Si infiamma il dibattito

  

La sentenza della Cassazione riaccende il dibattito tra le forze politiche. Per il Pdl Carlo Giovanardi «questo trattamento in casi specifici è già possibile a legislazione vigente» mentre Flavia Perina (Fli) afferma che «non è ragionevole che alle coppie gay tocchi ogni volta far valere in giudizio il proprio diritto. Preferibile che il Parlamento approvi una regolamentazione delle unioni omo-affettive». Anche Ignazio Marino del Pd chiede che «il Parlamento si metta al lavoro ed elabori una proposta di legge, in linea con le legislazioni degli altri paesi, che sancisca una volta per tutte che due persone unite da un vincolo d’amore possano godere ti tutti i diritti civili che spettano a una coppia». Stessa tesi dell’Idv Massimo Donadi, mentre il Pdl Maurizio Lupi stigmatizza «forzature e strumentalizzazioni politiche ed ideologiche» e ribadisce che «il matrimonio è quello tra uomo e donna, come sancisce la Costituzione». Nichi Vendola si dice «felicemente sorpreso dalla sentenza. La Cassazione ha scritto una pagina di civiltà, ha segnato un passaggio storico». L’esecutivo si tiene alla larga dalle polemiche: le coppie gay sono un tema «che non rientra nel programma di Governo e riguarda il Parlamento. Quindi bisogna parlarne con le forze politiche», dice Andrea Riccardi, ministro (cattolico) dell’Integrazione e della cooperazione internazionale. Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay, parla di «un’autentica rivoluzione copernicana» e Aurelio Mancuso, presidente Equality Italia, di sentenza che «smentisce le stupidaggini giuridiche proposte da una classe politica ignorante».


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