Omofobia, Arcigay e Gay Street No allarmismo ma “riflessione seria”

  

Domani alla Camera si vota la legge contro l’omofobia. Paolo Patanè e Annalisa Scarnera: “Smentiamo gli episodi di omofobia in via di S.Giovanni in Laterano”. Ma Gay Center insiste: “Pericolose dichiarazioni di chi non conosce i fatti”

“In merito alle notizie diffuse in questi giorni su recenti episodi di omofobia a Roma e alle voci su fatti che sarebbero accaduti presso la via di S.Giovanni in Laterano, meglio nota come Gay Street, vale la pena fare esercizio di estrema serietà”. Così, in una nota, Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, e Annalisa Scarnera, presidente associazione Gay Street.
Una riflessione tanto più importante alle soglie del voto sulla legge contro l’omofobia previsto per domani alla Camera dei Deputati “e del grande lavoro svolto dall’on. le Paola Concia nel costruire un approccio importante a un tema così delicato”, aggiungono Arcigay e Gay Street. Poi le associazioni smentiscono gli episodi di omofobia in via di S.Giovanni in Laterano: “esprimiamo profondo apprezzamento per il costante, quotidiano raccordo con la questura, il commissariato del Celio e le forze dell’ordine che ha reso possibile l’affermazione di una condizione di crescente sicurezza e fiducia in un clima di straordinaria collaborazione”.
Niente allarmismi insomma. “E’ vero da un lato che il problema ‘omofobia’ richiede con estrema urgenza una soluzione normativa che offra reali strumenti di prevenzione e repressione dei reati di odio nei confronti delle persone gay, lesbiche e transessuali – concludono Arcigay e Gay Street – ma anche correttezza e rigore nel distinguere circostanze criminali generiche da situazioni di reale omofobia e transfobia, soprattutto per rispetto delle tante vittime vere”.
La posizione di Gay Center. “Le dichiarazioni di chi non conosce i fatti sono allucinanti: in un momento in cui si evidenzia un fenomeno particolarmente grave, in cui i gay segnalano episodi di omofobia che non hanno il coraggio e la forza di denunciare alle forze dell’ordine per timore di ritorsioni o perché non sono visibili in famiglia, certe dichiarazioni sono molto pericolose, soprattutto per gli stessi giovani omosessuali che non possono vedersi smentiti da persone che non conoscono i fatti. Gay Help Line e Gay Center sono seriamente allarmati per un fenomeno che vede i giovani indifesi. Ribadiamo che, come sempre, siamo in stretto contatto con le forze dell’ordine e anche oggi con il comandante dei Carabinieri del Celio a cui ho fornito tutte le indicazioni necessarie, ma non possiamo sottacere episodi che ci vengono denunciati e che meritano una risposta politica quale potrebbe essere l’approvazione della legge contro l’omofobia. Sono affermazioni di cui non comprendiamo il senso e che non sono circostanziate, quindi sono oltretutto incomprensibili. Con tutto il rispetto, il bancone di un bar di via di San Giovanni in Laterano non è un osservatorio dell’omofobia, anche perché i fatti si sono svolti in via dei Fori Imperiali. Sulle dichiarazioni lette valuteremo eventuali azioni legali”. Lo dichiara in una nota Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center.


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