Modella l’identità

  

Dal 31 ottobre al 6 novembre 2005 Bologna ospita la terza edizione di GENDER BENDER, festival internazionale che presenta i nuovi immaginari, prodotti dalla cultura contemporanea, legati alle rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale.

In un’epoca in cui l’unica cosa certa è il continuo mutamento e la complessità, Gender Bender realizza percorsi di senso tra fenomeni culturali e comunicativi apparentemente contraddittori.

Il festival seleziona dal panorama internazionale gli esempi proposti da registi, artisti visivi, performer, scrittori, ma anche dall’industria musicale e dell’intrattenimento, su come sia possibile andare, in maniera creativa, oltre le norme e gli stereotipi del maschile e del femminile.
Articolato lungo percorsi tematici specifici (dalla letteratura al cinema, dalle arti visive al teatro), Gender Bender anticipa le trasformazioni e le metamorfosi divenute parte integrante del nostro immaginario.

GENDER BENDER è un progetto realizzato da Il Cassero, Arcigay Bologna, con la direzione artistica di Daniele Del Pozzo. Il Festival è il primo progetto che attiva tutte le realtà artistiche e scientifiche che hanno sede all’interno della Manifattura delle Arti, il nuovo polo culturale di Bologna sorto nell’antica area portuale della città: il Cassero, la Cineteca di Bologna, la Galleria d’Arte Moderna, le nuove sale del Cinema Lumiére, il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna. Il Festival è realizzato con il contributo di: Comune di Bologna — Settore Cultura, Regione Emilia Romagna, Provincia di Bologna — Assessorato alla Cultura, Fondazione Carisbo, Maison Française di Bologna e con il patrocinio di: Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna, Provincia di Bologna — Assessorato alla Cultura, Fondazione Pierre Bergè — Yves Saint Laurent.

La 3° edizione di Gender Bender presenta un programma di appuntamenti articolato su più percorsi.

EVENTO SPECIALE DEL FESTIVAL la proiezione al Cinema Lumiére (Via Azzo Gardino, 65) del ciclo filmico Cremaster Cycle, creato dell’artista americano Matthew Barney, sicuramente uno degli artisti più interessanti affermatisi negli Anni ‘90 in campo internazionale. Cremaster è un ciclo di cinque film realizzato da Barney in otto anni (1994-2002), che esplora il processo embrionico di differenziazione sessuale, visto come una condizione di pura potenzialità. Il regista utilizza uno sterminato sistema di riferimenti simbolici per dar vita ad un universo metaforico e mitologico dallo straordinario potere evocativo. Sculture, installazioni, fotografie e disegni realizzati, durante la produzione dei film sono esposti nei più importanti musei internazionali.

SEZIONE LETTERATURA

Jean Cocteau, fotografato da Irvin Penn

Jean Cocteau, fotografato da Irvin Penn

La sezione dedicata alla letteratura presenta un convegno internazionale e una retrospettiva cinematografica dedicati alla vita e all’opera di Jean Cocteau, personalità di punta del Novecento. Pittore, poeta, drammaturgo, scrittore, regista cinematografico, Cocteau è una figura poliedrica e multiforme che attraversò da protagonista le avanguardie artistiche della sua epoca.
Il convegno (5 novembre) vede la partecipazione di studiosi quali François Nemer, curatore della mostra che il Beaubourg di Parigi ha dedicato a Cocteau nel 2004, Nicolas Genka, scrittore, autore di L’Epimostro, Luca Scarlini, studioso di drammaturgia contemporanea e di letteratura comparata, Anna Scattigno, docente di Cristianesimo e Storia di Genere al’Università di Firenze, presidente della Società italiana delle Storiche.
Gli atti del convegno verranno pubblicati all’interno della collana Gender Bender, edita dalla casa editrice CLUEB.
La retrospettiva delle regie cinematografiche (cinema Lumière) presenta capolavori quali Le sang ‘un poète (1930), La bella e la bestia (1946), ‘aquila a due teste (1948), Les parents terribles (1948), Orfeo (1950), Il testamento di Orfeo (1959).
L’omaggio a Cocteau continua con The End of the Human Voice (cinema Lumière), videoproiezione di Francesco Vezzoli, uno degli artisti italiani più interessanti dell’ultima generazione, ispirato a La voce umana, struggente monologo di una donna al telefono rivolta all’amante che la sta abbandonando, forse l’opera più conosciuta di Cocteau. Protagonista del video di Vezzoli, concepito per gli spazi del Castello di Rivoli a Torino, è Bianca Jagger, icona della factory warholiana, protagonista instancabile delle notti allo Studio 54 di New York, esponente di punta del jet set più glamour degli anni ’70, che parla all’amante (lo stesso Vezzoli) disteso su un letto con gli occhi disegnati sulle palpebre chiuse, omaggio esplicito ai film di Cocteau.
Da Vezzoli a Rossellini con l’episodio Una voce umana del film L’Amore (1948) con Anna Magnani, che conferma la sua grandezza con un’indimenticabile interpretazione.

SEZIONE ARTI VISIVE

La sezione delle Arti Visive presenta, alla Galleria d’Arte Moderna (Piazza Costituzione, 3), i nuovi lavori di Jesper Just (inaugurazione 1 novembre) artista danese tra i più interessanti della nuova scena internazionale. I suoi video indagano l’identità maschile, rappresentandola in una nuova luce, lontana dai cliché culturali e vista come motore di nuove forme di relazioni umane. Just si diverte a scardinare e ricombinare gli stereotipi costruiti sull’universo psicologico e affettivo maschile dai vari generi cinematografici, dai gangster movies ai musical, per generare nuovi immaginari con cui raccontare forme tutte personali di emancipazione. I suoi personaggi, attempati signori e giovani uomini, sono i protagonisti di storie sentimentalmente grottesche e avvincenti che si sviluppano combinando pochissime parole, gesti stravaganti e un trionfo di balli e musiche. A Bologna si potranno vedere alcuni tra i suoi video più significativi come No man is an island (‘, 2002), This love is silent (’45", 2003), Invitation to love (‘, 2003), No man is an island II (‘, 2004), The sweetest embrace of all (’20", 2004), Bliss and heaven (‘, 2004). La mostra è a cura di Caroline Corbetta, curatrice Biennale Paesi Nordici.

Sempre per la sezione Arti Visive (al Cinema Lumière), Gender Bender presenta due rarissimi e quasi mai visti documenti d’archivio: Lady (1984) e Patti Smith still moving (1978), cortometraggi realizzati da Robert Mapplethorpe, il celebre fotografo americano. Protagonista di Lady è Lisa Lyon, bodybuilder professionista e modella preferita dal fotografo, mentre in Patti Smith still moving la cantautrice americana viene ripresa nello studio di Mapplethorpe mentre posa per alcuni scatti; durante le foto Patti parla del suo rapporto con Dio, delle sue idee sull’amore e del concetto di visionarietà, essenziale nella sua produzione musicale e poetica.
Il Festival presenta inoltre Robert Mapplethorpe (1988), il documentario prodotto da BBC Arena che contiene, tra l’altro, un estratto del film girato dalla regista Sandy Daley (che lo ha in seguito ritirato dalla circolazione), protagonisti Mapplethorpe e Lisa Lyon.

SEZIONE TEATRO E DANZA

La sezione presenta un’anteprima nazionale con la performance Map Me (6 novembre, ore 21.30 — Teatro DMS, Via Azzo Gardino, 65) della coreografa e performer belga Charlotte Vanden Eynde e due spettacoli teatrali : Cinema Cielo di Danio Manfredini (3 e 4 novembre Teatri di Vita, Via Emilia Ponente, 485) e Psicosi delle 4:48 della Compagnia Cane (5 novembre Teatro DMS).

Map me, immagine di scena della performance di Charlotte Vanden Eynde

Map me, immagine di scena della performance di Charlotte Vanden Eynde

Map Me è u’indagine sull’identità. Uno spettacolo tattile che esplora il luogo di incontro con un’altra identità, con un altro corpo. In questa performance Charlotte Vanden Eynde e Kurt Vandendriessche intrecciano una serie di’azion’ e’non-azion’ sia fisiche che visive, indossando letteralmente il proprio corpo. I corpi diventano lo schermo su cui si movimentano immagini proiettate. Map Me è presentato in collaborazione con Xing.

Dal corpo all’anima con Cinema Cielo, spettacolo ambientato in un cinema a luci rosse con cui Manfredini ha vinto il Premio Ubu 2004 per la miglior regia; lo spettacolo è infatti una lancinante meditazione sulla natura umana, sulla sua fragilità, sulla possibilità di trovare la poesia dentro e oltre la sessualità.

Psicosi delle 4:48, è, invece, una rilettura del testo della drammaturga inglese Sarah Kane, in cui il monologo di una suicida diventa una grande favola della verità, dove la protagonista si sdoppia e dialoga con se stessa in maniera ora divertita, ora sinceramente crudele. In scena Daniela Cattivelli e Federica Santoro.

SEZIONE CINEMA – CINEMA LUMIÈRE, via Azzo Gardino, 65

Non poteva mancare al festival la sezione dedicata al CINEMA, a cominciare dall’ultimo lavoro di John Waters, capofila indiscusso della cinematografia trash; A Dirty Shame è una commedia divertentissima, un affondo irriverente alla rinascita dell’intolleranza, non solo sessuale. E’ di nuovo commedia per il film Cachorro di Miguel Albadalejo, acclamato in moltissimi festival del cinema stranieri, una riflessione divertita e profonda sui legami famigliari, sul desiderio di paternità e sulla sorprendente saggezza dei bambini.
Direttamente dalla 62° Mostra del Cinema di Venezia, Mater Natura, primo lungometraggio del regista Massimo Andrei, premiato dalla Settimana della Critica (unico film italiano in concorso). Andrei, presente alla proiezione, ci regala un film anomalo per il panorama italiano, eccentrico, colorato, una commedia dolceamara che parla, come dichiara lo stesso regista, “d’amore e riscatto sociale”.
In programma un’importante anteprima nazionale con Kinky Boots di Julian Jarrold. Realizzato dagli autori di Calendar Girls, il film è una divertente commedia inglese su un calzaturificio, che si avvia lentamente alla bancarotta, le cui sorti saranno risollevate da Lola, drag queen star dei cabaret di Soho, che svela a Charlie il mercato degli stivali da donna realizzati per una clientela maschile: zeppe altissime, numeri molto più grandi, colori sgargianti e tacchi d’acciaio. Tratto da una storia vera, il film è una commedia toccante che si inserisce nel filone cinematografico inaugurato da Full monty.
Cinema francese con l’ultimo lavoro di Bertrand Bonello. Presentato fuori concorso durante l’ultima edizione del festival di Cannes, Cindy: the doll is mine è un cortometraggio intenso e raffinato dedicato a Cindy Sherman, artista americana magistralmente portata sul grande schermo da Asia Argento, in quello che si rivela essere una straordinaria riflessione sul potere dello sguardo, sul tema del doppio e dell’altro da sé.
Ancora cortometraggi con il tedesco Fucking Different: sette registe lesbiche hanno realizzato altrettanti cortometraggi su come immaginavano l’amore e il sesso gay; lo stesso è stato chiesto a sette registi gay, invitati a riflettere sull’amore e sul sesso lesbico. Un’incursione nel mondo della danza e del remake cinematografico con Full Quote Bergman, commento filmato di Douglas Ferguson (presente alla proiezione) a Persona, capolavoro di Ingmar Bergman del 1966, il cui tema principale ruota intorno al rapporto amoroso, sotterraneo e psicologicamente intricato, tra due donne. Ferguson, regista, designer e costumista per il Frankfurt Ballett di William Forsythe, realizza un prodotto cinematografico complesso e affascinante.
Go West, del regista Ahmed Imamovic, è una storia d’amore che si svolge nello scenario della ex Jugoslavia, straziata da una lunga serie di guerre. Milan, uno studente serbo, e il suo ragazzo Kenan, un musicista musulmano, vivono nella capitale bosniaca Sarajevo. Le loro vite saranno sconvolte dall’aggressione militare alla Bosnia Erzegovina, le cui devastanti conseguenze portano alla luce pregiudizi razziali, che sembravano dimenticati.
Colour Blossoms è l’ultima opera del famoso regista di Hong Kong Yonfan, capitolo conclusivo della Trilogia del Padiglione delle Peonie, una serie di film ispirata alle opere del poeta/drammaturgo Tang Hsien-tsu.

In collaborazione con Cult Network 2 eventi speciali: in contemporanea con la programmazione del canale, la rassegna Eros, Felicità, Bellezza, un viaggio televisivo nell’Eros del Corpo e della Mente: un racconto tra sensualità e bellezza, ricerca del piacere e della felicità dedicato al rapporto tra ‘erotismo e le forme espressive della cultura e della società contemporanea.
In programmazione il film di Alberto D’Onofrio Mistress Lucrezia: cronaca fedele delle relazioni di sottomissione tra Mistress Lucrezia e 5 uomini, le varie pratiche sado-maso alle quali gli "schiavi" si sottopongono e le dinamiche psicologiche che ne derivano, e lo speciale di Geri Morellini dedicato al’opera del’artista Vanessa Beecroft.

SEZIONE TV — Cinema Lumière, via Azzo Gardino, 65

La sezione è dedicata a Enzo Trapani, autore e regista che seppe rinnovare la TV italiana con varietà di grande successo, uno dei maestri della televisione. Gender Bender dedica una sezione a una delle sue più riuscite “creature”: Stryx, il varietà del 1978 che propose al pubblico italiano un immaginario debitore delle profonde trasformazioni sociali, innescate dalla rivoluzione sessuale cominciata negli anni precedenti. Condotto da Tony Renis in uno scenario inedito per la televisione di allora, a metà tra ‘antro di una strega, un girone dantesco e lo Studio 54, il varietà mascherato, anticonformista e surreale, invitava cantanti al’apice della loro carriera a partecipare al gioco del travestimento: Grace Jones chiusa come una belva in una gabbia trasportata da leathermen, Angelo Branduardi accompagnato da un gruppo di mammuttones, Patty Pravo novella Venere in trionfo su modello degli affreschi di Palazzo Schifanoia a Ferrara.

SEZIONE PARTY – Cassero via Don Minzoni, 18

Un filo conduttore di interesse musicale percorre quest’anno l’intera programmazione del festival: da Patti Smith, protagonista del primo film di Robert Mapplethorpe, ai musicisti speed-metal e hardcore che si esibiscono in due dei Cremaster di Matthew Barney (Dave Lombardo di Slayer e Fantomas e Steve Tucker dei Morbid Angel in Cremaster 2, le band Agnostic Front e Murph’s Law nel terzo), dalle scelte lynchiane delle canzoni anni ‘50 di Jesper Just a quelle neoromantiche e struggenti del bellissimo Colour Blossoms di Yonfan. Dedicata a sonorità meticcie, a metà tra pop e electroclash, patinata e stylish, la sezione Party è inaugurata dal newyorkese Sammy Jo (alias Nancy Isla, alias Dj Pickles, alias DJ Smelly Ho); Messy (letteralmente: incasinato) è il nome della sua prima serata, un insolito pastiche sonoro tra musica disco, pop anni ’60 e ballate lacrimevoli dal sapore ricercatissimo, graffiante ed ironico. Sammy Jo ha iniziato la sua attività di dj nel 1997, ospite del famosissimo nightclub newyorkese Mother, già sede del leggendario party Jackie 60, uno degli appuntamenti più conosciuti e scatenati della disco scene di Manhattan, finendo per diventare Dj ufficiale del tour dei Scissor Sisters.

Sabato 5 novembre (Cassero dalle ore 23) Gender Bender ospita Acid Maria, la più stylish tra le "djettes" della scena dance contemporanea. La tedesca Acid Maria ha iniziato nel ‘92 la sua carriera di dj, che l’ha portata in pochi anni ad esibirsi in 20 nazioni e in contesti di spicco come il mega-rave Mayday e al Festival di musica elettronica di Città del Messico di fronte a un pubblico di oltre 40.000 persone.

Durante le giornate del festival, presso la Biblioteca Sala Borsa è possibile consultare i libri segnalati nella bibliografia dedicata a Cocteau e tutti i documenti disponibili legati agli eventi in programma.
La bibliografia dedicata a Cocteau è disponibile anche sul sito web della biblioteca www.bibliotecasalaborsa.it proposte della biblioteca.

Il Cassero – Gay Lesbian Center realizza da più di venti anni progetti dedicati alle differenze di orientamento e identità sessuale. Svolge in Italia un ruolo di primo piano in campo culturale, artistico, politico e sociale con ‘obiettivo di promuovere la cultura dei diritti e delle libertà civili delle persone gay, lesbiche e transessuali. Nel 2002 ha ricevuto dal Comune di Bologna una nuova sede al’interno della Manifattura delle Arti, il nuovo polo culturale di Bologna.

Daniele Del Pozzo

Daniele Del Pozzo

Daniele Del Pozzo è il direttore artistico e l’ideatore del festival: “Gender Bender è innanzitutto un radar dei tempi. Intercetta e decifra le evoluzioni, sorprendentemente rapide, con cui mutano gli immaginari legati al genere sessuale. Gli esempi offerti da artisti visivi, registi, scrittori, ma anche dall’industria musicale e dell’intrattenimento, anticipano in che modo andremo a rappresentare le trasformazioni e i cambiamenti divenuti parte integrante nella vita della maggior parte dei soggetti contemporanei.”

Per il terzo anno consecutivo Cult sostiene Gender Bender Festival, condividendone l’approccio eclettico e creativo al tema dell’identità nella società contemporanea e il ricchissimo cartellone internazionale. Cult inoltre promuove il festival con una campagna di comunicazione rivolta ad un pubblico curioso e attento che ama il Cinema d’Autore, il Teatro, la Letteratura, la Musica, la Danza, l’Arte, la Moda, le nuove forme della Comunicazione. Il canale culturale si conferma una televisione di intrattenimento colto e critico per un pubblico intelligente e curioso, con un’attenzione particolare per i territori di ricerca, i nuovi linguaggi e le contaminazioni di genere, luoghi privilegiati dove emergono e si sviluppano i nuovi fenomeni socio-culturali ed artistici.

www.genderbender.it


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