La nostra colpa di vivere in Italia

  

Oggi registriamo l’ennesimo atto di violenza nei confronti di un giovane gay.

Ciò che è accaduto a Palermo, un accoltellamento per "disonore" non coinvolge solamente una certa sub cultura meridionale difficile da debellare.

E’ un intero paese che è in preda ad un raptus di omofobia, alimentata negli ultimi anni soprattutto dalla gerarchia cattolica e da alcuni settori della destra politica e sociale italiana. Ci sono responsabilità morali evidenti, che incitano nei fatti chi non ha gli strumenti culturali necessari, chi fa parte di gruppi dell’estrema destra a sentirsi autorizzati ad aggredire, ad attaccare fisicamente le persone lgbt.

E’ accaduto nel raid di qualche giorno fa contro le prostitute trans sul Prenestino, è proseguito con la spedizione punitiva contro il giornalista Christian Floris, picchiato selvaggiamente sotto casa.

Negli ultimi due anni la lunga lista d’omicidi, violenze, discriminazioni si allunga spaventosamente, nella totale inerzia ed indifferenza da parte della classe politica italiana.

Bisogna inoltre ricordare che migliaia di gay e lesbiche subiscono proprio in famiglia angherie, violenze e discriminazioni, nella gran parte dei casi silenziosamente, al limite chiedendo aiuto alle nostre strutture d’ascolto.

Ci stiamo incamminando verso una strada pericolosa, che fa percepire a milioni di omosessuali italiani che vivere nel loro paese sta diventando una colpa, un’impresa impossibile. Gli interventi sociali, culturali, le norme di tutela sono completamente assenti; totalmente silenti sono gli intellettuali, le grandi associazioni culturali e sociali, i sindacati.

Questa nostra evidente solitudine è un problema non solo nostro, perché se questa ondata violenta d’omofobia non sarà fermata, l’Italia rischia un ulteriore arretramento ed imbarbarimento sociale, dalle conseguenze ora non ancora prevedibili.

Aurelio Mancuso – presidente nazionale Arcigay

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COMUNICATO ARCIGAY E ARCILESBICA 26.05.08

LA COMMISSIONE GIUSTIZIA METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO STALKING ED OMOFOBIA
Nella scorsa legislatura la Commissione Giustizia della Camera aveva approvato il provvedimento

Facciamo appello alla Presidente della Commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno, ai capigruppo di maggioranza ed opposizione affinchè sia nuovamente messo all’ordine del giorno il provvedimento su stalking ed omofobia, stralcio dell’intero pacchetto contro la violenza alle donne e alle persone lgbt presentato nella scorsa legislatura dal governo Prodi, che era stato licenziato dalla Commissione Giustizia.

Si tratta di affrontare con urgenza e con gli strumenti parlamentari che permettono una rapida discussione ed approvazione di due questioni urgenti che possono dare una risposta concreta ed efficace all’ondata di violenza contro le donne e le persone lgbt.

L’introduzione del reato di stalking sarebbe uno strumento efficace in mano alle forze dell’ordine e della magistratura per impedire sul nascere le molestie ripetute ai danni delle donne, che purtroppo sfociano quasi sempre in violenze sessuali.

L’estensione della legge Mancino che si occupa delle aggravanti per i reati ad odio anche per l’orientamento sessuale (gay e lesbiche) e per identità di genere (trans) aiuterebbe nei fatti migliaia di persone a non avere più paura e a denunciare le aggressoni, perché finalmente tutelati da norme giuridiche ad hoc. Entrambe i reati sono codificati in quasi tutti i paesi europei ed occidentali e accompagnati da politiche di aiuto, sostegno e campagne di sensibilizzazione, hanno ottenuto ottimi risultati.

Aurelio Mancuso Presidente nazionale Arcigay
Francesca Polo Presidente nazionale Arcilesbica


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