Diritti in movimento

  

DIRITTI IN MOVIMENTO

Per la piena cittadinanza delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender
Per la dignità sociale delle famiglie omosessuali
Per un’Associazione partecipata

Stiamo vivendo un periodo straordinario, inedito nella storia del movimento di liberazione delle identità di genere e di orientamento sessuale. Le tematiche che da tanti anni stanno al centro delle nostre esistenze di persone e di organizzazioni sono da mesi all’ordine del giorno nel dibattito politico e nella pubblica opinione. Oggi è apertamente accantonato dalle priorità dell’esecutivo e del centro-sinistra la discussione non solo sulle unioni civili, ma anche sui DiCo. Ci si è piegati ai diktat del Vaticano pur di provare a sopravvivere. Vedremo se ne valeva la pena. Ma per fortuna il dibattito nella società resta aperto e spetta a noi operare affinché non si sopisca. In sostanza, ciò di cui si sta discutendo è il riconoscimento del valore sociale di identità diverse da quelle eterosessuali e di modelli alternativi a quelli familistici tradizionali.

Questo confronto non resta circoscritto alle organizzazioni LGBTQ da un lato e al Vaticano o ai suoi epigoni centristi dall’altro, ma attraversa l’insieme della società, spinge tutte e tutti ad esprimersi e a prendere posizione.

È in atto una riflessione ampia, anche se a volte condotta superficialmente. Un risultato che non è solo il frutto dell’azione delle organizzazioni LGBTQ. Il Vaticano fin dal World Pride di Roma 2000, col suo peso politico, sociale, economico e mediatico, ha paradossalmente fornito il miglior palcoscenico possibile alla rappresentazione delle tematiche che più ci stanno a cuore. L’insediamento del governo di centro-sinistra ha fatto sì, infine, che si riaccendessero le speranze e le aspettative per una normativa che riconoscesse alle relazioni omosessuali, oltre al valore che già hanno intrinsecamente, anche una veste giuridica.

Per la prima volta dai tempi del confronto su divorzio e aborto, sui diritti e la dignità delle donne, il Vaticano sta visibilmente consumando una frattura col popolo che costituisce la Chiesa. Intellettuali cattolici di grande autorevolezza e prestigio chiedono rispetto per le loro scelte da “cattolici adulti”. Anche tra vescovi e cardinali, con linguaggio assai prudente ma decifrabile, si prendono le distanze da una Chiesa arcigna e normativa, incapace di dialogare con la modernità.

Insomma, noi siamo in buona salute, anche piuttosto allegri e divertiti, mentre gli avversari delle libertà sono in difficoltà e, per cercare di nasconderlo, alzano la voce.

Fra di noi, lesbiche, gay, transgender, si respira un’aria nuova, di quelle rare, che si respirano per brevi periodi e che capitano poche volte nell’arco di una generazione.

C’è protagonismo, desiderio di partecipazione e di iniziativa, la manifestazione di una presa di coscienza del nostro valore che ha radici in una miriade di vissuti e di relazioni diversamente politiche e che oggi trovano nell’agire del movimento il luogo della propria manifestazione e del proprio riconoscersi parte di un percorso di affermazione collettiva e individuale.

Ad Arcigay, assieme ad altri soggetti, ma con maggiore vigore, va riconosciuto di aver saputo fare scelte che in tempi meno esaltanti hanno consentito alla presenza omosessuale di consolidarsi — testimoniata dalla nascita di nuove presenze Arcigay in molte province italiane —, di rendere più stabile l’esistenza di aggregazioni in territori difficili, di mantenere all’ordine del giorno dell’agenda politica quei temi che oggi emergono in tutta la loro portata ed evidenza, di avere esteso e valorizzato quel tessuto fatto di locali che consentono al popolo LGBTQ di incontrarsi, crescere nel confronto con l’altro e in un luogo privo di condizionamenti omofobi.

All’insieme dell’Associazione e a coloro che più hanno operato, a volte anche burocraticamente, con dedizione e dando il meglio di se stessi e di se stesse in questo lavoro, nel piccolo comitato come nel nazionale, va l’apprezzamento per quanto è stato realizzato.

Tuttavia, è a tutti e tutte evidente che questo Congresso deve segnare un deciso cambio di passo.

I nostri valori, le nostre culture

Venti anni di azione politica della nostra Associazione, radicata nelle lotte internazionali per i diritti civili e di liberazione sessuale, hanno contribuito al cambiamento culturale del nostro Paese.

Vogliamo ottenere tutele capaci di riaffermare il valore costituzionale della piena uguaglianza di ogni cittadino di fronte alla legge. Lottiamo affinché questo fondamentale criterio di giustizia possa affermarsi nella vita quotidiana delle cittadine e dei cittadini omosessuali quale valore condiviso dal’intera società italiana.

In questo quadro riteniamo indispensabile che questo Congresso segni un cambiamento di rotta: solo ripartendo dall’iniziativa sociale di base e dal lavoro diffuso potremo, da un lato, ascoltare e aiutare a crescere con maturità e consapevolezza la nuova voglia di protagonismo delle persone LGBTQ e, dall’altro, ottenere, quale necessario riscontro istituzionale, il riconoscimento giuridico dei diritti fondamentali che si chiede a noi e a tutto il movimento LGBTQ di rivendicare con coerenza e limpidezza.

La determinazione con cui abbiamo promosso i PACS, ‘esperienza di una campagna condotta su scala nazionale e la mobilitazione capillare dei Comitati provinciali hanno, contemporaneamente, procurato una indiscussa visibilità all’Associazione e imposto al dibattito sociale e culturale le nostre argomentazioni.

Il servilismo di ampia parte del mondo politico nei confronti della gerarchia vaticana e lo smisurato spazio concessole dall’informazione, ha conferito un grande potere sull’opinione pubblica proprio a chi quotidianamente svilisce la nostra identità, irride i nostri sentimenti, agisce perché non vengano riconosciuti i nostri diritti. E’ urgente e necessario contrastare ‘ingerenza politica ‘oltretevere e la sudditanza psicologica e culturale delle istituzioni, condurre una seria campagna per la valorizzazione delle diversità e contro ‘omologazione proposta dalla politica.

Vogliamo condurre u’appassionata battaglia culturale e sociale per la laicità del Paese. La laicità è un valore fondante le relazioni civili fra tutti i citttadini, a prescindere dal’orientamento sessuale; esso è sancito dalla nostra Costituzione, per garantire a tutte e a tutti la stessa libertà ‘espressione.

È indispensabile testimoniare un pensiero diffuso, u’etica laica che esige il riconoscimento della pari dignità di ogni persona e di tutte le scelte etiche individuali, nessuna delle quali ha il diritto di assurgere a norma imperativa.

In questo sta un grande potenziale del movimento: in un contesto in cui il fastidio verso le quotidiane ingerenze vaticane provoca crescente scontento perfino nei cattolici e ‘etica laica fatica ad avere rappresentanza politica, la nostra azione contribuisce a rilanciare il tema a livello nazionale e creare spazi ‘intervento particolarmente incisivi nel dibattito politico, civile e culturale.

Solo stimolando un rinnovato dibattito sulla laicità riusciremmo ad essere un polo di aggregazione per quella società civile che ci è amica e compagna ma che, nell’assordante tuonare delle gerarchie e in un complice inginocchiatoio dei media, non ha voce.

Usciamo dall’impasse

Come Arcigay, nessuno escluso e ciascuno nel’ambito delle proprie responsabilità, decidemmo di fare affidamento, quanto al’iniziativa politica per la battaglia per noi più importante degli ultimi anni, quella sui PACS, sui partiti politici provando ad inserirla nel programma del Governo. Non per questo ci siamo tirati indietro nel promuovere questa battaglia a livello sociale, ma oggi dobbiamo constatare che in questo modo le nostre richieste non entrarono a pieno titolo nel programma del’Unione e soprattutto ne sono uscite travolte. Anche se, e ne siamo contenti, questa scelta è servita a mettere per la prima volta i nostri temi nel’agenda politica e farli discutere al’intera società.

La politica del compromesso e della trattativa con i singoli partiti e con il “palazzo” si è dimostrata perdente, lasciandoci con un nulla di fatto a fronte di un notevole sforzo organizzativo e ad un grande dispendio di energie.

Vogliamo rappresentare in Arcigay una svolta decisa e coraggiosa che possa raccogliere la rabbia delle persone LGBTQ per trasformarla in movimento di idee.

Il nostro primo dovere come maggiore Associazione del movimento LGBTQ italiano è di saper disegnare ‘orizzonte ideale a cui ambiamo. Un orizzonte ideale che sappia dare risposte adeguate alle richieste di giustizia e di riconoscimento.

Ribadiamo con forza che i DICO non sono la legge richiesta dal movimento e che le compatibilità del Governo e del Parlamento non sono le nostre. Noi ci riferiamo ai principi costituzionali di uguaglianza delle persone di fronte alla legge, di piena valorizzazione delle formazioni sociali, comprese le relazioni omosessuali, di laicità dello stato. Non possiamo mediare su questi che non solo sono principi e valori, ma sono anche bisogni che emergono dalla vita quotidiana di tante persone.

Governo e Parlamento facciano la loro parte, noi la nostra, senza confondere ruoli e responsabilità. In questa complessa partita dobbiamo essere una voce limpida.

Il governo di centro-sinistra, pur di fronte alla indiscussa novità costituita da un disegno di legge governativo sui diritti dei conviventi, non ha dimostrato fin qui u’attenzione tale da renderci anche solo timidamente soddisfatti. La preponderanza e ‘efficacia della lobby vaticana, le pressioni dei teodem, hanno ridotto la promessa legge sulle unioni civili in una proposta del tutto inadeguata nel contenuto e ambigua, quando non offensiva, nella forma.

Non sappiamo, al momento, se e quando questa legge riprenderà il proprio cammino parlamentare o se sia da considerarsi affossata per sempre. Ad ogni modo, non possiamo considerare come nostra una legge che non riconosca piena dignità alle nostre relazioni e che renda difficile il ricorso alla maggior parte dei diritti, per effetto della loro diluizione nel tempo e dell’adozione di meccanismi di adesione assurdi.

Dobbiamo dire con chiarezza che la discriminazione anti-omosessuale non si manifesta solo nel negare puramente e semplicemente ogni diritto, ma, più subdolamente, può celarsi anche nel riconoscimento di diritti parziali, distorti, ardui da praticare, sancendo così nuovamente e per molto tempo una disuguaglianza sostanziale fra cittadini, fra uomini, fra donne.

Voltiamo pagina

Tutte queste considerazioni rendono imprescindibile uno spostamento del’azione di Arcigay ad un piano più propriamente associativo. Scegliamo di essere movimento, tornando a parlare alle persone, incidendo, a partire dalle realtà locali, nella società civile e costruendo una rete con quanti (associazioni, movimenti, soggetti sociali) promuovono realmente ed efficacemente il progresso civile, culturale e laico del nostro Paese.

In questo senso ci sentiamo di condividere appieno e fare nostro il documento “Ripartiamo da noi” approvato dal Consiglio nazionale che invita ‘Associazione a “riposizionarsi sul terreno più proprio dei movimenti, quello sociale, da cui rilanciare con fermezza la parola d’ordine della piena parità di diritti”.

Questa scelta di movimento, e la ferma richiesta del’uguaglianza di ogni cittadino di fronte alla legge, sono le fondamenta su cui vogliamo costruire il futuro di Arcigay e orientare le scelte e le attività del’Associazione.

L’azione condotta nella società costituirà uno stimolo al protagonismo diretto delle persone lesbiche, omosessuali, bisessuali e transgender, in un Paese nel quale la scarsa visibilità del nostro ‘popolo’ soffoca le nostre istanze e rallenta la conquista dei diritti e l’avanzamento culturale e sociale.

Ma come declinare questa opzione fondamentale di Arcigay?

È necessario lavorare per ‘unità e la crescita del movimento LGBTQ: solo abbandonando i ristretti orizzonti della polemica interna e la zavorra di antiche rivalità, esso potrà coinvolgere le tante e i tanti che ancora non partecipano alla lotta per la conquista della parità di diritti.

Reputiamo imprescindibile una riorganizzazione della struttura nazionale, che deve essere capace di rappresentare federalmente, in modo forte e incisivo, una realtà associativa complessa e ben radicata sul territorio.

Contemporaneamente si deve operare per un deciso potenziamento del’azione politica condotta dai Comitati provinciali, quale strumento fondamentale dell’azione di un grande movimento di liberazione, nel rispetto, anche statutario, della loro autonomia decisionale.

È importante, anche attraverso gli strumenti sopra evidenziati, essere sempre più protagonisti di campagne di cambiamento e di crescita sociale e culturale, oltre che di rivendicazione politica, rivolte sia alla popolazione LGBTQ sia all’intera coscienza civile del paese e, quale ovvia ricaduta politica, alle istituzioni locali e nazionali.

Idee in movimento

Molti paesi nel mondo ci hanno proposto un paradigma fruttuoso e una costante che non può sfuggire alla nostra analisi. Gli importanti risultati giuridici e sociali (là dove si sono ottenuti) non sono stati frutto del caso o esclusivo appannaggio di politici sensibili, illuminati e capaci, ma il risultato di un solido processo: l’unità del movimento LGBTQ e delle associazioni di promozione sociale. L’azione parlamentare è stata preceduta da una mobilitazione compatta attorno al riconoscimento di pari diritti che, oggettivamente e purtroppo, fino ad ora è mancata in Italia.

In un contesto difficile come quello italiano, vogliamo recuperare una comunione di intenti e di ideali capaci di fondare ‘unità del’intero movimento LGBTQ.

Si dovranno riaffermare con forza le richieste condivise da tutto il movimento, contenuti nella piattaforma politica del movimento LGBTQ italiano del 14 Gennaio 2007 “Pari dignità, pari diritti”.

Sarà necessario proseguire il dialogo costruttivo con tutte le realtà del movimento sancito nella riunione di Roma per coinvolgere il più ampio numero di soggetti e associazioni possibile, al fine di presentarsi al’opinione pubblica in modo unitario e compatto. Antiche divisioni e nuove rivalità non possono e non devono condizionare la battaglia civile per ‘ottenimento dei diritti fondamentali delle persone LGBTQ.

La nostra azione non dovrà essere condotta solo con lo scopo di unire le donne e gli uomini che oggi operano nel movimento, ma anche saper facilitare e stimolare tutte le persone LGBTQ a prendere piena consapevolezza della propria identità e ad assumere con serenità la scelta di una matura socializzazione della stessa, quale presupposto per la propria crescita umana e per la rivendicazione di pieni diritti e tutele sociali.

Forti del modello di unitarietà seguito nei paesi Europei in cui esistono ora legislazioni avanzate sui temi dei diritti civili, e sulla base della lotta comune per le libertà, sarà possibile la creazione di una vera e propria rete con movimenti e associazioni che operino nel nostro Paese con le medesime finalità, primo fra tutti il movimento delle donne, ma anche con tutti coloro che promuovono i nuovi diritti, le libertà, il pluralismo e la laicità. Sarà opportuna u’opera di contaminazione con altre realtà che non fanno attualmente parte del movimento ma che possiamo coinvolgere sulla base di valori condivisi.

Una nuova Arcigay

È giunto il momento di rinnovare la struttura nazionale al fine di renderla un reale strumento di supporto, di aiuto e di sintesi nei confronti di tutte le realtà locali, e assumere nel contempo un efficace ruolo di rappresentanza. La natura di Associazione nazionale e la complessità e forza con cui ci siamo radicati nel territorio necessitano di una struttura coordinativa rinnovata e di nuove capacità organizzative e politiche.

Auspichiamo, dopo il successo della campagna nazionale “Un PACS avanti”, la promozione di campagne nazionali capaci di fornire supporto e idee ai Comitati provinciali perché possano efficacemente elaborare e promuovere obiettivi e ideali associativi in sede locale. Pensiamo alla giornata nazionale contro ‘omofobia, alla giornata della memoria, alla giornata mondiale di lotta al’AIDS: occasioni che spesso si perdono per disorganizzazione e incapacità di risorse economiche. Si potrebbe incidere a livello comunicativo promuovendo campagne mirate ed efficaci sulle attività e sugli scopi dell’Associazione.

Crediamo opportuna una maggiore trasparenza e una compartecipazione nei meccanismi decisionali da parte di tutta ‘Associazione.

La composizione del Consiglio Nazionale deve trovare nel Congresso un suo meccanismo garante della rappresentanza democratica affinché possa rispecchiare fedelmente tutte le posizioni interne ad Arcigay. Una revisione dello Statuto in questo senso è fondamentale.

Ci impegniamo per la nascita di una segreteria organizzativa, capace di essere di supporto alle esigenze dei comitati.

Crediamo sia importante marcare l’autonomia della nostra Associazione rispetto a scelte individuali di schieramento partitico, affermando ‘incompatibilità fra le cariche maggiormente rappresentative del’Associazione, Presidente, Segretario nazionale e componenti della Segreteria Nazionale, e l’assunzione di una carica elettiva all’interno di un partito politico o di un ruolo istituzionale su indicazione di un partito.

Vogliamo razionalizzare in breve tempo le voci di spesa del bilancio nazionale, favorendo la trasparenza e la responsabilità al fine di liberare quante più risorse possibile da destinare al’attività politica dei comitati provinciali e del’Associazione nazionale, riformando in particolare il sistema di tesseramento.

U’azione lunga ven’anni

‘azione del’Associazione deve proseguire con fermezza su questi temi ed essere ancor più incisiva.

? La visibilità. La visibilità è lo strumento fondamentale per ‘affermazione di una cultura nuova, rispettosa del pluralismo e delle diversità. La prima forma di militanza è ‘orgoglio di sé, capace di incidere con semplicità ed efficacia nel quotidiano, arrivando a trasformare la società con u’azione dal basso.

? Le famiglie omosessuali. Reputiamo imprescindibile affermare la dignità delle famiglie fondate sui vincoli affettivi, convinti come siamo che sia ‘amore a fondare una famiglia.

?Matrimonio e unioni civili. Il nostro obiettivo rimane la piena uguaglianza di ogni cittadino e cittadina di fronte alla legge. Sarà nostro compito nei prossimi anni promuovere questa parità, chiedendo di avere accesso al matrimonio civile e al’adozione, come ogni altro cittadino della Repubblica italiana. Rimane importante sostenere il riconoscimento di istituti giuridici innovativi (come il PACS), che vengano incontro alle esigenze della pluralità di relazioni proprie di una società articolata e complessa.

? Lotta al’omofobia. La nostra azione sociale non può certo prescindere dal’affermazione di valori come il rispetto e la tranquillità di vita delle persone e delle famiglie omosessuali.

? Salute. La lotta al’HIV/AIDS è uno degli ambiti prioritari di intervento della nostra Associazione. Data la situazione di diffusione del virus nel nostro Paese e tra la popolazione LGBTQ, è necessaria u’azione di rilancio sia del’attività di prevenzione sia del’attività di tutela e assistenza rivolta alle persone omosessuali sieropositive.

? Questione femminile e omogenitorialità. La valorizzazione della presenza femminile al’interno di Arcigay, è un obiettivo da perseguire con costanza anche per il futuro. Essa significa innanzitutto capacità di elaborare e fare nostre le nuove forme di pensiero che hanno contraddistinto il movimento delle donne. ‘auto-determinazione, la lotta contro la violenza alle donne, le pari opportunità e la modifica della legge 40 sulla procreazione assistita che permetta ‘accesso alle tecniche di riproduzione, sono i punti fondamentali che ci guidano.

? Problematiche del lavoro. È necessario che vengano sviluppati argomenti, attività e azioni di lotta contro la discriminazione sia nel’ambiente di lavoro sia in ingresso al mondo del lavoro stesso. Promuoviamo politiche attive del lavoro, tutele reali e modifiche delle normative anti-discriminatorie in vigore, adesso quasi inapplicabili.

? Trans e identità di genere. Dobbiamo ideare e proporre iniziative positive che possano migliorare la qualità della vita delle persone trans, effettuare azioni contro la transfobia e riflettere, insieme alle associazioni trans, sulle questioni legate al’identità di genere, iniziando da una proposta normativa che riconosca il cambiamento di genere indipendente da quello di sesso.

? Mezzogiorno. La presenza di Arcigay nel Mezzogiorno è una sfida che reputiamo irrinunciabile. La nostra presenza al Sud può acquistare un valore aggiunto in virtù dei principi di legalità, di solidarietà, di non violenza e di visibilità.

? Questione culturale. Riteniamo che la proposta culturale di Arcigay si sia affievolita negli anni e risenta di una generale crisi di diffusione e livello. Rimettiamo in campo una grande passione culturale, capace di affrontare la “questione omosessuale”, partendo dalle radici di una storia, quella degli omosessuali, che percorre ‘intera età moderna e che si incarna nella vita di milioni persone dal momento in cui acquistano consapevolezza del proprio orientamento sessuale fino alla morte.

? Continueremo il lavoro già iniziato su: le iniziative per la nostra memoria storica, le questioni legate alla forte immigrazione omosessuale, anche vista la recente possibilità di ottenere asilo politico laddove ‘omosessualità sia perseguita nei paesi di origine, la valorizzazione della componente giovanile, la riflessione su disabilità e omosessualità, la formazione dei volontari, la qualità dei servizi offerti alla comunità LGBTQ, il rapporto con le religioni, le relazioni con ‘Europa e le sue istituzioni nonché la questione della libera circolazione dei cittadini, la promozione di una efficace struttura giuridica di supporto al’Associazione. Ambiti nei quali dovremo essere presenti in modo sempre più qualificato ed efficiente.

Liber* tutt*

Con Arcigay vogliamo tornare a parlare alle cittadine e ai cittadini. Siamo determinati a non transigere sui nostri diritti che, in quanto tali, vanno conquistati e non concertati.

Desideriamo che l’azione di Arcigay sappia esprimere compiutamente il desiderio di libertà e uguaglianza di lesbiche, gay, bisessuali e transgender, abbandonando reticenze e tatticismi che talvolta ci hanno fatto apparire moderati nella proposta dei nostri valori e nella difesa dei nostri diritti fondamentali.

Vogliamo essere portatori di una cultura laica e democratica. Vogliamo essere il motore di sostanziale cambiamento civile e culturale dell’Italia, affinché sia data a ogni persona la piena uguaglianza.

Attraverso strumenti come il rinnovato protagonismo dei Comitati provinciali, la rappresentatività della struttura nazionale e ‘unità di intenti di tutto il movimento LGBTQ, Arcigay svolgerà un ruolo di primo piano nel processo di cambiamento del paese.

‘orgoglio per le nostre identità, la dignità delle nostre culture, la ricchezza sociale delle nostre relazioni affettive, la forza dei nostri valori e il desiderio di giustizia potranno fondare le basi di un movimento di idee e di una rete solidale per dare forza alle lotte di libertà.

Solo così il sogno di u’Italia più civile potrà trasformarsi in realtà quotidiana capace di dare serenità di vita e piena cittadinanza alle persone omosessuali, bisessuali e transgender.

Per un oggi di libertà.

“Chi combatte per la libertà
ha venti mani e venti cuori”

Detto popolare italiano

Per queste idee e con la coscienza dei nostri limiti, presentiamo e sottoscriviamo la mozione congressuale Diritti in movimento:

1. Ezio Menzione
2. Luca Trentini
3. Sergio Mazzoleni
4. Sandro Mattioli
5. Alessandro Tosarelli
6. Simonetta Brizzi
7. Maurizio Cecconi
8. Marica Fiorio
9. Matteo Cavalieri
10. Francesco Baldini
11. Anita Mereu
12. Davide Puppa
13. Gianluca Archetti
14. Antonio Soccio
15. Stefano Pieralli
16. Beppe Ramina
17. Fabrizio Montanari
18. Danilo Rosato
19. Andrea Zucchini
20. Giuseppe Tribuno
21. Samuele Cavadini
22. Sciltian Gastaldi
23. Diego Scudiero
24. Ruggero Vergine
25. Valentina Brizzi
26. Beatrice Fasoli
27. Elisa Bruno
28. Morena Ometto
29. Flavio Romani
30. Marco Renzi
31. Mauro Terzi
32. Roberto Zugno
33. Enzo Bollani

www.dirittiinmovimento.it
www.eziomenzione.it


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