Segregate,insultate,prese a pietre dai ragazzini del paese, imbottite di psico-farmaci. Essere lesbiche e dichiararlo ha quasi sempre conseguenze discriminatorie, nelle metropoli come nei piccoli centri. Ma in Barbagia la vita si trasforma in un inferno,una dura lotta quotidiana contro ‘intolleranza.
Preferisce usare un nome di fantasia, Elisa («mi piace la canzone, altrimenti avrei scelto Gianna, come la Nannini»), protagonista di un emblematico fatto di cronaca:una mamma scopre la figlia in intimità con una ragazza e reagisce picchiando ‘amica, mandandola al’ospedale.
Elisa è lesbica dichiarata, non si nasconde, e parla per far conoscere la situazione di tanti suoi amici, fortemente discriminati, come i loro familiari.
Quando si è dichiarata?
Per 5 anni ho vissuto con una donna, e questo ha avuto un grande valore per altri che hanno visto in noi u’alternativa al nascondersi.Abbiamo avuto parecchi problemi e ricevuto insulti di ogni genere, così come i nostri familiari. Ma ci hanno dato un valido appoggio parte della parentela e chi pensa che gli omosessuali hanno gli stessi diritti e doveri degli etero. A volte ci discriminano i più insospettabili, persone che sbandierano buoni principi e che si rivelano ‘opposto.
E la sua famiglia?
A periodi alterni. Ma quando una persona si dichiara in totale trasparenza non può essere osteggiata. ‘omosessualità non è una scelta ma una condizione che si impone.
Come reagirono la volta che gli ha detto di essere lesbica?
Rimasero molto sorpresi, perché ‘essere lesbica non toglie niente alla mia femminilità. È un mito da sfatare: essere lesbica per molti è sinonimo di maschiaccio, io amo in quanto donna che ama una donna.
È credente?
Sono profondamente cattolica, ma questo non può essere ‘intralcio per la mia omosessualità. Una volta mi confessai con un prete che mi suggerì di truccarmi e di vestirmi adeguatamente, quasi spingendomi ad andare con gli uomini. È
inaccettabile.
Conosce ragazze che vivono nella sua situazione?
Tantissime, anche perché tra noi si crea una rete di rapporti. Conosco ragazze che sono state imbottite di psicofarmaci dai genitori o dalle istituzioni stesse quando stavano prendendo coscienza della propria omosessualità.Io ‘ho capito a ven’anni, quando mi innamorai follemente di u’amica.