Reinas
Per tre giorni cinque madri sul’orlo di una crisi di nervi, ma soprattutto per uno sciopero dei cuochi, nella commedia almodovariana di nozze omosex Reinas di Gomez Pereira, uscito in Spagna in aprile sul’onda della legge sui matrimoni gay: 500.000 spettatori e nessuna polemica.
Da noi il film sarà lanciato dalla Lucky Red il 23 dicembre «anche con una leggera provocazione natalizia», dice Andrea Occhipinti che ‘ha prodotto e lo distribuisce. Ma già ieri i poster del film a Roma sono stati imbrattati con scritte anti Zapatero e sono apparsi alcuni siti in cui si lancia una petizione per la messa al bando del film (che nessuno ha ancora visto) infiammati dal’attualità dei matrimoni gay da ieri leciti anche in Inghilterra.
Il sito dell’associazione Famiglia Italiana freme di sdegno e invita a firmare contro la crisi della morale: «indecente commedia», «scontro di valori», «censura col paraocchi». Le reazioni sono, come dire, bipartisan: ci sono quelli che si uniscono al’allarmato invito (coniata anche la formula «Famiglie, non PACSate!») per dire che le debolezze umane non hanno fondo. E quelli che rispondono per le rime: «Auguri e figli trans», o con un verso di Fabrizio De Andrè o recuperando ‘aggettivo politico («Fascisti!»). Infuria un marketing mediatico.
In Reinas – omaggio alle attrici e alle madri regine della cultura gay – le protagoniste sono cinque madri (tra cui Carmen Maura, Veronica Forquè, Mercedes Sampietro e Marisa Paredes) i cui figli gay stanno per sposarsi: una è giudice e pronuncerà, pur non convintissima, la formula di rito; u’altra ha un albergo gay e ci specula con gusto; a quella argentina interessa il buon partito; una è ninfomane e riuscirà a farsi anche il futuro genero, provocando un tentato suicidio; ‘ultima è diva di Almodòvar, figurarsi, teme solo il salto sociale.
Una scena del film
«’ una commedia brillante che riflette una situazione di fatto. Nella scena finale ‘è un matrimonio multiplo omosessuale con gay e lesbiche e molte delle comparse non erano lì per caso» dice Occhipinti. Polemiche prevenute? «Non credo che le petizioni morali generiche corrispondano al pensiero della maggior parte degli italiani ma solo di gruppi radicali e anacronistici come talvolta rischia di sembrare la Chiesa. Credo che dia fastidio proprio il fatto di considerare il matrimonio gay non una tragedia ma un pezzo di vita, che il film riflette nelle ansie comuni: pure Elton John ha annunciato ieri anche le sue nozze, la società va avanti, è gente che si vuole integrare. Perché boicottarli?».
Aggiunge ‘autore: «Il film è opportuno, non opportunista, ‘avevamo pensato prima che passasse la legge. Non vogliamo sfiorare la politica, ma la gente è pronta ai cambiamenti». Sul set nessun problema per gli attori. ‘unico che aveva qualche dubbio è ‘argentino Daniel Hendler preoccupato di dover indossare piume e penne: quando gli hanno detto che doveva solo stare in mutande (firmate) sul letto col fidanzato, si è tranquillizzato. Certo, i baci schioccano puntuali al momento del «sì»: è pur sempre un matrimonio.