Le terapie anti-scientifiche

  

Contro ogni evidenza scientifica, ancora una significativa minoranza di psicoterapisti tenta di usare dei percorsi terapeutici per cambiare l’orientamento di pazienti omosessuali: un terapista su sei ha ammesso di aver praticato almeno una volta, su richiesta del cliente, simili terapie per ‘indurre’ l’eterosessualità in gay e lesbiche.

Reso noto sulla rivista BMC Psychiatry, è il risultato di uno studio condotto su oltre 1400 terapisti da esperti della University College di Londra e della St George’s University.

”Ci sono davvero scarse evidenze scientifiche a dimostrazione dell’efficacia di simili tentativi di trattare l’omosessualità – dichiara Michael King – di fatto possono invece essere addirittura dannosi per la persona. Quindi è sorprendente scoprire che ancora oggi una minoranza di terapisti offra questo tipo di trattamenti ai propri clienti”.

I ricercatori hanno intervistato psicoterapisti e psichiatri sulla loro esperienza con clienti omosessuali che chiedono aiuto per affrontare problemi legati al proprio orientamento sessuale, talvolta chiedendo di aiutarli a ridurre la propria omosessualità che li mette in conflitto con parenti e amici e li face sentire discriminati.

Gli intervistati hanno risposto che, spinti da motivazioni religiose o dal desiderio di rispondere alle esigenze del cliente, si sono sentiti di aiutarli in questa direzione attraverso le terapie.

”E’ importante che terapisti e opinione pubblica prendano coscienza di cosa sia l’omosessualità, il miglior aiuto è mostrare a gay e lesbiche che non c’è niente di patologico nel loro orientamento sessuale”, conclude King.


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