Il 17 Maggio 2006 hai ‘occasione di fare un viaggio contro ‘omofobia.
‘ la Giornata mondiale per la lotta ai pregiudizi, alla discriminazione, alla violenza nei confronti di gay, lesbiche e bisessuali – International Day Against HOmofobia (IDAHO).
Ci sono persone omofobe pensano che i gay e le lesbiche siano perversi e pericolosi, o comunque "sbagliati". Gli omofobi non riconoscono valore al sentimento ‘amore omosessuale e non vogliono vederne riconosciuta ‘esistenza. Sei anche tu affetto dal’omofobia? Ti va di scoprirlo?
Arcigay, Uds, Udu e Mutua studentesca ti propongono un viaggio ideale attraverso il sito web
www.omofobia.it/treno
e varie iniziative nelle stazioni ferriviarie in alcune città ‘italia. Seleziona sul sito la città di partenza e stampa il tuo biglietto di viaggio.
Il TreNO ti porterà attraverso le stazioni di NO alla violenza omofoba, NO alla discriminazione, NO ai sensi di colpa del’omofobia interiorizzata. Destinazione finale: ‘uguaglianza!
CHE CO’è ‘OMOFOBIA?
‘omofobia è quel’insieme di pregiudizi, atteggiamenti, comportamenti e opinioni discriminatori nei confronti di gay e lesbiche.
‘omofobia è molto diffusa. Le persone omofobe pensano che i gay e le lesbiche siano perversi e pericolosi, o comunque “sbagliati”. A seconda del grado di omofobia, le reazioni di un omofobo di fronte a una persona omosessuale possono andare dal semplice disagio, alla paura fino alla violenza. Gli omofobi non riconoscono valore al sentimento ‘amore omosessuale e non vogliono vederne riconosciuta ‘esistenza. Dal momento che è molto diffusa, ‘omofobia causa, ai gay e alle lesbiche, una serie di effetti sul piano sociale, tra cui: le molestie verbali e fisiche, la sopportazione di pregiudizi diffusi nei più diversi ambienti sociali e professionali, le discriminazioni personali o istituzionalizzate, fino alle campagne anti-gay portate avanti da alcune organizzazioni politiche o culturali.
Info
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17 MAGGIO
PER UNA GIORNATA MONDIALE CONTRO L’OMOFOBIA
Verso un riconoscimento internazionale di lesbiche, gay, bisessuali e trans
Testo di Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie (Paris, Presses Universitaires de France, 2003). Se sostenete questa iniziativa, e volete che la Giornata Contro l’Omofobia (il 17 maggio) sia iscritta ufficialmente nel calendario nazionale e internazionale, potete firmare e far firmare questa petizione : www.petitiononline.com/idaho
Secondo un’opinione largamente diffusa, oggi l’omosessualità sarebbe più libera che mai: anzi, presente e visibile ovunque (per strada, sui giornali, in televisione, al cinema), essa sarebbe ormai del tutto accettata, il che sembra confermato dai passi avanti che sono stati fatti di recente, in vari paesi, per il riconoscimento legale delle coppie dello stesso sesso. Certo, ci vuole ancora qualche miglioria per eliminare le ultime discriminazioni, ma, tenuto conto dell’evoluzione delle mentalità, secondo alcuni sarebbe solo questione di tempo, il tempo di portare a termine un processo avviato ormai da decenni.
Per l’osservatore un po’ più attento, la situazione è globalmente ben diversa; e, in verità, il XX secolo è stato probabilmente uno dei periodi più violentemente omofobi della storia: deportazione nei campi di concentramento sotto il regime nazista, gulag in Unione Sovietica, ricatti e persecuzioni negli Stati Uniti all’epoca di McCarthy… Evidentemente, tutto ciò può sembrare molto lontano. Ma molto spesso le condizioni di esistenza nel mondo attuale sono ancora difficilissime. L’omosessualità è discriminata ovunque: in almeno ottanta stati gli atti omosessuali sono condannati dalla legge (Algeria, Senegal, Camerun, Etiopia, Libano, Giordania, Armenia, Kuwait, Porto Rico, Nicaragua, Bosnia…); in molti paesi la condanna può essere superiore a dieci anni (Nigeria, Libia, Siria, India, Malesia, Cuba, Giamaica…); talvolta la legge prevede l’ergastolo (Guyana, Uganda). E in una decina di nazioni può essere applicata la pena di morte (Afghanistan, Iran, Arabia Saudita…). Recentemente, in Africa, parecchi presidenti della repubblica hanno riaffermato brutalmente la volontà di lottare in prima persona contro questa «calamità» che sarebbe, secondo loro, «antiafricana». Le persecuzioni si moltiplicano anche in paesi dove l’omosessualità non è perseguibile penalmente. In Brasile, ad esempio, gli squadroni della morte e gli skinhead seminano il terrore: tra il 1998 e il 2000 sono stati contati ufficialmente 1960 omicidi ispirati da omofobia. In queste condizioni, sembra difficile pensare che la «tolleranza» stia guadagnando terreno. Al contrario, nella maggior parte di questi paesi l’omofobia sembra oggi più violenta che in passato. In generale, dunque, non si può certo dire che la situazione stia migliorando.
Ecco perché proponiamo questa Giornata Mondiale Contro l’Omofobia. Essa mira a coniugare azione e riflessione allo scopo di lottare contro ogni violenza fisica, morale o simbolica legata all’orientamento sessuale o all’identità di genere. Essa intende suscitare, sostenere e coordinare ogni iniziativa che possa contribuire all’eguaglianza dei cittadini in questo campo, sia de jure che de facto, in tutti i paesi in cui sarà possibile. L’organizzazione di una giornata di lotta contro l’omofobia in ogni singolo paese ci permetterà di iscrivere le nostre lotte in una prospettiva di solidarietà con tutte le persone lesbiche, gay, bisessuali e trans (LGBT) del mondo intero. Ma si tratta anche di iscrivere le nostre lotte in un movimento più generale di difesa dei diritti umani. Negli ultimi decenni sono state condotte in tutto il mondo numerose azioni del genere, spesso con notevole successo. La nostra iniziativa si colloca in questa linea: vogliamo rafforzare le esperienze già avviate e dare maggiore visibilità ai tentativi futuri, e ci appelliamo alle istanze nazionali e internazionali affinché iscrivano questa Giornata nell’Agenda Ufficiale, sul modello della Giornata Mondiale delle Donne o della Giornata Mondiale di Lotta all’Aids. Il riconoscimento ufficiale della Giornata equivarrebbe così a un impegno esplicito della comunità internazionale, che si è già mobilitata contro numerose altre forme di discriminazione e di violenza sociale, ma non ancora su questi temi. Questa sarà l’occasione.