Spagna, giudici contro le nozze gay

  

MADRID – Per la seconda volta in pochi giorni, un giudice spagnolo blocca la celebrazione di un matrimonio omosessuale sollevando la questione di incostituzionalità sulla legge entrata in vigore un mese fa. Questa volta è accaduto alle Canarie, la settimana scorsa fu una magistrata di Denia, nella regione valenziana, a impedire una cerimonia di nozze sostenendo che, in base alla Carta costituzionale del 1978, solo una coppia formata da uomo e donna sarebbe abilitata a contrarre matrimonio.

Ma il primo stop a questo interventismo dei giudici è arrivato proprio ieri dalla Direzione generale dello stato civile, dipendente dal Ministero della Giustizia: al magistrato di Denia, Laura Alabau, è stata inviata una nota nella quale si sostiene la «mancanza di legittimazione degli incaricati dei registri civili per promuovere questioni di legittimità». Nonostante ciò, proprio nelle stesse ore arrivava dalle Canarie una nuova doccia fredda per tre coppie che avevano presentato tutta la documentazione prevista dalla legge e che speravano di poter celebrare al più presto le nozze. La motivazione è sempre quella: per il giudice di Las Palmas, la riforma del codice civile che sostituisce all´espressione «marito e moglie» il termine «coniugi», non sarebbe compatibile con la Costituzione che prevede solo il matrimonio fra l´uomo e la donna.

Prese di posizione isolate, per il momento. Ma sia i collettivi omosessuali che il governo Zapatero temono che le forti pressioni della gerarchia ecclesiastica e della destra del Partito popolare possano, di fatto, portare il caos e impedire la regolare applicazione di una legge che è stata approvata ad ampia maggioranza dalle Cortes il 30 giugno scorso. Beatriz Gimeno, presidente della Federazione statale lesbiche, gay e transessuali, sostiene che il ricorso presentato da questi giudici «è molto vicino alla prevaricazione». Ma per il Foro spagnolo della famiglia, organizzatore della manifestazione del 18 giugno scorso contro le nozze gay, alla quale parteciparono diciotto vescovi, si tratta di «un intervento normale».

Nonostante gli intoppi, in realtà temuti ma ampiamente previsti, la rivoluzionaria novità del matrimonio gay comincia a prendere piede in Spagna, soprattutto nelle grandi città. A Madrid, sono già un centinaio le coppie dello stesso sesso che hanno avviato le pratiche per la celebrazione delle nozze. È stato proprio alla periferia della capitale, nella cittadina di Tres Cantos, che per la prima volta, il 7 luglio scorso, due uomini si sono uniti in matrimonio, appena una settimana dopo la pubblicazione della legge sulla Gazzetta ufficiale: Emilio Menéndez e Carlos Baturín hanno pronunciato il loro «sí, quiero» dopo trent´anni di una convivenza cominciata nella fase finale della dittatura franchista.

In Catalogna, la pioggia di richieste di matrimoni omosessuali ha costretto il Tribunale supremo della regione a chiedere più risorse finanziarie e più funzionari per evitare i ritardi e l´accumularsi delle pratiche. Solo a Barcellona, sono 58 le coppie che hanno presentato la documentazione, ma è altamente probabile che il vero «boom» arriverà solo a partire da settembre, a estate ormai conclusa. Proprio in questa regione, a Mollet del Vallés, il 22 luglio scorso sono state celebrate le nozze tra due donne: una giovane spagnola e una argentina. Primi matrimoni gay anche a Valencia e in Andalusia, mentre per il momento resta in ritardo tutto il nord del paese: niente nozze, finora, in Galizia, Asturie e nel Paese Basco.


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