La protesta silenziosa in Cattedrale

  

Una delegazione uscita dalla chiesa all’inizio della celebrazione presieduta dal cardinale americano
Mercoledì 14 Dicembre 2011 Siracusa, pagina 33 e-mail print Aveva ragione Indro Montanelli quando, lui toscano mangiapreti, sottolineava come in Italia fosse impossibile non dirsi cristiani, perfino inconsapevolmente. E qualcosa di questo retaggio comune s’è intravista, ieri mattina, perfino nel momento di maggiore espressione della contestazione che alcune associazioni, tradizionalmente laiciste quando non smaccatamente anticlericali, hanno inscenato nei confronti della presenza del cardinale Bernard Francis Law ai festeggiamenti di Santa Lucia. Una loro delegazione, una ventina di persone, ha chiesto e ottenuto (concordandolo con le forze dell’ordine) di entrate in cattedrale qualche minuto prima della celebrazione presieduta dal cardinale americano, per poter consumare il gesto di abbandonare la chiesa nel momento in cui il nostro arcivescovo, Salvatore Pappalardo, gli avrebbe dato il benvenuto.
E così è stato: uno alla volta hanno sfilato davanti all’altare maggiore su cui troneggiava il simulacro argenteo per lasciare la chiesa dalla navata centrale, nel momento iniziale di saluto, senza però rinunciare a un bacio da indirizzare a santa Lucia. Un gesto programmato o un retaggio dell’infanzia in cui la maestra portava pure loro alla Basilica del sepolcro ad abbeverarsi della storia di quel tragico martirio, non è chiaro: fatto sta che quell’espressione un po’ goffa, se messa a confronto col purismo contestatario, è risultata, tuttavia, commovente.
Le ragioni della contestazione, comunque, c’erano tutte e erano abbondantemente spiegate nel volantino che hanno distribuito di mattina in giro per Ortigia e davanti alla cattedrale, in piazza Duomo. A firma Arci, Arciragazzi, associazione Libera discussione, Centro antiviolenza La Nereide, Comitato 100 donne, Comitato parchi, Rete centri antiviolenza, Rinascita arcigay, Se non ora quando, Siracusa città aperta, Stonewall, Glbt, si spiegava, a chi non la conoscesse ancora, la storia del cardinale Law, ex arcivescovo di Boston, costretto a dimettersi nel 2002 in seguito allo scandalo dei preti pedofili che infestò la sua diocesi e l’intera Chiesa.
«I solenni festeggiamenti in onore della Patrona siracusana – recitava il volantino – sono mortificati dalla presenza del cardinale statunitense. Cari concittadini, credenti e non, ritenete che monsignor Pappalardo con questo invito abbia fatto cosa buona e giusta?».
Nei giorni precedenti alla festa avevano pure chiesto all’arcivescovo di ripensare a questa decisione, indicando le ragioni in una lettera consegnata ai collaboratori di monsignor Pappalardo. Rassicurati, infine, del fatto che il cardinale Law non avrebbe seguito la processione, hanno deciso di limitare la protesta a quanto descritto, tutto svoltosi in mattinata. «L’obiettivo – ha spiegato Alberto, uno degli organizzatori – era anche quello di muoversi dentro i limiti della correttezza, anche per ragioni di rispetto nei confronti dei fedeli. D’altronde celebriamo il martirio di una ragazzina e non è il caso di aggiungere altro sconcerto a quanto i fatti di cronaca sulla diocesi di Boston hanno raccontato a tutto il mondo».
La protesta ha incassato il sostegno di alcuni esponenti pubblici. Il vicecoordinatore nazionale di Fli, Fabio Granata, si è detto «solidale con quanti, credenti o meno, hanno esternato meraviglia e manifestato contro questa decisione. Pur nel rispetto delle valutazioni dell’arcivescovo, ritengo un errore l’invito al cardinale Law per i festeggiamenti di santa Lucia». Mentre fuori dalla cattedrale si consumava, dunque, con un volantinaggio il segno di protesta delle associazioni, dentro, il panegirico del cardinale Law si è svolto tranquillamente. La cattedrale era piena di fedeli, perlopiù gente semplice che, pur conoscendo la storia del cardinale americano, non si è sognata di muoversi dai banchi per seguire i contestatori: ha fatto mezz’ora di fila per ricevere, dalle sue mani, l’Eucaristia.
Il cardinale Law, dal canto suo, è sembrato solo un vecchio e colto prelato americano: amante della storia del Cristianesimo e della cultura Occidentale: «Siracusa, amata da Platone, è ancora più conosciuta al mondo per via di Santa Lucia: il suo nome è nel canone romano che sancisce il rito della messa. Da 1700 anni è l’immagine fedele della chiesa».
M. T.


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