Arcigay Agedo: da Sanremo offese intollerabili

  

Il giorno dopo una tra le più caricaturali rappresentazioni dell’omosessualità che la televisione pubblica ricordi, ci resta un interrogativo: perché al festival della canzone italiana, una delle trasmissioni più rappresentative della passione popolare, si è scelto di fare una cosa tanto brutta?

Fa davvero ridere, offendere milioni di persone omosessuali con frasi gratuite e volgari? Siamo convinti del valore della satira e di quanto l’ironia possa aiutare ad avvicinare le idee, ma la satira si fa sulle opinioni o sui fatti non sulle condizioni innate o le identità delle persone. Chiediamo che cosa avreste pensato di tanta grevità offensiva (“gli omosessuali sono donne senza mestruazioni”) se fosse stata declinata rispetto alle persone di colore, alle donne, agli ebrei, ai diversamente abili?

Vogliamo credere nella buona fede di tutti, ma è stata davvero scritta una pagina brutta della televisione italiana. Perché fare audience sulla pelle di gay e lesbiche? Oggi il ministro Fornero ha detto che “le discriminazioni si combattono con l’educazione”: parole sacrosante, ma allora è chiaro a tutti qual è stato il messaggio diseducativo che ieri è arrivato da Sanremo.

 

Proponiamo a Morandi, agli autori e alla RAI le parole pronunciate oggi, a Roma, da René Weingaertner, direttore per i diritti umani del Consiglio d’Europa:  “Le offese alle persone omosessuali non possono essere tollerate e protette dal principio della libertà  di espressione tutte le persone devono godere degli stessi diritti”.

 

L’Europa si ferma a Sanremo, oppure Sanremo è solo “scivolata” malamente e vuole rimediare?

 

Visto che avete dato a milioni di italiani il volto più beceramente stereotipizzato dell’omosessualità, consegnategli quello vero e fate un’operazione di verità. Il video “Io ti sposerò” (http://www.youtube.com/watch?v=M7RY2fGS_pY) con  la bella canzone di Jovanotti che Arcigay e AGEDO hanno diffuso per S.Valentino ha il vero volto, semplice e autentico, delle persone  omosessuali e dei loro sentimenti. Avete mostrato uno steretipo grottesco, avrete il coraggio di essere il Sanremo di tutti e di mostrare la vero volto delle  persone omosessuali mandandolo in onda?

Restiamo poi in attesa di una risposta alla nostra lettera aperta alla Commissione vigilanza Rai del 3 febbraio scorso nella quale auspicavamo profeticamente “una maggiore qualità dei programmi” e richiamavamo “tutti i personaggi pubblici e gli operatori dei media all’enormità della loro responsabilità nella costruzione di una società giusta, democratica e rispettosa di tutti”.

Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay

Rita De Santis, presidente nazionale AGEDO, associazione di genitori e amici di omosessuali

Lettera aperta alla Commissione di Vigilanza RAI

Al presidente della RAI,
Al presidente della commissione di vigilanza RAI,
Ai componenti della Commissione parlamentare di vigilanza RAI,

Il 31 gennaio scorso, durante il day time della trasmissione l’Isola dei Famosi, Mariano Apicella ha espresso un volgare epiteto in diretta, palesemente e intenzionalmente omofobo, rivolgendosi a Cristiano Malgioglio. L’offesa, un po’ come i tagli ai baci gay che ha subito sulle reti pubbliche il film “I segreti di Brokeback Mountain”, ci colpisce direttamente, e ferisce le nostre famiglie, i nostri colleghi e i nostri amici, e ci costringe ad una denuncia pubblica e a una severa riflessione.

Auspichiamo che Cristiano Malgioglio intenda perseguire tutti i percorsi opportuni a tutelare la sua immagine e dignità, e in tal caso ci vedrà certamente schierati al suo fianco.

Il punto centrale è però un altro: non è mai ammissibile che l’identità delle persone lesbiche, gay, bisessuali o transessuali sia utilizzata in funzione di oltraggio, scherno, disprezzo, discriminazione, così come non lo è per gli ebrei, per le persone di colore, per le donne o per i diversamente abili.

In Italia è in vigore l’articolo 3 della Costituzione e l’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione. Sulla base di questi articoli e, proprio perché la prima fonte di ingiustizia e discriminazione è il linguaggio, richiamiamo tutti i personaggi pubblici e gli operatori dei media all’enormità della loro responsabilità nella costruzione di una società giusta, democratica e rispettosa di tutti.

L’epiteto di Mariano Apicella assume maggior gravità proprio perché espresso in una trasmissione della televisione pubblica per la quale tutti, eterosessuali, omosessuali e transessuali, paghiamo doverosamente il canone. E per cosa poi? Per riceverne disprezzo. E’ possibile insultare la dignità di milioni di utenti omosessuali senza colpo ferire?

Invochiamo un durissimo intervento di censura della Presidenza dell’Azienda e della Commissione di vigilanza nei confronti del sig. Apicella. Chiediamo poi che l’Azienda assuma una posizione chiara nel contrasto alle discriminazioni omofobiche e transfobiche e nella promozione di un servizio pubblico rispettoso di tutti, anche attraverso una narrazione finalmente reale della vita, degli affetti e dei progetti delle persone e delle coppie omosessuali.

Auspichiamo infine, come valutazione assolutamente generale ed avulsa dal caso concreto, una maggiore qualità dei programmi che vedono coinvolti personaggi della comunità omosessuale e transessuale e la capacità di esponenti autorevoli della stessa di non partecipare a programmi che siano costruiti con finalità rissose e “spettacolari”, utili solo a una facile ma mortificante audience.

Roma, 3 febbraio 2012

Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay


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