La vecchia circolare dell’Avis fa infuriare i gay

  

La denuncia è dell’Arcigay di Milano che segnala come nella sede di Somma Lombardo fino a gennaio fosse ancora affisso un avviso che vieta la donazione di sangue agli omosessuali. L’ospedale: “I gay possono donare sangue”

Una circolare dell’Unità Sanitaria Locale che vieta agli omosessuali di donare il sangue fotografata da un donatore all’interno della sede Avis di Somma Lombardo lo scorso 17 gennaio riaccende nuovamente la polemica sui diritti negati ai gay. La foto, che ci è stata segnalata dall’Arcigay di Milano e che riportiamo, sarebbe stata scattata solo due mesi fa ma sul testo si legge un’intestazione che non esiste più in quanto dal ’98 sono state trasformate in Aziende Ospedaliere. Il responsabile dell’Unità di Medicina Trasfusionale dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate Ambrogio Pagani annuncia che domani mattina stesso farà una visita alla sede Avis sommese per verificare se la circolare sia ancora affissa e sottolinea che «attualmente non viene fatta nessuna discriminazione nei confronti degli omosessuali che possono, dopo i normali controlli che vengono effettuati, donare il sangue esattamente come tutti gli altri soggetti». Il medico afferma anche che «quell’avviso potrebbe essere stato riappeso dagli oeprai che di recente hanno lavorato all’interno della struttura per alcuni lavori di ritinteggiamento delle pareti».
In serata l’azienda ospedaliera sottolinea ulteriormente che «A seguito di quanto diramato dall’Agenzia ANSA l’Azienda ospedaliera di Gallarate, che ospita la sezione AVIS nei suoi locali dell’ospedale Bellini di Somma Lombardo, precisa che nessun comportamento discriminatorio è mai stato messo in atto nei confronti di persone omosessuali. Quanto riportato dall’Ansa a seguito delle dichiarazioni dell’Arcigay non corrisponde alla verità dei fatti. Tutti i potenziali donatori di sangue, senza disciminazione di sorta, sono sottoposti a valutazione medica e ad accertamenti clinici previsti dalle norme per l’idoneità alla donazione e a tutela di chi riceve il sangue»


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