Essere liberi esseri liberi, in una società di diritti

  

Si è svolto sabato mattina nella Sala “Santa Chiara” annessa alla omonima chiesa trecentesca, il congresso di Arcigay Napoli, primo tra i congressi costitutivi dei comitati provinciali che trasformeranno la maggiore associazione nazionale GLBT in una rete organizzata su base territoriale.

In una Napoli rallentata dalle esercitazioni antiterrorismo e da una sottile pioggia, il congresso non è iniziato con molto ritardo. Alle 9,30 i primi invitati sono iniziati a convergere verso piazza del Gesù, poco dopo il presidente del Congresso Salvatore Simioli ha aperto i lavori alla presenza di Sergio Lo Giudice, presidente nazionale di Arcigay.

Ci sono stati prima i saluti di Leonardo Impegno, consigliere al Comune di Napoli, responsabile Enti Locali della federazione DS di Napoli e che era in rappresentanza di Maria Fortuna Incostante segretaria provinciale DS. Impegno, sempre in prima fila in favore dei cittadini GLBT, ha sottolineato quanto i diritti civili siano una priorità per la città.

Dopo di lui Raffaele Carotenuto, consigliere comunale PRC, presidente della Commissione Politiche Sociali del Comune di Napoli, parlando della proposta di giunta per l’istituzione del Registro delle Unioni Civili ha sottolineato quanto sia importante evitare di cadere nel tranello di apparire come chi vuole mettere in discussione la famiglia tradizionale. “Dobbiamo proporci”, ha detto Carotenuto,“come soggetti che vogliono allargare il concetto di famiglia e riconoscere le realtà affettive che il nostro sistema non considera al momento nemmeno degne di diritti”.

E’ intervenuta poi Norma Naim dell’assessorato alle Politiche sociali alla Regione, la quale ha ricordato di essere originaria di una famiglia ebrea libica ed ha sottolineato come sia urgente intervenire a favore dei cittadini omosessuali in Campania, dando la disponibilità dell’assessorato a sviluppare politiche di inclusione assieme all’Arcigay Antinoo.

Serena Sorrentino, responsabile Nuovi Diritti nella segreteria provinciale della CGIL ha garantito l’impegno e la vicinanza del sindacato sulle questioni glbt. Verso le 11 sono stati accolti da un applauso gli auguri, giunti con telegramma, del presidente della Regione Antonio Bassolino. E graditi sono arrivati anche i saluti del presidente del Consiglio Provinciale, Enrico Pennella, nonché del questore. Presente nel pubblico Lucio Pignalosa dell’Assessorato alle Politiche sociali ed esponenti di “Federazione Città Sociale” organizzazione di cooperative sociali molto attiva sul territorio.

Al termine dei saluti delle istituzioni ha preso la parola Antonio Cavallo, già portavoce dell’Arcigay Antinoo, che ha esposto i punti salienti del documento programmatico. “A 20 anni dalla fondazione dell’associazione, dopo un periodo di inattività e difficoltà si è formato un nuovo gruppo che lavora per la rifondazione dell’Antinoo”, ha detto l’avvocato 28enne, “la nostra analisi parte dal contesto in cui viviamo, in cui i diritti sociali ed individuali dei cittadini sono negati ed in cui per la popolazione GLBT non si può parlare di cittadinanza piena. Per i cittadini omosessuali in verità qui non si può parlare proprio di cittadinanza poiché ne è impedita la libera espressione affettiva, relazionale, ne è negata la personalità”.

Nel discorso, spesso interrotto da applausi, Cavallo ha parlato della comunità GLBT, “che a Napoli è stata costretta a chiudersi in sé stessa per proteggersi da un clima troppo ostile e dalle forti discriminazioni esterne ma è ora imprigionata negli stessi luoghi che ha creato: le comunità chiuse sono diventate escludenti per colpa di una società che ha fatto interiorizzare la chiusura neutralizzando la forza politica dei soggetti glbt!”. Riprendendo l’idea che è anche nello slogan del congresso, “essere liberi esseri liberi” possibile solo “in una società di diritti”, Cavallo ha chiarito questo punto importante del programma, “Antinoo intende trasformare in luoghi di aggregazione le comunità chiuse indirizzando con forza le proprie azioni sulla società che le circonda, per innescare in essa dinamiche integranti ed includenti e per migliorare il contesto politico, che ora o ignora le problematiche glbt, o le considera un problema, un fastidio, e comunque non una priorità”.

“Arcigay Antinoo intende aggregare una comunità di individui GLBT”, ha detto in conclusione Cavallo,”che si riconoscono nei valori della solidarietà, della pace e dell’uguaglianza, e che siano pronti ad agire da un lato facendo pressione sulle istituzioni per sviluppare politiche inclusive ed un contesto normativo antidiscriminatorio, dall’altro per rendere la nostra associazione nodo della rete del welfare regionale, offrendo servizi, assistenza, e consulenza alla comunità”. Passaggio ripreso da Raffaele Di Costanzo che ha fatto un appello ai soci per l’impegno che comporta questo progetto ambizioso.

Salvatore Simioli riferendosi alle parole di Cavallo ha parlato di “spazi di libertà che si devono moltiplicare ed ampliare poiché i cittadini omosessuali non hanno solo obblighi come contribuenti ma sono portatori anche di diritti”. Simioli, militante senior nell’Antinoo, ha anche ricordato la valenza storica dell’associazione e la possibilità di raccordare, una volta partiti, le idee politiche che sono e che verranno con quelle che sono passate per l’associazione.

Sergio Lo Giudice ha ricordato che il suo primo consiglio nazionale Arcigay fu proprio a Napoli agli inizi degli anni ’90 ed ha accennato alla trasformazione della struttura organizzativa dell’associazione che parte proprio con il congresso napoletano, con l’obiettivo di rendere sempre più estesa la presenza territoriale organizzata dei gay e delle lesbiche e di rafforzare i servizi rivolti alle persone omosessuali quali consultori, telefoni amici, gruppi giovani, attività aggregative e ricreative.

Tre gli ordini del giorno approvati dal congresso. Con il primo i soci chiedono al direttivo un impegno a tenere centrali le politiche sul Mezzogiorno, per la storica associazione nel capoluogo della regione più rappresentativa del sud per il movimento GLBT. Attenzione alle politiche familiari e al coinvolgimento duraturo dei volontari nella struttura i punti più importanti.

Nel secondo ordine del giorno massima attenzione nei temi della lotta all’Hiv e contro ogni discriminazione delle persone sieropositive a Napoli e sul territorio. Con il terzo ordine del giorno il congresso ha chiesto al direttivo di avere attenzione per gli anni a venire per il patrimonio archivistico del Centro di Documentazione, uno dei più importanti in Italia.

Al terminate delle elezioni il congresso ha eletto nuovo presidente del Comitato provinciale Arcigay di Napoli Antonio Cavallo, vicepresidente Enzo Sacco, 34 anni, architetto. Il nuovo direttivo è composto da Raffaele Di Costanzo, 40 anni, consulente presso aziende no profit, Patrizio Napolano, 41 anni, docente di materie letterarie, Massimiliano Rizzo, 19 anni, studente, Carmine Urciuoli, 29 anni, giornalista, e Salvatore Simioli, 34 anni, avvocato. Il collegio dei revisori dei conti è formato da Vittorio Marotta, Innocenzo Piscitelli, Stefano Vitale. In settimana si svolgerà la prima assemblea per la definizione dei compiti associativi ed il neopresidente ha anticipato che saranno assegnate deleghe su progetti che partiranno subito.

Arcigay “Antinoo” di Napoli esiste dal 1984. Tra i fondatori Tommaso Wenner e Luigi Amodio, cofondatore dell’Arcigay Nazionale. L’associazione è stata condotta dal 1986 al 2005 da Davide Barba, docente universitario e segretario nazionale Arcigay fino al 2002. All’avanguardia nei temi della prevenzione dell’Hiv-Aids ha condiviso le difficoltà che hanno interessato la città ed il terzo settore negli ultimi anni. Arcigay Napoli ha organizzato il Gay Pride nazionale “Jesce Sole”, primo al Sud, svoltosi il 29 giugno del 1996 alla presenza dell’allora sindaco Bassolino. Il comitato provinciale conta attualmente 7000 iscritti, il circolo politico circa un centinaio di soci, più della metà dei quali vive in provincia. Otto i laureati tra direttivo e revisori, di cui sette con lode. Professionisti, impiegati, ma anche studenti e disoccupati tra i soci, la cui età media è sui 30-35 anni. Al congresso è stato inaugurato anche il nuovo stand che sarà utilizzato per le manifestazioni in piazza. Progettato da Nicola Stanzione, studente di architettura, che lo ha realizzato con l’aiuto del padre, l’allestimento è formato da lunghi assi di acciaio curvi ad arco ed avvolti da una stoffa colorata a formare un enorme arcobaleno lungo cinque metri. Il nuovo logo dell’associazione è un codice a barre colorate che reca la scritta “identità libera”, a rimarcare quanto la riflessione sulla liberazione delle persone GLBT debba necessariamente passare attraverso una analisi attenta delle logiche di mercato.

Il documento programmatico, gli ordini del giorno, il nuovo statuto con il logo approvati dal congresso, le foto e i filmati video degli interventi sono presenti sul sito al link https://www.arcigaynapoli.org.

L’appuntamento in Campania è il 24 novembre, al congresso fondativo del comitato provinciale dell’Arcigay “Coming Out” di Caserta, alla presenza di Lorenza Tizzi, ed il 21 dicembre al congresso fondativo del comitato provinciale dell’Arcigay “Federcio Garcia Lorca” di Salerno, con Aurelio Mancuso.


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