Sarebbe un bel gesto se papa Ratzinger, a Colonia, chiedesse perdono per tutte le discriminazioni e persecuzioni subite dalle persone omosessuali per colpa della Chiesa cattolica.
Il suo predecessore, nemmeno durante il Giubileo del 2000, volle dedicare parole d’accoglienza verso i gay e le lesbiche, mentre dedicò giornate giubilari per prostitute, carcerati, ecc.
Proprio davanti alle moltitudini di giovani cattolici che affolleranno la città tedesca, Benedetto XVI (sapendo molto bene che tra essi vi saranno parecchi omosessuali), potrebbe pronunciarsi contro l’omofobia dilagante tra le gerarchie cattoliche, frutto di un revisionismo reazionario della Dottrina, che fino a qualche anno fa era più prudente e persino più aperta.
La gerarchia cattolica ha naturalmente il diritto di esprimere le proprie opinioni in materia di sessualità, ma deve altresì sapere che le chiusure degli ultimi anni, l’insistente condanna dell’amore omosessuale, hanno procurato e procura moltissime, a volte insopportabili, sofferenze proprio ai giovani gay cattolici, che si sentono così esclusi ed emarginati, nascondono la propria condizione per paura di essere giudicati da una Chiesa che è sempre più nemica.
Aurelio Mancuso
Segretario nazionale Arcigay