Ancona
Siamo arrivati alla resa dei conti. Ormai è evidente che per la classe politica della nostra città è troppo scomodo riconoscere pari diritti a tutti i cittadini senza distinzione di razza, religione, ceto sociale e orientamento sessuale.
Ci dichiarano tutti uguali di fronte alla legge quando si tratta di pagare le tasse o dare un voto, ma ci dividono subito in caste quando chiediamo fino allo sfinimento un sacrosanto riconoscimento delle unioni civili. Di tutte le unioni civili – etero e omo – senza illegali, anacronistici e vergognosi distinguo come vorrebbe la Margherita.
Vogliamo parlare della loro ultima trovata? Un patto scritto (magari con il sangue) con il quale i conviventi (rigorosamente eterosessuali) si impegnano solennemente a sposarsi prima o poi. Ma ci rendiamo conto del livello ridicolo che la discussione politica ha raggiunto?
Nessuno parla delle coppie che quotidianamente devono fare i conti con la mancanza di tutela sanitaria, fiscale, giuridica e patrimoniale. I nostri politici fanno teatro. Si riempiono la bocca di frasi sulla tutela della famiglia, ma non fanno assolutamente nulla né per sostenere realmente i ceti bisognosi né per dare un segnale di giustizia sociale nei confronti delle coppie omosessuali, che oggi non hanno alcuna tutela.
Secondo gli ultimi sondaggi nazionali, convive 1 coppia su 4 in Italia, con un trend in aumento. Vogliamo continuare a nascondere la testa sotto la sabbia? Che dire poi dei Repubblicani Italiani o dell’Udeur, i quali a livello nazionale hanno preso un impegno preciso sottoscrivendo il programma di governo dell’Ulivo, dove si parla anche di riconoscimento dei diritti degli individui omosessuali, mentre in Ancona sono rimasti con la piccola e bigotta mentalità di paese.
Serve ricordare a tutte le forze del centro sinistra di Ancona che sono state votate sulla base degli impegni presi in campagna elettorale? Serve ricordare loro che quella che il nostro circolo sta portando avanti è una battaglia di giustizia sociale e di civiltà? La sinistra di Ancona si ricorda
che i diritti civili sono uno dei pilastri della sua etica? Serve ancora ricordare che l’Italia è rimasto l’unico Paese insieme con la Grecia a non avere ancora riconosciuto le unioni civili?
Purtroppo ci rendiamo conto di essere gli unici a farsi carico della lotta per tutti. La speranza che ci resta è che i politici della nostra città non perdano il treno anche questa volta per stupide e accademiche polemiche di bottega. Per questo motivo invitiamo tutti i capigruppo della maggioranza a confrontarsi con noi e a trovare un compromesso dignitoso per tutte le parti in causa. In questo confronto noi ribadiremo che il registro delle unioni civili non minaccia la famiglia, ma garantisce la libertà di scelta di ogni individuo di vivere in base alle proprie esigenze e inclinazioni (libertà sancita anche dalla Costituzione).
Germana Sgalla
Presidente Arcigay ArciLesbica Caleido