Napoli. Comune, sì al registro delle unioni civili

  

di CARLO FRANCO
Il registro delle Unioni civili è da ieri una realtà con effetti immediatamente operanti. Il consiglio comunale, infatti, ha approvato a larga maggioranza il provvedimento che, come ha tenuto a sottolineare il sindaco che lo ha definito un fatto storico «serve a riconoscere diritti e doveri, compreso la partecipazione a bandi pubblici, a tutti quelli che scelgono di stare insieme in condizioni diverse da quelle della maggioranza delle persone». L´istituzione del registro, che sarà organizzato presso l´Anagrafe, renderà più facile l´avvio di una legislazione regionale su questi temi scottanti e consentirà il conferimento della cittadinanza simbolica ai figli degli immigrati nati a Napoli «ai quali sarà assegnata anche una carta dei servizi per accedere a tutte le prestazioni che il Comune garantisce ai bambini napoletani».
La formalizzazione del provvedimento, nonostante fosse largamente attesa, ha già prodotto reazioni fortemente polemiche. E commenti entusiastici, come quelli del responsabile dei diritti civili dell´Idv, Franco Grillini, dell´Arcigay e di I-ken. A Palazzo Donnaregina, invece, il cardinale Sepe, che più volte ha manifestato un dissenso che esclude qualsiasi mediazione, ha preferito non fare commenti, ma ai cronisti che hanno tentato di ottenere una sua dichiarazione ha fatto sapere che conferma quella fatta a fine novembre rispondendo alle richieste di alcuni fedeli al termine di una cerimonia in cattedrale. Eccola: «Le unioni di fatto? Sono come le borse vendute dai cinesi: nessuno le pagherebbe come autentiche perché sono un´altra cosa. E così è per le unioni di fatto: non sono una famiglia, sono, appunto, un´altra cosa». A questo “no” senza appello il sindaco de Magistris rispose riaffermando la validità politica e morale dell´istituzione del registro: «Sapevamo che l´opposizione del cardinale sarebbe stata senza aperture, ma è una opinione alla quale si contrappone la nostra certezza di lavorare per un obiettivo giusto». Da quel momento le distanze tra Curia e vertice di Palazzo San Giacomo sono rimaste inalterate, ma il sindaco tiene a ribadire che non esiste conflitto istituzionali. Anche perché l´assessore alle Pari opportunità, Pina Tommaselli, ha ricordato che il riconoscimento delle unioni di fatto, monoparentali e omosessuali, fatti dall´Unione europea e alle pronunce della Corte Costituzionale, era un atto dovuto.
Il dibattito in aula è stato segnato da momenti di forte tensione, anche per la forte caratterizzazione politica imposta da molti consiglieri di maggioranza i quali hanno indossato il triangolo rosa simbolo dell´odio omofobico. Il presidente della Commissione Pari Opportunità, Gennaro Esposito, ha sottolineato che il registro non crea uno status nuovo, anche se ha ricadute immediate sulla parità di trattamento per le unioni diverse da quelle tradizionali.
Dopo il dibattito il voto, che ha dato questi risultati: 33 sì, tre no (Guanci e Lanzotti del Pdl e Santoro del Terzo polo) e 4 astenuti (Capasso, Nonno, Pasquino e Palmieri). L´unico consigliere di maggioranza a votare in difformità è stato Capasso dell´Idv che si è astenuto.


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