LUCIANO BARTOLI
53 ANNI
CREMONA
L’Italia che vorrei
Vorrei un’Italia giovane, saggia, moderna, europea, democratica, laica, e pluralista. Vorrei un Paese non bigotto, non clericale, non bottegaio, non provinciale, non arretrato ed ipocrita. Vorrei che i politici da destra a sinistra non parlino al basso ventre degli italiani, ma alimentino l’intelligenza e la cultura del confronto civile, e si facciano portavoce del riconoscimento dei doveri e diritti di tutti gli italiani, e non solo di una minoranza di cattolici.
L’Arcigay che vorrei
Vorrei un’Arcigay che riuscisse a trascinare non solo pochissimi gay, ma usando nuove strategie desidererei che fosse capace di coinvolgere una moltitudine di persone, anche eterosessuali.
Il compagno che vorrei
Il compagno che vorrei è un ragazzo più giovane di me, maschio, sensuale, un po’ grezzo, che non mi faccia nauseare con i suoi profumi di Colonia o Coco Chanel, ma che possa sentire l’odore della sua pelle soltanto lavata con sapone.
Desidererei un giovane intellettuale politicizzato che partecipi alla vita sociale. Vorrei una relazione con una persona non fashion victims, ma seria, divertente e simpatica. Un giovane bianco, o meticcio, o black, o mediorientale, che mi ricordi quei maschiotti neri, che ho avuto come insegnanti a Londra. Per me, la loro bocca carnosa, braccia possenti, e cosce da manzuoli, contadinazzi e mandrilli erano una musica di corpi ondeggianti e libidinosi, che mi trasmettevano un’ebrezza prostatica infinita. Forse chiedo troppo? Ma sogno questa utopia celestiale, ma soprattutto carnale.