Arcigay ha esaminato la recente manovra finanziaria presentata dal Governo e successive modifiche ed integrazioni. Ne emerge un giudizio fortemente negativo sia per i suoi contenuti che per le modalità con cui è stata concepita.
“E’ una manovra finanziaria che comprime pesantemente i diritti del lavoro e dei lavoratori e accentua il drastico ridimensionamento del welfare nel nostro Paese – dichiara Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay – e alimenta un’involuzione civile, sociale e economica che basa sui privilegi e non sui diritti le relazioni e i rapporti sociali”.
Nel merito la manovra finanziaria si configura come un attacco ai diritti del lavoro e dei lavoratori e produce come unico risultato l’aggravamento delle già precarie condizioni di lavoro di tanti/e italiani/e. “I lavoratori e le lavoratrici lesbiche, gay, bisessuali, transessuali si troveranno con sempre meno strumenti per affrontare le frequenti discriminazioni – prosegue il presidente di Arcigay – esattamente come accadrà per i lavoratori disabili, colpiti dall’ articolo 9 della manovra”.
Per Arcigay i tagli previsti dalla manovra disincentiveranno l’affermazione e il riconoscimento delle nuove forme di famiglia non permettendo l’affermazione di nuovi diritti e diritti negati, onerosi per lo Stato, tra i quali il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso.
“Arcigay – conclude Patanè – non crede alle sirene propagandistiche, che pongono in contrapposizione i diritti individuali e quelli sociali, e, sostenendo lo sciopero generale indetto dalla CGIL per il 6 settembre 2011, intende sostenere con le sue idee, la sua cultura e la sua storia che un’altra manovra economica è possibile, un’altra idea di Paese è possibile, un’altra idea di sviluppo è possibile”.