“Il gay parla solo se c’è un prete”

  

«Se volete far parlare il presidente dell´Arcigay davanti ai vostri compagni, allora dovete affiancargli nel dibattito qualcuno che sia contro l´omosessualità, un prete o un medico cattolico».

È la curiosa teoria che Maria Teresa Miserere, preside del liceo Marie Curie di Grugliasco, ha enunciato nei giorni scorsi ai due rappresentanti degli studenti che avevano organizzato per domani mattina una assemblea nella scuola per parlare appunto di sessualità e omosessualità. La mattinata sarebbe dovuta iniziare con la proiezione del film di Ozpetek Le fate ignoranti, che di sessualità e omosessualità in particolare, appunto, racconta. Poi proseguire con il classico dibattito cui i ragazzi avevano invitato a parlare due esperti del consultorio dell´Asl 5 e il presidente del comitato provinciale di Arcigay, Antonio Soggia.

«La dirigente scolastica – spiegano i rappresentanti degli studenti in consiglio di istituto che avevano appunto organizzato l´assemblea – in un primo tempo si era detta d´accordo. Poi, quando ha saputo chi erano gli invitati, ci ha detto che non era possibile andare avanti se non avessimo chiamato anche qualcuno di altre opinioni, come ad esempio un prete o un medico cattolico. Altrimenti, ci ha detto, si rischiava di rovinare l´immagine della scuola. A quel punto l´Arcigay ci ha detto che non accettava più di partecipare».

«Avevamo accettato l´invito degli studenti – racconta Soggia – con grande entusiasmo. Volevamo solo raccontare le nostre esperienze e rispondere alle loro domande. E spiegare che l´omosessualità è una condizione naturale dell´esistenza umana che può essere vissuta serenamente se non è colpita da pregiudizio e discriminazione. La preside ha preteso che ci fosse un´opinione contraria. Ma se l´orientamento sessuale è una componente fondamentale della personalità umana, come la razza, l´età e così via, quale può essere un´opinione contraria alla nostra? Forse quella di chi nega alle persone omosessuali la dignità di esistere?». «Sarebbe come se si chiedesse che a un dibattito sul razzismo intervenisse anche un esponente del Ku Klux Klan, perché siano espresse tutte le opinioni» aggiunge Andrea Benedino, della direzione regionale Ds ed esponente storico del movimento omosessuale.

La preside Miserere ieri si è resa irreperibile, anche per Arcigay. E non ha voluto commentare il fatto neanche il direttore regionale della pubblica istruzione Francesco De Sanctis. Parla invece il professor Carlo Sasso, che insegna italiano al Curie ed è membro del consiglio di istituto: «Un tempo queste decisioni venivano discusse appunto in consiglio di istituto. Oggi la nostra dirigente le prende in prima persona: e per ogni situazione chiede che ci sia la presenza di ogni posizione. Se questo è giusto su molti argomenti, in questo caso è davvero esagerato». Condanna l´accaduto anche l´assessore alle pari opportunità del Comune di Torino, Marta Levi: «È un episodio di oscurantismo: una vicenda paradossale che ci fa tornare indietro di decenni. Come può un dirigente scolastico considerare l´omosessualità una malattia?».

Domani comunque l´assemblea non si farà. Slitta a giovedì, forse, ma, spiega una studentessa, «probabilmente la faremo su un altro argomento». Arcigay invece distribuirà un volantino davanti al Curie insieme alla Sinistra Giovanile, alla Fgci, ai Giovani Comunisti e all´Uds. «È un fatto particolarmente grave – conclude Soggia – perché avviene in questo periodo, in concomitanza con la giornata della Memoria che ricorda anche le migliaia di persone omosessuali uccise dai nazisti. E perché avviene a Torino, dove recentemente ragazzi disabili e omosessuali sono stati vittime di episodi di intolleranza e bullismo»


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