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C'è chi il coming out lo fa così

C'è chi il coming out lo fa così

Esce a settembre nelle principali riviste italiane gay una pubblicità inusuale: sono rappresentati dei disegni di mani che si esprimono nel linguaggio dei segni. Capiamo che vogliono dire “Sono Gay”. Sotto è accompagnata la scritta: c’è chi il coming out lo fa cosi.

Questa è l’idea della pubblicità-progresso promossa da Friendly Versilia, in collaborazione con Arcigay.

Un’iniziativa supportata da una carta di impegni che Friendly Versilia fa firmare ai suoi membri, dove il consorzio si mette in prima linea per tutelare chi è vittima di una doppia forma di discriminazione, anche all’interno di un certo mondo gay, dove troppo spesso vige l’ideale della prestanza e delle forma fisica.

Come spiega Daniele Papa, responsabile della Comunicazione per Friendly Versilia “Il consorzio nasce nel 1998 in seguito ai numerosi atti omofobi di cui erano vittime i turisti LGBT che venivano in Versilia. Da allora, ci siamo sempre battuti per difendere i diritti delle minoranze, e credo che il problema della disabilità e omosessualità sia un argomento ancora di cui poco si discute, inserendosi nel più contrastato binomio handicap-sessualità.

Sulla minoranza lgbt, infatti, si parla poco e nulla: non esiste neanche un forte apparato organizzativo, a livello associativo: questo avviene in Italia, mentre negli altri Paesi Europei la situazione è senz’altro diversa. Quello che facciamo noi è soltanto una goccia del mare: spero che però sia un’iniziativa che possa essere condivisa anche dagli altri operatori che si occupano del turismo gay, che invitiamo vivamente a non trascurare questa nicchia di “invisibili”.

Il primo articolo di questa carta d’impegni infatti, recita “Sono consapevole che la disabilità non è soltanto uno status di un individuo, ma anche un problema creato dalla società nei termini di una piena integrazione delle persone al suo interno. Mi impegno a contribuire affinché siano messe in atto azioni sociale e modificazioni ambientali necessarie a realizzare la piena partecipazione delle persone LGBT con disabilità in tutte le aree della vita gay e della società”.

Il sito di Friendly Versilia http:www.friendlyversilia.it/friendlycontutti
I risultati della ricerca ABILI DI CUORE di Arcigay


DECALOGO DI IMPEGNI DI FRIENDLY VERSILIA A FAVORE DEL CLIENTE LGBT DISABILE

1) Sono consapevole che la disabilità non è soltanto uno status di un individuo, ma anche un problema creato dalla società nei termini di una piena integrazione delle persone al suo interno. Mi impegno a contribuire affinché siano messe in atto azioni sociale e modificazioni ambientali necessarie a realizzare la piena partecipazione delle persone LGBT con disabilità in tutte le aree della vita gay e della società.

2) Sono consapevole che il turista LGBT disabile ' un cliente con esigenze. Mi impegno a dare informazioni precise sull’accessibilità o meno del mio esercizio per un cliente LGBT disabile garantendo la trasparenza e la veridicità delle informazioni.

3) Sono consapevole che 'accessibilità non ' di per sé motivo di vacanza: questo mercato si muove seguendo le proprie passioni e curiosità. Sono consapevole che sono persone che non si muovono esclusivamente in funzione del'accessibilità del luogo, fosse solo che l’accessibilità dovrebbe essere una condizione di normalità di ogni struttura turistica.

4) Mi impegno a fare il possibile affinché il mio esercizio, da accessibile, sia aperto a tutti. La sistemazione, in albergo, in appartamento, in un B&B e in ogni altra forma non diviene il solo elemento della vacanza: il cliente dovrà avere la libertà di muoversi e di spostarsi.

5) 'accessibilità non ' solo rispetto della normativa, che d' indicazioni di minima. Mi impegno affinché, compatibilmente con la mia struttura, ogni sistemazione del mio esercizio diventi accessibile da un cliente LGBT e disabile. Mi impegno affinché la camera «per disabili» sia uguale a quella fruibile da tutti: sono consapevole che il cliente gay disabile non amerebbe stare in una brutta copia di una stanza d’ospedale.

6) In presenza di clienti con disabilità più o meno evidenti, mi impegno a mantenere un comportamento normale e amichevole, né più ne meno come con ogni altro cliente.

7) Sono consapevole che non tutte le persone disabili sono in carrozzina, e che non tutte le persone in carrozzina sono disabili.

8) Sono consapevole che non esistono «disabili standard». Sono consapevole che ogni persona disabile a livello motorio, sensoriale o psichico ha un proprio percorso che non può essere generalizzato ad una categoria né stigmatizzato: mi impegno alla flessibilità e al confronto di ogni singola situazione.

9) Mi impegno affinché le persone con disabilità siano protagoniste attive che devono essere coinvolte direttamente in ogni iniziativa del mio esercizio. Allo stesso modo non presenterò come impossibili delle iniziative per il cliente disabile, ma mi impegno a informarlo sui vantaggi, sulle eventuali difficoltà e a discuterne con lui stesso. Mi impegno affinché ogni mia iniziativa diventi fruibile da ogni tipologia di cliente.

10) Sono consapevole che il cliente LGBT disabile costituisce una risorsa economica importante per il mio esercizio, e non assolutamente un peso. Mi impegno a promuovere il turismo dei turisti LGBT disabili e segnalerò ogni forma di discriminazione al Consorzio Friendly Versilia e all’Arcigay Nazionale.


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