“Mentre la Corte di Cassazione ribadisce la necessità di uguale trattamento fra le famiglie di fatto e quelle legali, un ministro della Repubblica definisce queste unioni ‘strumenti di aggressione’ alla famiglia fondata sul matrimonio e alla Costituzione stessa. Si tratta di una sbalorditiva mancanza di senso delle istituzioni e di una inquietante travalicazione del limite fra i diversi poteri della Repubblica. Il rispetto delle sentenze della Cassazione dovrebbe essere sacro per un rappresentante del governo”.
Così il presidente di Arcigay, Sergio Lo Giudice, risponde al ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno, che ha attaccato il fatto che il magistrato della Suprema corte Giovanni Palombarini parteciperà, come annunciato, alla manifestazione “Tutti in Pacs — Festa delle Libertà civili” che si terrà il prossimo 14 gennaio a Roma in piazza Farnese.
Proprio ieri è stata resa nota una sentenza della Quarta sezione penale della Corte di Cassazione che definisce una “significativa evoluzione sociale” l’equiparazione delle famiglie di fatto a quelle sposate, sottolineando come già oggi la giurisprudenza consideri la famiglia di fatto come una “realtà sociale che, pur essendo al di fuori dello schema legale cui si riferisce, esprime comunque caratteri ed istanze analoghe a quelle della famiglia ‘stricto sensu’ intesa”.
“Il ministro Alemanno vada a rileggersi la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea che all’art. 9 stabilisce il diritto di ogni cittadino a sposarsi accanto a quello di costituire una famiglia — incalza Alessandro Zan, responsabile Pacs di Arcigay – In quel ‘costituire una famiglia’ c’è la necessità di una legge che tuteli le coppie di fatto, ovvero quelle formazioni sociali sancite dalla nostra Costituzione all’art. 2. Non si può continuare a mistificare la Costituzione che non prevede affatto che il matrimonio sia l’unica possibilità in uno Stato laico. La Corte di Cassazione con la sentenza di alcuni giorni fa risponde a un problema di discriminazione verso le coppie di fatto di cui la politica dovrebbe occuparsi. C’è un vuoto legislativo ormai insopportabile”.
L’iniziativa del 14 gennaio, happening di piazza per i diritti civili e la laicità delle istituzioni, è stata indetta da Arcigay, Arcilesbica e da altre organizzazioni del movimento omosessuale e transessuale, e ha registrato finora più di cento adesioni di partiti ed associazioni.
Fra i temi dell’iniziativa — collegata alla manifestazione “Usciamo dal silenzio”, che si terrà in contemporanea a Milano per la difesa della legge 194 – la libertà di autodeterminazione delle donne, la lotta alle discriminazioni, i diritti delle persone transessuali e transgender, la lotta alla violenza in tutte le sue forme, la libertà di pensiero e di espressione e la libertà di religione in una cornice di separazione fra lo Stato e le chiese.