Un’incursione in cattedrale, presìdi e volantini contro il cardinale Law

  

di Massimiliano Torneo
Siracusa. Un volantinaggio per le vie di Ortigia, un presidio in piazza Duomo – non si sa se autorizzato o meno – e un’incursione in cattedrale concordata con forze dell’Ordine e arcidiocesi, giusto per consumare il gesto di voltare le spalle allo «sgradito» ospite. Si è consumata in questo modo, ieri mattina, la manifestazione di protesta con cui un gruppo di associazioni laiche siracusane ha voluto dare voce allo sdegno provocato in una parte della cittadinanza dalla presenza del cardinale Bernard Francis Law ai festeggiamenti di santa Lucia.
L’ex arcivescovo di Boston, che nel 2002 fu costretto a dimettersi in seguito allo scandalo dei preti pedofili che infestò la sua diocesi e l’intera Chiesa, ha tenuto il panegirico della santa, ieri mattina in cattedrale come previsto dal programma. Una delegazione delle associazioni ha chiesto e ottenuto il permesso di entrare in cattedrale prima dell’inizio della celebrazione, con l’obiettivo simbolico di abbandonare la chiesa nel momento in cui l’arcivescovo, Salvatore Pappalardo, avrebbe dato il benvenuto al cardinale Law. E così è stato: uno alla volta, i 20 membri della delegazione di contestatori hanno sfilato davanti all’altare maggiore per lasciare platealmente la chiesa dalla navata centrale, proprio nel momento del saluto. Fuori dalla cattedrale (a firma Arci, Arciragazzi, Associazione libera discussione, centro antiviolenza La nereide, Comitato 100 donne, Comitato parchi, Rete centri antiviolenza, Rinascita arcigay, Se non ora quando, Siracusa città aperta, Stonewall, Glbt) è stato distribuito un volantino: «I solenni festeggiamenti in onore della Patrona siracusana – recitava – sono mortificati dalla presenza del cardinale statunitense. Cari concittadini, credenti e non, ritenete che monsignor Pappalardo con questo invito abbia fatto cosa buona e giusta?».
La festa, comunque, non è stata turbata: la protesta ha avuto luogo solo al mattino; la processione del pomeriggio si è svolta tranquillamente.
La manifestazione, nata dopo un tam tam che dai social network si era trasferito a un salone pubblico cittadino, si è svolta come volevano gli organizzatori: «Entro i limiti della correttezza formale – ha detto Alberto Giarrizzo uno dei responsabili -, anche per ragioni di rispetto nei confronti dei fedeli. D’altronde si celebra il martirio di una ragazzina, non è il caso di aggiungere sconcerto a quanto i fatti di cronaca sulla diocesi di Boston hanno raccontato a tutto il mondo».


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