lesbiche e gay sonostati giustiziati da quando gli Ayatollah sono saliti al potere nel 1979".
"In totale, si stima che 100.000 iraniani sono stati messi a morte negli ultimi 26 anni di governo clericale. Le vittime includono donneche hanno rapporti sessuali fuori dal matrimonio e gli avversaripolitici del governo islamico".
"Lo scorso agosto, una ragazza 16enne, Atefeh Rajabi, è stata impiccata per "atti incompatibili con la castità."

Il Governo laburista della Gran Bretagna mira a raggiungere relazioniamichevoli con questo regime omicida, includendo aiuti e scambicommerciali. Noi sollecitiamo la comunità internazionale a trattare’Iran come uno stato canaglia, ad interrompere le relazionidiplomatiche, ad imporre sanzioni sugli scambi e a dare praticosupporto al’opposizione democratica e di sinistra al’internodel’Iran", ha dichiarato Mr Tatchell.


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