Bologna, 26 ottobre 2006
Al'attenzione del Gruppo Editoriale Esselibri Simone – Napoli
Oggetto: paragrafo “Devianza” nella Vostra pubblicazione “'Operatore socio-sanitario (O.S.S.)” — 2006, II Ed. (pagg. 134-135)
Gentilissimi e gentilissime,
In questi mesi abbiamo ricevuto molte segnalazioni da parte di nostri soci e socie, sia allievi che docenti di corsi O.S.S. in varie parti d’Italia, insoddisfatti per il modo in cui è stata trattata la tematica dell’omosessualità all’interno della Vostra pubblicazione di cui in oggetto.
D’accordo con loro, desideriamo porre alcune note critiche all’approccio adottato, che troviamo datato e non scientifico.
Siamo consapevoli che il poco spazio a disposizione, nel testo, implica obbligatoriamente una certa semplificazione della trattazione, che non può quindi essere esaustiva. Ciononostante, a nostro parere rimane però prioritaria, soprattutto alla luce del carattere professionale-divulgativo del volume e specie su questioni socialmente ‘dibattute’ quali l’orientamento sessuale, una particolare attenzione alle modalità di impostazione del discorso, al fine di non veicolare o persino legittimare di fatto stereotipi opposti ai principi del rispetto dell’unicità e dell’auto-determinazione dell’utente — anche di quello omo-bisessuale — che sono a fondamento della deontologia delle professionalità di aiuto
compresa quella dell’O.S.S..
a) Controverso è innanzitutto l’accostamento dell’omosessualità ad altri comportamenti definiti “devianti” quali la tossicodipendenza, la prostituzione, l’alcoolismo e la criminalità.
Se il richiamo è, in astratto, alla teoria della devianza, al cui interno l’omosessualità assume effettivamente la forma di trasgressione alle norme, facciamo presente che nella comunità scientifica dei sociologi è assodato che “devianti” non sono solo le azioni di “ribellione”, ma anche, ad esempio, quelle cosiddette di “rinuncia” o di “ritualismo” (v. Robert Merton). Tra le molte devianze possibili, nel testo vengono invece selezionati, a guisa di esempio, solo i comportamenti percepiti come ‘patologici’.
Il rischio è che, di conseguenza, l’omosessualità venga così ad essere di fatto considerata il
‘problematico’ da spiegare, controllare, minimizzare… e magari curare.
Diamo atto che, più in là, viene precisato come “Tra le varie forme di devianza, l’omosessualità è forse quella che maggiormente risente della relatività delle norme sociali, in quanto in alcune società è pienamente tollerata, mentre in altre è severamente punita”. Il richiamo è opportuno ma non sufficiente, a nostro parere, visto il pregiudizio che connota trasversalmente tutto il paragrafo.
b) Non condivisibile è poi l’accezione solamente negativa che viene offerta del vissuto omosessuale.
Non neghiamo che alcuni omosessuali “sviluppano varie forme nevrotiche”. Appunto perché ne siamo, al contrario, consapevoli, la nostra associazione è fortemente impegnata in fatto di promozione del benessere e della salute delle persone gay, lesbiche e bisessuali. Critichiamo però la stima di tale fenomeno (“molti omosessuali”) e, soprattutto, il silenzio sulla parte importante di cittadini e cittadine omo-bisessuali che hanno una vita positiva e soddisfacente, nonostante l’omofobia, “il rifiuto sociale” da Voi giustamente citato ed una serie di limitazioni giuridiche che come Arcigay consideriamo assolutamente discriminatorie.
Per comprendere appieno la questione, spicca l’assenza, in questa sede, di un riferimento chiarificatore essenziale: il 17 maggio 1990, seguendo di qualche anno l’analoga decisione dell’American Psychiatric Association, l’Assemblea generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti cancellato definitivamente l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali e nel gennaio 1993 ha scritto che essa è “una variante naturale del comportamento umano”.
Certi della Vostra sensibilità rispetto a questi temi, e confidando in una Vostra risposta positiva in vista di una revisione del testo per l’eventuale III Ed. della pubblicazione, porgiamo
Distinti Saluti,
Raffaele dott. Lelleri
Responsabile nazionale Salute e Diversità di Arcigay, nonché docente del modulo “Relazionarsi con l’utente e la famiglia” all’interno dei corsi di prima formazione e riqualifica per O.S.S. organizzati dall’Azienda Ospedaliera S. Orsola-Malpighi e dal CEFAL di Bologna
Da "'Operatore sociosanitario", Edizioni Simone, 2006 – VERSIONE CANCELLATA
“[…] d) La devianza.
La devianza è la condizione sociale caratterizzata dalla trasgressione aperta alle norme, chiaramente percepita come tale dalla società.
Ovviamente, la devianza include una vasta gamma di possibili comportamenti: può essere minima e tollerabile, oppure ostile e distruttiva.
Tra le più diffuse forme di devianza ricordiamo la tossicodipendenza, l’omosessualità, la prostituzione, l’alcoolismo e la criminalità. […]
L’omosessualità abbraccia sia la semplice tendenza ad essere attratti da persone dello stesso sesso, sia il comportamento sessuale vero e proprio.
Tra le varie forme di devianza, l’omosessualità è forse quella che maggiormente risente della relatività delle norme sociali, in quanto in alcune società è pienamente tollerata, mentre in altre è severamente punita.
Molti soggetti omosessuali sviluppano varie forme nevrotiche perché non accettano la propria condizione ed avvertono acutamente il rifiuto sociale […]”
La risposta positiva di Antonio Verrilli – Gruppo Editoriale Esselibri Simone
Pozzuoli, 3 novembre 2006
Oggetto: nostra pubblicazione "'operatore socio-sanitario" (OSS) – ed. 2006
Gentile dott. Lelleri,
con la presente prendiamo atto della sua segnalazione relativamente al volume in oggetto e concordiamo pienamente con sue giuste osservazioni. Ci impegniamo fin 'ora a provvedere, nella prossima edizione del volume, ad una totale riformulazione del paragrafo da lei indicato con 'eliminazione di qualsiasi riferimento al'omosessualità come comportamento deviante.
Poiché 'ambigua e fuorviante formulazione del testo ci è stata segnalata anche da altre fonti, abbiamo già provveduto a preparare u'errata corrige al volume che verrà allegata a tutte le copie spedite al nostro magazzino. Per quelle in giacenza presso il circuito delle librerie invieremo copia del'errata corrige (anche se non possiamo garantire 'effettivo inserimento nel volume).
Il testo del'errata corrige sostanzialmente elimina qualsiasi riferimento alle parti del volume da lei indicate. Si tratta di una soluzione momentanea, in attesa di poter procedere alla pubblicazione della III
edizione con le opportune modifiche.
Nel ribadire le nostre scuse per 'infelice formulazione del testo, colgo 'occasione per porgerle i miei più cordiali saluti.
Antonio Verrilli
Capo Redattore Esselibri-Simone