Arcigay alla Conferenza Mondiale AIDS

  

Ha preso avvio per la prima volta in America Latina, a Città del Messico, la 17° Conferenza Mondiale sull’Aids. Oltre 20mila delegati si confrontano sull’attuale situazione mondiale.
Alla Conferenza Arcigay è rappresentata da Riccardo Gottardi (segretario nazionale) e da Sandro Mattioli (responsabile Salute del Cassero Arcigay di Bologna).

"Siamo qui per seguire la conferenza, dichiara Sandro Mattioli, per cercare di trasferire nel nostro paese qualche buona prassi di prevenzione e sostegno alle persone sieropositive, oltre che le informazioni sugli ultimi sviluppi internazionali della ricerca contro l’AIDS".

"Considerando la situazione drammatica della prevenzione nel nostro paese, aggiunge Riccardo Gottardi, cercheremo di portare in Italia le esperienze delle altre associazioni di lotta contro l’AIDS. Dall’Africa e dall’America Latina, che hanno davvero lavorato molto e bene in questi anni sulla prevenzione, operando in situazioni spesso davvero difficili, possono venirci importanti lezioni e qualche buona campagna da importare".

"Ritengo importantissimo, sottolinea Aurelio Mancuso presidente nazionale Arcigay, che il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-Moon, nella cerimonia d’apertura abbia pronunciato queste frasi: "Altrettanto importante, nella maggior parte dei paesi, lo stigma contro le persone che vivono con l’HIV resta una grave sfida. Un terzo dei paesi ancora non ha leggi che proteggono le persone che vivono con l’HIV. Nella maggior parte dei paesi, la discriminazione e’ ancora legale contro le donne, contro gli uomini che fanno sesso con altri uomini, con sex workers, contro chi fa uso di droghe, e contro el minoranze etniche. Questo deve cambiare. Chiedo a tutti i paesi di essere all’altezza degli impegni che hanno preso per mettere in atto e far rispettare norme che pongano fuorilegge le discriminazioni contro le persone che vivono con l’HIV e i componenti di gruppi vulnerabili. Chiedo loro di seguire il coraggioso esempio del Messico e approvare leggi contro l’omofobia."

I ministeri della Salute e delle Pari Opportunità italiani, conclude Mancuso, vista anche la scarsa presenza del nostro paese alla Conferenza mondiale potrebbero prendere appunti e leggere approfonditamente il discorso del Segretario Generale dell’Onu, operando quelle scelte che renderebbero finalmente questo paese degno di appartenere della comunità civile internazionale".


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