Un’immagine dal videogioco’Single’
Alla fine Sara Andrews ha avuto la sua rivincita. Qualche settimana fa, la Andrews, videogiocatrice di World of Warcraft, era stata ammonita dai moderatori del gioco Blizzard per aver cercato di reclutare, al’interno di una chat ufficiale, nuovi giocatori per una gilda «LGBT friendly», ovvero bendisposta nei confronti di gay, lesbiche, bisessuali e transgender. U’iniziativa che i moderatori avevano giudicato inopportuna, perchè deleteria per ‘equilibrio della comunità, e che aveva portato ad un richiamo ufficiale per la giocatrice. Pochi giorni e ‘evento era rimbalzato sulla stampa specializzata e non, divenendo un caso di pubblico dominio, alimentato dalle proteste delle associazioni per i diritti degli omosessuali.
Qualche giorno fa Sara Andrews ha avuto la sua rivincita. In una lettera pubblica, Thor Biafore, responsabile del servizio clienti di Blizzard, ha ammesso ‘errore dei moderatori di World of Warcraft e ha porto le sue scuse alla Andrews. La software house ha inoltre annunciato che circa 1.000 moderatori, tra Nord America, Europa e Corea, saranno sottoposti ad un «sensitivity training», per "formare" la loro sensibilità ed evitare che simili eventi si ripetano.
La vicenda, inutile dirlo, ha tratti fortemente significativi. I videogiocatori sono davvero poco avvezzi ai temi del’omosessualità? Può darsi, ma sicuramente lo sono i videogiochi…
In un saggio intitolato Videogayme: ‘Omosessualità nei Videogiochi, Carmine Urciuoli ripercorre le tappe dei videogame che, negli ultimi trenta anni, hanno affrontato temi omosessuali. E si scopre che ‘omosessualità, in questo campo, è un argomento quasi mai trattato direttamente, spesso semplicemente accennato. Tra i più arditi si ricorda il vecchio Fear Effect, con le sue due protagoniste lesbische, il più recente Metal Gear Solid 3, con i suoi accenni a una relazione gay, o titoli come Singles o The Sims 2, gestionali con il merito di aver proposto le prime coppie virtuali omosessuali. Per il resto poco altro.
La verità è che i videogiochi hanno perso il contatto con la realtà. Ammesso che ‘abbiano mai avuto. E che oggi sono i soli videogame per il multiplayer online, interfaccia tecnologica tra la fantasia e il reale, a trainare il genere verso contenuti più attuali, quantomeno coerenti con i tempi. Il videogioco tradizionale, nella sua forma non-massiva e fuori-linea, è invece rimasto indietro di decenni. Per alcuni aspetti, sopravvive ancora in un tempo che non corrisponde al nostro, dove il johnwaynismo non è ancora scivolato via, anni indietro rispetto ai gay di Brokeback Mountain o alle drag queen di Priscilla: La Regina del Deserto, molto prima dei convenzionalissimi omosessuali di Will & Grace o dei Fantastici Cinque.
Alla luce di alcune reazioni ai Pacs, forse proprio il tempo in cui veleggia ‘Italia oggi.