Giovani LGBT, la Meloni passi dalle parole ai fatti

  

Si è aperta questa mattina a Torino la Conferenza Internazionale giovanile "Costruire e implementare strategie per combattere l’omofobia” che continuerà fino a domenica prossima 19 ottobre.

La conferenza è promossa da IGLYO, Associazione europea dei giovani LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) ed è organizzata dalla Rete giovanile di Arcigay e dal Comitato Arcigay di Torino Ottavio Mai.

La giornata di apertura è stata una grande occasione per confrontarsi con la cittadinanza rispetto alla condizione sociale in cui si trovano i giovani LGBT, esposti più dei coetanei etero ad un altissimo rischio di esclusione sociale, che può condurre anche all’emarginazione, a discriminazioni che spesso provocano nei ragazzi e nelle ragazze LGBT sofferenza che può condurre anche al suicidio.

Durante la conferenza è giunto un messaggio del Ministro per le Politiche Giovanili Giorgia Meloni, che ha ringraziato le associazioni per l’invito rivolto. Nel messaggio si può leggere:

“Purtroppo non posso presenziare alla giornata di apertura della Confrenza e, se non fosse stato duvuto alla mancnza dei tempi "tecnici", che non ne hanno permesso la concessione, avrei volentieri accordato il mio patrocinio alla manifestazione. Sono convinta che le discriminazioni, di qualunque natura esse siano, sono odiose, incomprensibili e ingiustificabili. Ledere la dignità di chiunque è un atto criminale. L’aspirazione alla libertà, purchè essa non intacchi quella di altri, è legittima e, in un certo senso, doverosa. Sapete bene che ho alcune opinioni diverse dalle Vostre, soprattutto riuardo determinati valori e priorità ma non sarò mai disposta a tollerare l’intolleranza, perchè significherebbe da parte mia avvallare e discriminazioni e le violenze fisiche o psicologiche a cui vengono sottoposti alcuni ragazzi e ragazze a causa degli orientamenti sessuali. Sarà un bel giorno quello in cui spariranno dalla nostra cultura le parole con il suffisso fobia: vorrà dire che nessuno avrà più paura di altri esseri umani. Vi garantisco tutta la mia disponiblità a concepire e intraprendere campagne ed azioni tese a combattere queste discriminazioni vergognose”.

“Apprezziamo la risposta del Ministro, sebbene questa sia giunta in ritardo rispetto all’apertura della conferenza – dichiara Riccardo Gottardi, Segretario nazionale Arcigay – questa mattina ci chiedevamo che fine avesse fatto la Meloni, ma adesso siamo lieti che si sia trattato solo di un disguido tecnico nella risposta. Proponiamo subito al ministro un incontro in cui potremmo approfondire i temi svolti nella conferenza e definire insieme strategia di azione. È necessario che il governo passi ora dalle parole ai fatti, per dare una risposta urgente ai giovani italiani, riguardo l’insegnamento della cultura della non-discriminazione e per evitare i ripetuti terribili casi di suicidi giovanili, di bullismo a sfondo omofobico, di emarginazione sociale a cui i giovani LGBT sono sottoposti.”

”Sono ancora troppi i casi concreti che accadono quotidianamente e purtroppo soltanto di alcuni di essi veniamo a conoscenza attraverso chiamate ai nostri telefoni amico o e richieste di aiuto nei nostri gruppi giovani nei territori – prosegue Fabio Saccà, responsabile della Rete Giovani di Arcigay – L’emarginazione, il bullismo a scuola, il non terminare gli studi, la maggiore difficoltà a trovare un lavoro, la maggiore difficoltà ad affermarsi nel lavoro, l’abbandono del proprio nucleo socio-familiare e il luogo di origine – a questo devono far fronte i giovani LGBT. Il ministro Meloni deve ora mettere in moto politiche concrete nelle scuole e nelle famiglie in modo da dare una effettiva tutela a chi ancora non ha voce. Noi faremo la nostra parte.”

Da una ricerca Europea di IGLYO si scopre come, e vale anche per l’Italia, oltre la metà degli studenti LGBT ha pensato al suicidio e oltre il 30% l’ha tentato – dati confermati in Italia prima da una ricerca ISPES di fine anni ‘90 e poi dalla ricerca “Modi di” realizzata due anni fa da Arcigay con l’Istituto Superiore di Sanità. Dati che non sono cambiati negli anni – ancora oggi il tasso di suicidi tra giovani gay, lesbiche, bisessuali e trans è tre volte più elevato che tra i loro coetanei eterosessuali. Sempre da ricerca IGLYO si scopre come due ragazzi omosessuali su tre (61.2 %) subiscono discriminazioni a scuola, uno su due (51.2 %) in famiglia, uno su tre (29.8 %) nel gruppo dei pari.

”Il Piemonte e Torino rappresentano uno degli esempi migliori di impegno delle istituzioni contro l’omofobia, la violenza, le discriminazioni. – dichiara Giovanni Caponetto, presidente di Arcigay Torino – “Perciò desidero ringraziare la presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso (leggi il suo saluto) ed il Comune di Torino, per il sostegno convinto e sincero che da anni dimostrano e che di nuovo confermano a questo evento.”

La conferenza ha voluto rivolgere proprio un pensiero a quelle giovani persone che non ci sono più. Come Matteo che proprio a Torino un anno fa non ce l’ha fatta a reggere gli insulti di chi pensava che fosse gay e per questo ce l’aveva con lui. O come Loredana, una giovane ragazza trans di Catania che solo pochi mesi fa viveva una situazione tanto difficile da non farcela a reggere e da scegliere di togliersi la vita.

Sul sito internet della Conferenza saranno pubblicati giornalmente I risultati dei lavori:

http://strategies2008.iglyo.com


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