«Si parla tanto del pericolo dell´influenza dei polli e ci si è dimenticati dell´Aids. Si è abbassata la guardia.
Dilagano i comportamenti a rischio perché la gente è convinta che l´Aids è stata sconfitta», denuncia l´immunologo Ferdinando Aiuti. Ma il virus Hiv non si dimentica di colpire. Ogni due ore in Italia una persona si infetta, 4000 all´anno, tutti con meno di 50 anni, che vanno ad aggiungersi ai 120mila sieropositivi e ai 21mila malati conclamati di Aids.
Non solo, chi infetta non lo sa, lo scoprirà solo quando è tardi, quando il virus è nella forma conclamata. Perché il test è dimenticato, in pochissimi lo fanno, in pochissimi fanno prevenzione e usano i preservativi.
«Nella metà dei casi i malati dichiarano di non essersi mai sottoposti ad un test. Hanno vissuto da sieropositivi a lungo senza saperlo, inconsapevoli untori». A tracciare questo quadro drammatico della situazione è Gianni Rezza, dell´Istituto di Superiore di Sanità al’apertura del XIX Congresso nazionale dell´Anlaids che si è tenuto a Vibo Valentia.
Numeri ai quali vanno aggiunti i 789 nuovi casi dei primi sei mesi del 2005 e il dato allarmante che la metà delle 21mila persone affette da Aids conclamato è resistente alla terapia anriretrovirale, i farmaci non funzionano più e quindi bisogna potenziare la ricerca.
Gli immigrati rappresentano il 20-30% delle nuove diagnosi, in aumento omosessuali e bisessuali passati dal 16% al 28% nel 2004; in calo i tossicodipendenti (20%).