Carissimi,
voglio raccontarvi quanto mi è accaduto sabato scorso. Premetto che sono una addetta al primo soccorso, e mi è capitato di prestare soccorso ad un ragazzo (Fabrizio) investito da una macchina mentre era in moto insieme al suo amico (Sandro).
Fabrizio era sdraiato a terra molto dolorante e impossibilitato a muoversi; Sandro cercava di stargli vicino confortandolo. Anche Sandro è rimasto ferito, era zoppicante ed era oltremodo agitato soprattutto per la salute del suo amico. Arrivata l’ambulanza, il personale infermieristico prestava subito soccorso a Fabrizio, mentre Sandro concitato chiedeva di andare insieme a lui in ospedale.
L’infermiera chiedeva a Sandro di farla lavorare poiché il ferito era piuttosto malandato e aveva bisogno di attenzione completa. Insomma, per farla breve, Sandro si era innervosito poiché sembrava che la risposta alla sua richiesta di voler andare in ospedale sull’ambulanza con Fabrizio non fosse possibile. Allora mi sono adoperata per calmarlo. Mentre il personale paramedico metteva il ferito Fabrizio dentro l’ambulanza per “verificarlo” – dal punto di vista delle condizioni fisiologiche – confortavo Sandro e gli dicevo di stare tranquillo perché poi si sarebbero occupati da lì a breve anche di lui.
Così, per sdrammatizzare un po’, ho chiesto a Sandro se Fabrizio fosse suo fratello. Sandro mi ha risposto così: “no, stiamo insieme da venti anni: ecco l’ho detta tutta va bene?”.
Al che io gli rispondevo: “e allora? Ancor meglio che devi stare calmo, perché se Fabrizio ti vede così preoccupato sta più male; tu lo devi invece tranquillizzare”….
Dopo qualche secondo l’infermiera esce dall’ambulanza e invita Sandro a salirvi. “visto, gli dico vai e mi raccomando stai calmo vicino a Fabrizio”. Lo saluto con un abbraccio molto forte, e Sandro mi stringe anche lui con un abbraccio di richiamo al conforto e nello stesso tempo mi dice: “grazie per la forte umanità”. Io lo saluto e gli dico vai e porta questo cuscino a Fabrizio (era il cuscino che gli ho messo sotto la testa mentre era steso per terra).
Vi ho voluto raccontare questo per due motivi:
1) è assurdo che un essere umano debba sentirsi defraudato dall’essere individuo perché gay;
2) è assurdo che ancora oggi ci debba essere una classificazione umana rispetto alle scelte sentimentali.
Ma stiamo scherzando? Personalmente mi incazzo molto di fronte a questa idiozia prettamente di cultura religiosa.
A presto.
Anna Di Giacobbe