I gay in serie A? Sono una ventina

  

L’omosessualità, ‘ultimo tabù del calcio. Vietato parlarne. E nessun giocatore fa «coming out», dichiara in pubblico di essere gay. A proposito: si dice «coming out» e non «outing», perché ques’ultima espressione esprime una forzatura, indica chi è costretto a uscire allo scoperto, contro la propria volontà. Oggi di calciatori apertamente omosessuali non se ne contano. Bisogna risalire a Justin Fashanu, attaccante anglo-nigeriano del Norwich, del Nottingham Forest e di altri club inglesi. Nel 1990 Justin azzarda il «coming out»: un fratello e la comunità nera lo rinnegano, i tifosi lo massacrano. Fashanu si impicca nel’98, a 37 anni, dentro un garage. Abbandonato da tutti e ricercato dalla polizia perché accusato di aver violentato un 17enne americano.

Franco Grillini, 51 anni, bolognese, è deputato, eletto nelle file dei Ds, e dal 1987 al 1998 è stato presidente nazionale di Arcigay (oggi ne è presidente onorario). Dice Grillini: «’omosessualità è fenomeno trasversale. In ogni settore la percentuale di uomini gay oscilla tra il 5 e il 10 per cento. Il pallone non è omo-esente. Osservate le scene di esultanza: sono quadretti con omosessualità, conscia e inconscia, a pacchi. Ragazzi che si baciano, si abbracciano, si toccano. In certe immagini si nota la palpatina sulle parti intime».

Ha mai conosciuto calciatori gay?

«Sì. Abbiamo uno strumento, il "gaydar" o "radar gay", che ci consente di individuare i nostri simili al 99 per cento (gaydar.it è il sito di riferimento, ndr). Risulta che oggi in serie A ci siano venti omosessuali, più o meno».

Arbitri gay?

«Ne frequento uno, considerato molto bravo. È sposato, ha figli e fa una vita ‘inferno, poveretto. Mi racconta che ai raduni della categoria è costretto a millantare inesistenti conquiste femminili perché lì è ‘obbligo darsi arie da grandi conquistatori di donne. Il mio amico è disperato. Recita e mente, è al limite della sopportazione».

Perché non fa «coming out»?

«Allo stadio lo distruggerebbero. E lo stesso i giocatori: restano coperti, vivono ‘omosessualità nel’ombra, perché hanno paura degli ultrà. I calciatori di oggi sono i gladiatori del circo romano nel’antichità e sono prigionieri di una cultura maschilista. Anzi: più è forte il sospetto che alcuni di loro siano omosessuali, più costoro devono mostrarsi donnaioli».

Che cosa vuole dire?

«Alcuni giocatori di serie A hanno fidanzate o mogli di facciata. La classica ragazza di copertura, messa lì per confondere, nascondere».

I tempi sono maturi perché un calciatore italiano gay esca allo scoperto?

«Sarebbe un "coming out" di straordinaria utilità per il movimento. Prima o poi accadrà. Ho scritto a Matarrese, presidente di Lega, gli ho chiesto di invitare le squadre italiane ad imitare il Manchester City, che ha stretto accordi con u’associazione gay. Mi ha risposto e promesso che porterà la questione in consiglio di Lega. Io, però, ho paura delle curve, dove abbondano violenza e omofobia».

In quantità sospette, viene da aggiungere.

«In certe assemblee di maschi chi ha bisogno di allontanare da sé il dubbio su una latente o presunta omosessualità si mette a gridare forte contro i gay. È significativo che negli stadi venga srotolato tutto il repertorio degli insulti contro la nostra categoria. Sono atteggiamenti camerateschi, laddove il cameratismo è un paravento: davanti tutti uomini forti e virili, dietro non si sa».

Il suo calciatore preferito?

«Kakà non ha rivali, in tema di bellezza. Cannavaro fa la sua figura. Beckham resta ‘icona gay più forte: un etero con sembianze da omo. Restando etero, forse».


CALCIO FEMMINILE. LA PANICO "HO BACIATO UNA DONNA"

La punta del’Italia femminile "Ero ubriaca, è successo Non siamo tutte lesbiche"
di FRANCESCO VELLUZZI

Patrizia Panico

Patrizia Panico

La rabbia di Patrizia Panico è giustificata: «Perché ogni volta che si parla di calcio femminile, e succede proprio raramente, ci chiedete solo ed esclusivamente se siamo lesbiche?». ‘orgoglio di Patrizia Panico è poter raccontarci, dopo due ore di discussione bella, animata, in certi momenti emozionante, che «Quando si vive tanto insieme, sempre a contatto, e sicondividono molte cose può succedere pure che ci si attragga, che ci si innamori tra di noi».

Succede anche tra gli uomini? Risposta secca: «Sì». Ma… «Se lo dici, nel mondo maschile sei disprezzato e ripudiato. Eppure sono certa che anche tra i calciatori ci sono alcuni omosessuali. Nel nostro mondo la cosa non è disprezzata». ‘ vero che più del 50% delle calciatrici sono lesbiche e fidanzate tra loro? «Direi qualcosa meno, la percentuale è decisamente inferiore a quel che si racconta in giro».

CAMPIONESSA Patrizia Panico è la più forte calciatrice italiana. Attaccante, 31 anni, è romana e laziale sfegatata. Studia sociologia, ha una sorella e ha perso tragicamente un fratello. Ha segnato dappertutto: Torino, Modena, Lazio, Milan, ancora Torino e adesso Bardolino. «Ecco dai, parliamo di calcio, di tecnica pura. Vorrei vedere anche queste cose. Come ci si allena, come si marca su palle inattive, le punizioni, i rigori». Accontentata.

SESSO La nostra discussione tocca vari temi, anche personali. Poi torniamo a bomba: ha mai baciato una donna? «Sì, è capitato, ed ero un p’ ubriaca. Sono una che si diverte e che si fa gli affari suoi e sono selettiva anche se nella mia vita ho avuto le mie storie e ho tradito». Perché? «Perché mi stufo. Mi sono innamorata di alcuni uomini, uno giocava in C1, un altro in serie minori, ma sono stata molto poco fidanzata, cerco la novità, cerco sempre emozioni nuove». E di una donna è mai stata innamorata? «Attratta, direi. Ripeto: quando si vive tanto insieme si prova attrazione». ‘ stato più bello baciare una donna o un uomo? «‘ bello baciare la persona con cui stai bene, dipende tutto da quanto si è coinvolti, si può anche andare oltre, ma fa parte della sfera del’amore, credo sia per tutti così».

IDOLO Patrizia è un mito per la maggior parte delle sue colleghe. Come Totti, anche se il paragone, vista la sua lazialità, non la esalterà. Normale che alcune abbiano preso una cotta per lei… «’ successo parecchie volte. Ma credo sia capitato soprattutto perché sono la Panico. Ho rifilato dei bei due di picche. Poi sono anche abbastanza stronza, se vedo una che soffre me ne infischio». E lei ne ha presi di due di picche? «Una volta, con un uomo».

Eppure Patrizia ha il suo fascino, la sua femminilità, ama Calvin Klein e Dolce & Gabbana, anche se non porta le gonne, «con le gambe che ho, un p’ mi vergogno».


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