Bruciato vivo perché gay

  

Marian Pavel Caster, giovane ragazzo gay albanese, il 7 Novembre 2004 fu cosparso di benzina e bruciato vivo a Viterbo nella centralissima Piazza della Morte, ha riportato ustioni che hanno sfigurato ‘ottanta percento del suo corpo.

La comunità gay fu fortemente scossa e dopo alcuni giorni furono rintracciati i tre aggressori Mukaj Erion, Voka Taulant e Gini Shkurt, anche loro albanesi e amici di Marian, confessarono di averlo aggredito perchè era gay e quindi non meritava di essere loro amico e di vivere.

I Pm Barili ed Elisabetta Centogambe da una pena richiesta di 21 anni di reclusione, hanno chiesto ed ottenuto una pena pari a tre anni e dieci mesi, tenendo in considerazione le attenuanti generiche e del patteggiamento.

"Tre anni e dieci mesi – dichiara Fabrizio Marrazzo, presidente Arcigay – Comitato provinciale di Roma e Consigliere Nazionale Arcigay – sono una pena irrisoria per un atto così violento di odio omofobo, sono un offessa per la comunità gay e per la vittima, come ha affermato anche il legale di Mariam, ‘avv. Antonio Ranucci"

"Putroppo il nostro governo anche dopo le nostre sollecitazioni – continua Marrazzo – non si è voluto occupare dei diritti dei gay sia italiani che immigrati, ad esempio il ministero delle Pari Opportunità ha attivato il numero 800 90 10 10 contro il razzismo, ma tale numero non ha mai voluto supportare alcuni nostri soci doppiamente discriminati in quanto gay e immigrati. Un governo che ha messo tra i primi punti del suo programma la giustizia, ma non sì è mai interessato a definire delle leggi contro ‘odio verso gli omossessuali, che in Italia contano oltre 200 vittime negli ultimi 10 anni, di cui la quasi totalità degli assassini è rimasto impunito"

Quindi, dato che il nostro governo in 5 anni non ha mai cercato di tutelare la nostra comunità, ci rivolgiamo alla Presidenza della Regione Lazio, che nel suo programma si è gia mostrata sensibile alle istanze della comunità gay, chiedendo di supportare la nostra comunità con:

– una legge regionale contro le discriminazioni per le persone omosessuali, come già fatto dalla Regione Toscana;

– un piano di informazione contro le discriminazioni multiple, gay-immigrati, gay-disabili, etc.;

– un piano di formazione contro le discriminazione per il personale URP della Regione Lazio e degli Enti da esso dipendenti, come già attuato dal Comune di Roma.

per far sì che almeno la Regione Lazio sia la Regione di tutti, nessuno escluso.


  •