La laicità di questo paese è morta

  

La prima giornata del consiglio nazionale di Arcigay si è aperta con la dura relazione del Presidente nazionale Aurelio Mancuso.

"Ci hanno preso in giro" è in sintesi il messaggio che Mancuso ha mandato all'indirizzo dei leader del centrosinistra. "Delle tante promesse che ci hanno fatto in campagna elettorale, non manterranno nulla".

Vuole essere chiaro Mancuso, per sgombrare il campo dai dubbi per quanto riguarda la manifestazione del 15 marzo 2008 dal titolo "LiberaItalia": "Stiamo lavorando perché questa grande manifestazione sia promossa da un vasto arco di associazioni e gruppi appartenenti a diversi movimenti, un appuntamento del risveglio laico italiano che impedisca la nascita del partito di Dio".

"Quindi è chiaro che non vogliamo fondare alcun partito dei gay, ma le nostre energie saranno spese per strutturare in modo diffuso e visibile la lobby sociale omosessuale italiana.

C'è una forte crisi di fiducia rispetto a questa classe politica da parte dell'opinione pubblica e allo stesso tempo c'è una disperata domanda di nuova politica. Solo l'associazionismo sociale ed indipendente è riconosciuto dai cittadini come soggetto di tenuta della convivenza civile.

Arcigay ha avuto una crescita esponenziale dei suoi comitati. Alla fine del 2008 saranno 50 le sedi sparse per tutta l'Italia e sempre più giovani volontari si rivolgono e partecipano alla nostra vita associativa."


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